Neymar, dopo l'urlo in faccia a Kimmich l'abbraccio ad Alaba: ecco perché
IL PRECEDENTEL'immagine che ha colpito tutti al termine di Psg-Bayern è stata quella dell'esultanza di Neymar e Paredes a due passi dallo sconfitto Kimmich. Ma poi il brasiliano ha bruscamente interrotto le celebrazioni per abbracciare e consolare Alaba, come il difensore del Bayern aveva fatto con lui al termine della finale del 2020
Psg-Bayern, fischio finale. Rivincita francese e occhi puntati su Neymar. È il brasiliano il primo giocatore in festa ad essere inquadrato, e l'immagine che ha colpito tutti è stata quella della sua esultanza insieme al compagno di squadra Paredes, proprio in faccia a Kimmich. Ma poi anche un altro scatto, una fotocopia a parti invertite del 2020. L'abbraccio con Alaba è l'essenza dello sport e del calcio: rispetto, grandezza che riconosce grandezza, empatia. Ma partiamo dalla prima istantanea: Kimmich in mezzo ai due fuochi. Orsato chiude la sfida epica tra francesi e tedeschi ed ecco esplodere l'urlo di Neymar verso il compagno Paredes, che ricambia con enorme trasporto. Curioso: proprio Paredes era stato inquadrato dalle telecamere tv al termine della finalissima della scorsa edizione a dare un bacio a un Neymar in lacrime. Nel frattempo la tristezza è diventata euforia, catturata in una foto - quella dell'urlo - destinata ad entrare già nell'album degli scatti più iconici della Champions attuale, se non della storia della competizione. C'è tutto: due grandi squadre che hanno dato vita ad una (doppia) grande sfida, piena di spettacolo, giocate, gol, tunnel, dribbling. C'è la rivincita degli sconfitti in finale lo scorso anno. C'è l'allegria smisurata e c'è anche la delusione. Kimmich si sposta scostando Paredes, senza alcuna reazione. Conosce bene la pazza gioia di una vittoria così pesante.
Neymar spiega l'esultanza in faccia a Kimmich
Anche perché è stato lo stesso Neymar a spiegare quell'esultanza. Non certo una mancanza di rispetto verso il collega tedesco: "È divertente perché non stavo assolutamente festeggiando per creare qualche attrito con lui, ma perché lì c'era Paredes", senza dimenticarsi una frecciatina tagliente come le sue giocate: "È stato destino che proprio Kimmich fosse vicino a noi. Diceva che loro erano migliori e che avrebbero vinto, era sicuro che sarebbero andati in semifinale". E invece.
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Il doppio abbraccio con Alaba
Ma soprattutto un'altra immagine. Ancora più bella. Doppia, se riavvolgiamo col telecomando il nastro della storia della coppa. Quella di Neymar che interrompe bruscamente la propria festa per la qualificazione in semifinale e va ad abbracciare Alaba. Il sorriso lascia il posto a uno sguardo di rispetto, perché in quella frazione di secondo Neymar ricorda tutto. Ricorda la finale del 2020, quando fu Alaba ad interrompere festeggiamenti ancor più fragorosi per abbracciare e consolare il brasiliano, in lacrime. Ney non l'ha dimenticato: il rispetto genera rispetto. Come due guerrieri che posano le armi dopo la battaglia. Si sono sfidati, c'è chi ha vinto e chi ha perso. Ma così a trionfare è sempre lo sport.