Il presidente della Juventus è stato confermato alla guida dell'ECA fino al 2023. La riforma delle competizioni europee l'obiettivo primario: "Modalità da definire, ma bisogna sviluppare il calcio internazionale a livello di club. Sono loro a formare un giocatore e a prendersi i rischi economici maggiori"
Il lavoro di Andrea Agnelli è stato apprezzato. Il presidente della Juventus, infatti, è stato confermato alla guida dell'ECA, ovvero l'associazione dei club europei, fino al 2023: "Sono molto felice di come si è svolta la nostra assemblea generale - le sue parole - tutti cercheremo di fare gli interessi delle competizioni future: non esiste una mia parte o un’altra parte, ma soltanto la parte del calcio. Nel nome dell’unità, assieme al presidente Uefa Ceferin. In un processo aperto e trasparente”. Lo sguardo è proiettato al 2024, anno a partire dal quale ci sarà una riforma delle competizioni europee: "Il cambiamento verrà portato avanti. Le modalità sono ancora da definire, ma vi è unità di intenti sul fatto che bisogna sviluppare il calcio internazionale a livello di club". La sua prima proposta riguardo a tale riforma - che consisteva in una Champions a quattro gruppi da otto squadre e 24 posti garantiti per la stagione successiva - non era stata accolta in maniera positiva: "Ma quel progetto era un punto di partenza per la riflessione ed è invece stato inteso come punto di arrivo. Il progetto finale potrebbe somigliare a quello di partenza, che ritengo molto buono, o no. Non lo so. Non c'è fretta. Il termine massimo per mettersi d'accordo con l'Uefa ed i vari partner è il 2022, anche se spero si trovi una soluzione prima - ha aggiunto Andrea Agnelli - Sempre nell'interesse non solo dei club più ricchi ma di tutto il calcio europeo". Il presidente della Juventus ha ammesso che nessuna formula potrà raggiungere l'unanimita'. "Una proposta adottata dal 70-80 per cento dei membri sarebbe già ottima."
Gli ostacoli
Per trovare una soluzione che accontenti una larga maggioranza, gli ostacoli sono tuttavia numerosi. Il primo riguarda la questione dell'ammissione diretta, tramite i risultati della Champions e la tradizione europea dei vari club alla competizione: "Si può trovare un compromesso. La situazione attuale non è certo ideale. Basta pensare a quanto ha dovuto sudare un club col blasone dell'Ajax per accedere alla Champions". Ancor più delicata la questione del calendario, già parecchio intasato. "La data del 2024 non è stata scelta a caso, in quanto il calendario internazionale non è ancora stato definito. Sappiamo che si tratta di una prerogativa della Fifa, con la quale siamo spesso in contatto". Per far quadrare il cerchio, ossia liberare date supplementari per gli impegni europei, sembra comunque inevitabile diminuire il numero di gare domestiche di club o gli impegni per le nazionali: "I club sono al centro di tutto. Sono loro che formano i giocatori e che prendono tutti i rischi economici - ha detto - lavoriamo a stretto contatto con l'Uefa. E ovviamente, sarà l'Uefa ad approvare ed annunciare un nuovo format, quando sarà il momento". Dopo un periodo intenso, l'Eca si prende qualche mese di riflessione per mettere a punto un nuovo progetto: la prossima assemblea generale è prevista a fine marzo 2020, a Budapest.