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Tottenham-Manchester City, le chiavi tattiche della sfida

Champions League

Federico Aquè

Il City di Guardiola arriva alla sfida nel miglior momento stagionale ed è la chiara favorita; mentre la squadra di Pochettino, che ha perso quattro delle ultime sette partite giocate, dovrà fare una grande gara in ripartenza per provare a far male agli avversari

TOTTENHAM-CITY LIVE

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L’unico precedente in stagione tra Tottenham e Manchester City risale allo scorso ottobre. Lo stadio di Wembley aveva appena ospitato la NFL e, su un campo rovinato che aveva ancora ben visibili le tracce della partita giocata tra Eagles e Jaguars, il City si era imposto 1-0. Alla squadra di Pep Guardiola era bastato un gol di Riyad Mahrez al sesto minuto, ma il risultato non rende giustizia alla chiara superiorità che aveva mostrato in campo. Il City aveva sprecato un paio di occasioni clamorose e non aveva concesso quasi nulla agli “Spurs”, che si erano resi pericolosi solo con un tiro di Lamela dal centro dell’area al termine di una ripartenza.

Il contesto stavolta sarà molto diverso, a partire dallo stadio. Il Tottenham, infatti, ha appena inaugurato il nuovo impianto, uno di quei fattori intangibili che potrebbero influenzare la prestazione degli “Spurs”. È una sensazione avvertita all’interno della squadra e a rivelarla sono stati Harry Winks e Dele Alli dopo la vittoria per 2-0 sul Crystal Palace, la prima partita ufficiale giocata dal Tottenham nella sua nuova casa. Per entrambi l’atmosfera del nuovo stadio potrà fare la differenza contro il City.

Com’è cambiato il Tottenham

In questi mesi è poi cambiata anche la struttura tattica del Tottenham, che pur alternando sistemi diversi ha utilizzato stabilmente le due punte e spesso anche un trequartista, sia con la linea difensiva a tre e con due interni a centrocampo, sia con la difesa a quattro e il centrocampo a rombo. Da attaccanti giocano solitamente Harry Kane e Heung-min Son, ma nelle recenti sfide contro il Liverpool e il Southampton di fianco a Kane c’era Lucas Moura. Nella partita contro il City dello scorso ottobre Mauricio Pochettino aveva invece schierato un 4-2-3-1 rinunciando a tre dei giocatori offensivi più importanti: Son, Eriksen e Alli, con questi ultimi due che erano entrati dalla panchina.

La formazione del Tottenham a ottobre. Da notare il baricentro a 44,9 metri, piuttosto basso per una squadra aggressiva come il Tottenham e la difficoltà a stabilire connessioni. Le più intense sono sulla catena sinistra, mentre a destra la linea più marcata unisce Lamela e Sissoko, che da esterno offensivo ha tenuto invece una posizione media più bassa di Trippier.

Pochettino è tornato a schierare Son di fianco a Kane nell’ultima partita contro il Crystal Palace, ma ha sperimentato a centrocampo scegliendo una coppia di interni offensiva e abituata a muoversi in avanti come Sissoko e Alli. Quest’ultimo in particolare rimaneva più bloccato davanti alla difesa per aiutare la prima costruzione, mentre Sissoko, partendo dal centro-destra, era più libero di avanzare. Entrambi però non si facevano problemi a lasciare la loro posizione per partecipare la manovra inserendosi o tagliando sull’esterno, scoprendo quindi il centro in caso di palla persa.

Per dare equilibrio alle transizioni difensive erano importanti le letture del terzino sinistro, Davies, che non poteva allontanarsi troppo dai difensori centrali, anche perché a dare ampiezza ci pensava già Rose. A destra invece era Trippier ad alzarsi, facendo accentrare Eriksen, che si muoveva dietro il centrocampo del Crystal Palace con Son e Kane.

Senza Dier, che da dicembre in poi ha avuto diversi problemi fisici e ha giocato pochissimo, e Dembélé, ceduto al Guangzhou nel mercato invernale, Pochettino ha dovuto trovare nuove soluzioni a centrocampo e si è affidato soprattutto a Winks, trovandosi in emergenza quando anche quest’ultimo ha avuto un infortunio. Winks è comunque entrato dalla panchina contro il Crystal Palace ed è a disposizione. È impensabile riuscire a contenere la manovra del City, e in particolare le sue mezzali, senza avere una buona protezione degli spazi davanti alla difesa. Winks offrirebbe più garanzie e riporterebbe Alli in zone più avanzate, dove le sue qualità e il suo senso per gli inserimenti possono svilupparsi in modo compiuto.

Il City scoppia di salute

A differenza del Tottenham, il City ha giocato nell’ultimo weekend, conquistando la finale di FA Cup grazie alla vittoria per 1-0 sul Brighton. La squadra di Guardiola è stata meno brillante del solito, ha fatto una certa fatica a legare la prima costruzione e la manovra in zone avanzate contro la difesa bassa del Brighton, ma ha messo a rischio la qualificazione solo su una situazione confusa sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

Dopo la partita Pep Guardiola ha ammesso che la sua squadra ha avuto delle difficoltà, ma si tratta comunque di dettagli, visto che negli ultimi due mesi il City ha sfiorato la perfezione, vincendo tutte le partite dopo la sconfitta contro il Newcastle di fine gennaio e conquistando il primo titolo, la Coppa di Lega nella finale contro il Chelsea di Maurizio Sarri.

Il gioco è ormai collaudatissimo e trova ogni volta soluzioni diverse che permettono di superare tutte le strategie difensive avversarie, che puntino ad aggredire in alto il possesso del City o ad aspettarlo coprendo gli spazi. Oltretutto Kevin De Bruyne, il giocatore che è più mancato in questa stagione a causa di alcuni problemi fisici, è in forma strepitosa e nelle ultime due partite ha segnato un gol al Cardiff da una posizione quasi impossibile e ha servito l’assist per il gol decisivo di Gabriel Jesus contro il Brighton. Il City ha dovuto rinunciare a De Bruyne per diversi mesi ma ha ancora la possibilità di chiudere la stagione con quattro titoli: forse niente meglio di questo fa capire quanto sia profonda la sua rosa e il livello raggiunto dal suo gioco.

I “Citizens” sembrano arrivare meglio ai quarti di Champions League rispetto alla scorsa stagione, quando furono eliminati da un’altra squadra inglese capace di momenti di aggressione furiosa e particolarmente brillante nelle ripartenze in campo aperto, il Liverpool. Il Tottenham di oggi, pur potendo giocare una partita aggressiva e avendo un potenziale offensivo di alto livello che può esaltarsi negli spazi, sembra una squadra meno pericolosa e oltretutto non è nemmeno in un gran periodo, visto che nelle ultime sette partite ha accumulato quattro sconfitte e ha vinto solo due volte. Il momento di forma e il dominio mostrato dal City nell’unico precedente in stagione fanno pensare che la squadra di Guardiola sia la chiara favorita, ma gli “Spurs” hanno qualità e organizzazione per mettere in crisi le certezze dei “Citizens” e regalare una sorpresa.