Rosetti in esclusiva a Sky: "Var in Champions, siamo pronti"

Champions League

Lorenzo Fontani

Champions e Var: dagli ottavi la tecnologia video sarà usata anche dall'Uefa. E' venuto a trovarci il neo responsabile degli arbitri europei Roberto Rosetti, già supervisore Var in Italia e ai Mondiali in Russia: lo abbiamo intervistato in esclusiva

Il capo degli arbitri europei Rosetti, subentrato a Collina questa estate, è venuto a trovarci in redazione per illustrare le linee guida del Var, finalmente sbarcato in Champions. "Abbiamo dovuto attendere le garanzie non solo arbitrali ma anche tecnologiche e burocratiche, ora siamo pronti" ha detto Rosetti, che ha poi spiegato come ci sia molto da lavorare per una maggiore uniformità di giudizio e precisione nelle linee di intervento. Ricordando però che "in sala Var la pressione è alta, i Var sono uomini e sono arbitri che fino a pochi mesi prima correvano in campo. Il progetto è all'inizio ma stanno lavorando e migliorando, vogliamo creare squadre affiatate".

"La Uefa e il presidente in particolare hanno senso di responsabilità, stiamo parlando della Champions League, la competizione per club più importante del mondo nel lungo periodo, quindi chiaramente avevamo bisogno di garanzie. Non sono solo garanzie a livello puramente arbitrale: sono anche garanzie tecniche, tecnologiche. E' un progetto complicato, perché non esiste match center, ci sono dei broadcasters differenti, per cui giustamente volevamo avere la certezza che tutto potesse essere conforme con le esigenze del protocollo. Il protocollo è unico, viene applicato in tutto il mondo, ma la sua applicazione richiede da parte nostra una maggior precisione nella linea di intervento".

La prospettiva è di andare verso un maggior numero di interventi da parte dei Var o di meno, rispetto allo standard attuale?

"Né di più né di meno. Bisogna essere precisi nelle linee guida, dopodichè occorre spiegare, comunicare qual è la linea di intervento per ogni categoria arbitrale. Con i falli di mano bisogna specificare quando è corretto intervenire. E poi essere il più possibile fedeli alle linee di intervento. Parliamo di uno sport, il calcio, che ha molto grigio, che presenta anche tanta contraddizione a volte e tante situazioni al limite del fallo-non fallo.

Stiamo creando delle squadre affiatate di arbitri, Var, operatori, che parlino la stessa lingua e che possano veramente lavorare come una squadra.

I Var sono degli essere uomini e devono prendere delle decisioni. Sono sotto pressione, devono scegliere le camere giuste, devono analizzare la situazione, i punti di contatto, velocità, e poi riuscire a comunicare nel modo giusto con l'arbitro. E' un processo che si sta evolvendo. I Var sono arbitri, fino a ieri hanno fatto gli arbitri, hanno corso in campo, ora da poco tempo (è un progetto ancora giovane) stanno migliorando e stanno cercando di aumentare le loro capacità anche come video assistenti arbitrali".