Barcellona-Liverpool, le chiavi tattiche della sfida

Champions League

Daniele V. Morrone

Il Liverpool proverà a pressare alto, ma con un Firmino non al meglio potrebbe avere problemi nel proporre il solito attacco diretto, il Barcellona si affida ancora una volta a Messi, il miglior giocatore della competizione. Diretta esclusiva dalle 21 su Sky Sport

BARCELLONA-LIVERPOOL LIVE

Quando si arriva a questo punto della Champions League, indicare uno scontro come finale anticipata sarebbe ingiusto e poco lungimirante, ma è innegabile che a scontrarsi stasera non saranno un outsider e una contendente alla vittoria finale, o due outsiders come sono Ajax e Tottenham, ma a tutti gli effetti due tra le principali contendenti da inizio stagione. Barcellona e Liverpool daranno vita a una lunga finale di 180 minuti - a cui poi seguirà un’altra finale di 90’, e ovviamente conta vincerle entrambe - sia per la qualità del loro gioco e dei giocatori, ma soprattutto per la narrazione perfetta per una finale: la squadra con il miglior collettivo, contro la squadra con il miglior giocatore.

Oppure: la squadra con l’allenatore più carismatico, Klopp, contro quella con il tecnico più attento a lasciare ai giocatori i riflettori, Valverde. Barcellona-Liverpool sarà la sfida tra due grandi squadre mature, abituate a questi palcoscenici e con le armi giuste per affrontare tutti i tipi di partita. Non esiste più l’idea di un Liverpool tutto fuoco e fiamme contro un Barcellona attento a mantenere bassi ritmi per sviluppare con calma il suo attacco posizionale: i Reds ormai sono tanto bravi a correre come ad accerchiare i rivali nella propria area, mentre i blaugrana di quest’anno sono a proprio agio anche nell’attaccare sfruttando le transizioni offensive.

Che partita vedremo al Camp Nou

Per la partita di andata, con l’eccezione di Firmino in dubbio fino alla fine per problemi fisici, le due squadre sono al completo. L’assenza o meno di Firmino ovviamente cambia il sistema di gioco del Liverpool, perché partendo sempre dal 4-3-3, la sua presenza significa l’utilizzo di un falso 9, mentre quella di Sterling di una punta pura (per quanto l’inglese si sforzi di venire incontro al centrocampo e creare spazi non ha la stessa sensibilità del brasiliano).

Nonostante questa differenza, visibile soprattutto quando il Liberpool ha la palla, è comunque probabile che la strategia del Liverpool al Camp Nou sia la stessa di sempre: puntare da subito a una pressione alta che metta in difficoltà l’uscita del pallone del Barcellona, pressare alto per recuperare centralmente palla, se possibile in una situazione di parità numerica, e lanciare sui tagli degli attaccanti esterni, Mané e Salah, nello spazio tra il terzino e il centrali del Barcellona (che, in fase offensive, naturalmente non resteranno in linea).

Klopp potrebbe attuare una strategia, quindi, che costringa il Barcellona a concentrarsi soprattutto su come mantenere sicuro il possesso: spingendo Busquets ad abbassarsi tra i centrali, le due mezzali Arthur Melo e Rakitic dietro la linea di centrocampo, Messi a ricevere spalle alla porta vicino al centrocampo. Questa è la prima chiave per rendere farraginosa la manovra del Barcellona, ed è una cosa che naturalmente è nelle corde del Liverpool.

Certo, la capacità del Barcellona di utilizzare Ter Stegen con i piedi per far arrivare in maniera pulita il pallone sulle fasce potrebbe essere la chiave opposta, quella con cui far respirare l’uscita del pallone e permettere alla squadra di Vlaverde di giocare dietro la prima linea di pressione avversaria, creando problemi a catena e permettendo a Messi di non doversi abbassare troppo.

Così il Manchester United ha spaventato il Camp Nou nei primi 10 minuti del ritorno, prima di rallentare i ritmi e finire schiacciato e probabilmente così vorrà pressare anche Klopp, che con la sua squadra può farlo in modo continuativo.

Il duello che può decidere la partita

Vista la probabile strategia del Liverpool, e l’importanza di Messi per tutto il sistema offensivo del Barcellona, è chiaro che dal punto di vista tattico lo scontro tra il miglior difensore della competizione, cioè Virgil van Dijk (da poco nominato miglior giocatore della stagione in Premier League dai suoi stessi colleghi), e il miglior giocatore offensivo sarà centrale. E forse proprio per non avere troppa pressione van Dijk nel prepartita ha provato e togliersi da sotto le luci dei riflettori. Quando gli hanno chiesto del suo scontro con Messi, ha risposto: «Penso che sia il miglior giocatore al mondo, ma se pensi a come giochiamo, a come difendiamo, noi non difendiamo 1 contro 1, lo facciamo tutti insieme e attacchiamo tutti insieme. Quindi vedremo, saremo pronti».

Van Dijk praticamente non è mai stato superato in tutta la stagione (qualcuno gli rinfaccia il gol di Coman in Germania-Olanda, in cui comunque il tedesco finisce a calciare a giro da fuori area) e si troverà stasera a dover affrontare il giocatore più sfuggente e creativo palla al piede. Con il suo mix di fisicità e letture difensive sopraffine, il lavoro di van Dijk nell’1 contro 1 sarà fondamentale, e se poi riuscisse ad andare bene in anticipo su Messi lo costringerebbe anche ad allontanarsi dall’area per ricevere, cosa che ovviamente è un bene per il Liverpool.

Per capirci: il 41.3% di tutti i gol e assist del Barcellona in questa stagione sono arrivati dai piedi di Messi, e più lo si allontana dall’area e meno può influire in tale aspetto.

Il Barcellona proverà probabilmente a far muovere Suárez alle spalle di Messi, per allungare la difesa e creare proprio lo spazio in cui far operare Messi. Stretto tra i due fuochi, van Dijk sarà continuamente stimolato a scegliere se andare in anticipo sul 10 o rimanere in copertura del 9, gestendo la linea per mandarlo in fuorigioco. Dalla sua capacità di vincere lo scontro diretto con Messi lontano dall’area di rigore dipenderà tantissimo della capacità del Liverpool di fare la sua partita in casa del Barcellona.

E invece, dalla capacità di Messi di superare van Dijk mettendola sulla velocità e la tecnica dopo il primo controllo, dipenderà molto del numero di occasioni in cui potrà arrivare frontalmente in conduzione nell’area di rigore del Liverpool. Moltissimo del potenziale offensivo del Barcellona, che giocando l’andata in casa deve provare a tutti i costi a segnare per avere un vantaggio utile per il ritorno ad Anfield.