
Sorteggiato a Ginevra il cammino dei biancocelesti di Simone Inzaghi nella fase a gironi. Urna che sorride ai capitolini, tornati in Champions dopo 13 anni di assenza. Il gruppo F presenta gli ostacoli Borussia Dortmund, Zenit St Pietroburgo e Club Bruges: conosciamole meglio

Borussia Dortmund, Zenit e Bruges: ufficiali le avversarie della Lazio nel gruppo F della Champions League 2020/21. Campioni di esperienza, giovani talenti pronti all'exploit e un nuovo confronto con i tedeschi dopo la doppia sfida della Coppa Uefa 1994/95. Esaminiamo le rivali dei biancocelesti

BORUSSIA DORTMUND, LA FORMAZIONE TIPO. Un 3-4-2-1 molto offensivo quello con cui giocano i tedeschi da ormai un bel po' di tempo. Emre Can, arrivato a gennaio scorso, fa il regista difensivo, con due terzini di spinta a centrocampo, Meunier e Guerreiro. A guidare il reparto offensivo è Haaland, ma non mancano alternative di spessore in tutte le zone del campo: da Dahoud a Brandt per finire a Reyna

L'ALLENATORE, LUCIEN FAVRE. Dopo aver portato il Nizza ai vertici della Ligue 1, lo svizzero ha cominciato il suo terzo anno alla guida del Borussia. Nelle ultime stagioni ha dato continuità al bel gioco espresso dai suoi predecessori, ma non è riuscito a spodestare il Bayern dal trono di Germania. In questo 2020-21 ha cominciato con una grande vittoria, perdendo però la successiva sfida con l'Augsburg e la Supercoppa tedesca contro i bavaresi

IL CAPITANO, MATS HUMMELS. Tornato a Dortmund dopo i tre anni al Bayern, il centrale difensivo guida con personalità la retroguardia dei gialloneri. Tra prima e seconda esperienza ha raggiunto le 354 presenze con la maglia del Borussia e ancora oggi, con 32 anni da compiere a dicembre, resta uno dei migliori interpreti nel suo ruolo

IL PUNTO DEBOLE. L'età media di 24.75 anni (dato Transfermarkt) è una grande nota di merito, ma rischia di essere pagata a caro prezzo in una competizione difficile ed esperta come la Champions. Il gioco molto offensivo, inoltre, produce inevitabilmente degli spazi in contropiede: la non solida difesa diventa quindi una delle vie utili per la Lazio per strappare punti contro i gialloneri

LA STELLA, JADON SANCHO. Giocatori di alto livello ce ne sono tanti nella compagine di Favre, ma il nome più importante al momento è quello dell'inglese classe 2000. Nonostante la giovanissima età, il trequartista giallonero vanta già oltre 100 presenze con il Borussia, con numeri straordinari in attacco: 35 gol e 45 assist

L'ULTIMO MERCATO. Anche l'ultima sessione di calciomercato, ancora in corso, è stata improntata sui giovani. È arrivato, infatti, 17enne Bellingham per 23 milioni di euro, ma non è stato l'unico rinforzo. Tra la voce acquisti si segnala anche Reinier, preso in prestito dal Real Madrid dopo il ritorno alla base (con successiva cessione all'Inter) di Hakimi, e Meunier, approdato a costo zero dal Psg. Hanno salutato i gialloneri Gotze e Toprak

COSÌ IN EUROPA. Proprio contro il Psg è arrivata l'ultima delusione europea del Borussia. Sconfitta a Parigi dopo il successo nella gara di andata ed eliminazione agli ottavi di finale. La squadra di Dortmund è sempre presente ai gironi di Champions dal 2015-16, ma negli ultimi anni non è mai riuscita ad approdare alla fase finale

ZENIT SAN PIETROBURGO, LA FORMAZIONE TIPO. I russi scendono in campo con un classico 4-4-2, con un esterno prettamente offensivo come Malcom e uno più difensivo come Erokhin. La cerniera di centrocampo punta più sulla fisicità, così come in attacco, dove la squadra di San Pietroburgo punta sul fiuto del gol di Dzyuba e Azmoun

L'ALLENATORE, SERGEY SEMAK. Dopo un buon biennio all'Ufa, il 44enne russo è stato ingaggiato nel 2018 dallo Zenit, squadra nella quale aveva chiuso la carriera da calciatore e dove aveva fatto da assistente allenatore a Spalletti. Succeduto a Mancini sulla panchina di San Pietroburgo, ha riportato il club a dominare in patria. Più difficoltà, invece, in Europa dove ha pagato spesso il suo atteggiamento troppo accorto e poco coraggioso

IL CAPITANO, ARTEM DZYUBA. È allo Zenit dal 2015, fatta eccezione per sei mesi in prestito all'Arsenal Tula, e in questo lungo periodo ha raccolto 180 presenze complessive, condite da 80 reti e 55 passaggi vincenti. Attaccante di peso, è un giocatore molto apprezzato dai suoi allenatori per la capacità di allargarsi e giocare per la squadra. Nonostante questo, la sua media gol resta alta ed è una minaccia costante sulle palle alte

IL PUNTO DEBOLE. Come scritto precedentemente, è probabilmente l'eccessiva accortezza tattica a danneggiare lo Zenit in Europa. Tanta fisicità e poca tecnica rischiano di non essere elementi sufficienti per dire la propria e vincere le partite. Altra nota dolente è una difesa con l'età avanzata che rischia di crollare davanti alla brillantezza offensiva dei biancocelesti

LA STELLA, MALCOM. Un giocatore da temere per la Lazio è invece l'esterno verdeoro, passato allo Zenit con l'obiettivo di rilanciarsi dopo la deludente avventura a Barcellona. Un'avventura, quella blaugrana, che gli ha comunque permesso di acquisire esperienza e aggiungerla a un bagaglio tecnico importante per un esterno offensivo. Non va dimenticata la sua storia: poteva finire a Roma, sponda giallorossa, ma sul volo per la capitale cambiò idea e si unì al Barça

L'ULTIMO MERCATO. Un unico rinforzo per migliorare la rosa della scorsa stagione: Dejan Lovren, fresco campione d'Inghilterra dopo il trionfo in Champions, è arrivato allo Zenit per alzare il livello qualitativo e di leadership della difesa

COSÌ IN EUROPA. Lo Zenit è una presenza costante nei gironi di Champions, ma raramente è riuscito ad approdare alla fase a eliminazione diretta. Il miglior risultato recente sono gli ottavi, raggiunti l'ultima volta nel 2015-16, mentre nella passata stagione ha chiuso all'ultima posizione in un gruppo modesto, non riuscendo neanche a conquistare un posto per l'Europa League

CLUB BRUGES, LA FORMAZIONE TIPO. La squadra belga tendenzialmente scende in campo con un 4-3-3 ricco di fantasia nel suo tridente offensivo, composto da De Ketelaere, Dennis e Diatta, con Krmencik alternativa di spessore. A centrocampo guida l'esperienza Vormer, così come tra i pali c'è l'ex Liverpool MIgnolet. La duttilità è a prerogativa della difesa, con Mata e Ricca pronti a invertirsi

L'ALLENATORE, PHILIPPE CLEMENT. Il 46enne di Anversa è alla seconda stagione alla guida del Bruges, dopo aver collezionato 254 presenze da calciatore e aver allenato le formazioni giovanili. Con i giovani a disposizione prova a imporre un gioco aggressivo e offensivo, a prescindere dall'avversario. Ha vinto al primo colpo il campionato, sospeso dopo il coronavirus, e poi ha disputato una stagione positiva in Europa, terminata di fronte al Manchester United

IL CAPITANO, RUUD VORMER. Arrivato nell'estate del 2014 dal Feyenoord, l'olandese vanta fin qui 277 presenze con il Bruges. Abile in entrambe le fasi di gioco, guida con personalità il centrocampo della squadra belga e nell'ultima stagione ha realizzato 14 assist personali in campionato. È il giocatore con più esperienza in Europa, insieme a Mignolet

IL PUNTO DEBOLE. La scarsa esperienza dei compagni di Vormer rischia di essere un ostacolo insormontabile per i ragazzi di Clement. Poche presenze sommate in Champions e una predilezione al gioco offensivo che potrebbe essere un azzardo contro la tecnica degli avversari presenti nel gruppo F

LA STELLA, DENNIS BONAVENTURA. Classe '97, è alla sua quarta stagione con il Bruges. Attaccante moderno, dotato di buona tecnica e un'importante accelerazione, deve migliorare sotto porta ma lo scorso anno ha incantato al Bernabeu, segnando una doppietta contro il Real Madrid

L'ULTIMO MERCATO. Non ci sono stati rinforzi in questo calciomercato per il Club Bruges. Gli unici volti nuovi per Clement, oltre a qualche ritorno dal prestito, sono due ragazzi arrivati dal settore giovanile: il portiere Lammens e il centrocampista Van den Keybus, sceso in campo una volta fin qui

COSÌ IN EUROPA. L'ultima esperienza in Europa, come scritto, è terminata contro il Manchester United: eliminazione nei sedicesimi di Europa League, dopo il 3° posto conquistato nei gironi di Champions in un raggruppamento tosto formato da Real Madrid, Psg e Galatasaray. Arrivato in finale nell'edizione 1977-78, il Bruges non è mai approdato alla fase ad eliminazione diretta nelle poche partecipazioni che l'hanno visto protagonista recentemente