Con il ritorno di Son, gli "Spurs" sono più pericolosi in ripartenza e hanno più possibilità di rimontare la sconfitta subita all'andata. Non sarà semplice comunque, e non solo per il palleggio raffinato dell'Ajax, ma anche perché quella di ten Hag è una squadra matura che sa interpretare i vari momenti della partita
La partita di andata tra Ajax e Tottenham ci ha dato un’ulteriore conferma sul fatto che la squadra di ten Hag non sia solo incontenibile nelle sue fasi di possesso avanzato, ma che buona parte del suo percorso in questa sorprendente Champions League sia dovuto alla capacità di interpretare i momenti della partita anche adattandosi a contesti differenti. Dopo la gara di Torino, in cui gli olandesi hanno accettato una prima fase fatta di insistenti percussioni della Juventus, sfoggiando un’ottima difesa posizionale, nella partita di Londra abbiamo assistito al processo inverso: nel secondo tempo, in particolar modo grazie alla sostituzione forzata Vertonghen-Sissoko, i padroni di casa hanno modificato il loro atteggiamento, riuscendo a spezzare meglio i possessi palla dell’Ajax, che a sua volta ha modificato la disposizione del pressing per neutralizzare gli attacchi del Tottenham. Con il ritorno di Son e un passivo tutto sommato non proibitivo, la seconda parte della semifinale non ha condizioni scoraggianti per gli Spurs, che proveranno a ripartire dai buoni segnali del secondo tempo di Londra.
La marcatura a uomo contro l’Ajax è un rischio
L’Ajax di ten Hag ama sovraccaricare la zona palla con tanti uomini, attraverso un gioco posizionale fluido e difficile da leggere per gli avversari. Sfrutta le combinazioni veloci, alimentate da esecuzioni tecniche sempre perfette, per costringere l’avversario a marcare da vicino tutti gli appoggi, che altrimenti arriverebbero in area con grande rapidità. È una trappola però, perché a questo punto, una volta creato lo scompenso nella metà campo opposta, dalla trequarti alla fascia, l’Ajax riesce a trasferire il pallone dove c’è più spazio, grazie a delle trasmissioni orizzontali e diagonali rischiose ma efficaci.
In questo gol contro il Willem II in finale di Coppa d’Olanda, un grande tema offensivo della squadra di ten Hag. Sovraccarico iniziale di 5v5 sulla fascia sinistra, con tutto il tridente offensivo collassato in zona palla, l’appoggio di un mediano e la sovrapposizione interna del terzino di parte. Al primo varco utile, l’Ajax va in orizzontale sfruttando l’abilità nel passaggio di prima e attacca la difesa avversaria sul lato debole, in questo caso sfruttando l’inserimento del terzino opposto.
Con l’utilizzo di un sistema di marcature prevalentemente orientato all’uomo, come quello usato all’andata da Pochettino, il rischio è di farsi attirare fuori posizione e aumentare gli scompensi nella zona centrale del campo, garantendo così all’Ajax ulteriori vie per attaccare la porta, ad esempio andando in verticale alle spalle dell’uomo in pressione, sfruttando magari il movimento del “terzo uomo”.
Con l’infortunio di Vertonghen, Pochettino è passato a una linea difensiva a 4, abbassando Trippier e Rose e inserendo Sissoko a centrocampo. Ha così potuto beneficiare sia dell’eccellente apporto del francese nelle pressioni individuali (ha finito la gara col maggior numero di palloni recuperati), sia di una disposizione più comoda per difendere la zona. Nel secondo tempo, una volta digeriti i nuovi meccanismi di scalata, il Tottenham è riuscito a limitare gli attacchi dell’Ajax, pertanto è possibile che Pochettino riproponga il tema dal primo minuto all’Amsterdam ArenA.
Il Tottenham dovrà sfruttare meglio le ripartenze
Nonostante i correttivi, nemmeno nel secondo tempo dell’andata gli Spurs sono riusciti a ottimizzare la produzione offensiva: Llorente, importante per risalire il campo, è stato poco preciso nella gestione dei palloni e anche un po’ impacciato negli ultimi metri.
L’assenza più grave, però, è stata quella di Son. Il coreano viene da una stagione straordinaria, in cui si è dimostrato letteralmente implacabile per le difese avversarie, grazie al suo dinamismo e alla capacità di attaccare la profondità. Uno degli aspetti più interessanti del suo gioco è la predisposizione alla lettura delle transizioni offensive mediante letture preventive.
In occasione del secondo gol nel ritorno contro il City, Son guadagna un vantaggio decisivo intuendo in anticipo che Lucas sarebbe arrivato sul pallone. Il brasiliano è stato bravo a controllare palla bene per condurre la ripartenza, ma il movimento di Son è stato determinante per mettere in difficoltà la difesa della squadra di Guardiola. Rinunciando contemporaneamente a Son e Kane, il Tottenham perde molta di questa lucidità, che è alla base della riuscita delle sue transizioni.
Recuperato il coreano, Pochettino ha due strade: affiancargli Llorente per sfruttare sia di un riferimento importante sulle palle lunghe, sia di una punta più “manovriera”, che consenta a Son di sprigionare i suoi attacchi alla profondità; oppure schierare una coppia leggera con Lucas, per cercare di sorprendere la linea olandese attraverso il dinamismo.
La continuità tattica degli Spurs farebbe pensare più alla prima strada. Il Tottenham dovrà essere bravo a sfruttare gli attacchi sul corridoio centrale, cercando la ricezione tra le linee immediata per poter sfruttare a proprio favore i tanti giocatori dell’Ajax sopra la linea della palla durante la fase di possesso, attaccandoli alle spalle e costringendo la linea difensiva a rompersi per temporeggiare mentre scappa all’indietro.
Sarà una semifinale combattuta tra due squadre molto, molto organizzate. Come sempre, a un livello così alto a fare la differenza saranno soprattutto i dettagli, gli episodi e la flessibilità - soprattutto mentale - dei ventidue in campo e dei due allenatori, entrambi alla gara più importante della loro carriera.