Uefa, la finale di Champions League 2027 non sarà più a Milano

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Lorenzo Fontani

Lorenzo Fontani

Ufficiale la decisione per la finale di Champions del 2027. "È stato deciso di non assegnare la finale a Milano e di riaprire la procedura di gara", si legge nel comunicato dell'Uefa. Il motivo è dovuto ai possibili lavori di ristrutturazione che riguarderanno l'area di San Siro e dintorni in quel periodo. La Figc valuta di 'candidare' l'Olimpico di Roma

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Dispiace, ma non può sorprendere la decisione del Comitato Esecutivo dell'Uefa, riunito a Praga, di revocare l'assegnazione della finale di Champions 2027 allo stadio Meazza di Milano. Non sorprende certo la Figc, il cui presidente Gravina dell'Uefa è uno dei vicepresidenti, né il Governo. Il ministro per lo Sport e i giovani Abodi ha parlato di scelta annunciata, visto che dopo l'inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2026 lo stadio di San Siro, o comunque l'area circostante se andasse in porto il progetto di costruire uno stadio nuovo, potrebbe essere un cantiere aperto.

Ipotesi Olimpico di Roma, la Figc ci pensa

D'altronde l'assegnazione stessa, nel maggio scorso, era stata fatta dall'Uefa con riserva da sciogliere entro settembre. Ma settembre è passato e nessuno può fornire al momento certezze sul destino del Meazza, ancora oggetto di discussioni e trattative tra il Comune e le due squadre milanesi. Non è comunque escluso che la finale possa disputarsi in Italia: con le candidature riaperte, infatti, la Federcalcio sta valutando seriamente la possibilità di mettere in campo l'Olimpico di Roma, unico stadio al momento in grado di soddisfare i requisiti richiesti dall'Uefa, che prenderà una decisione definitiva entro maggio 2025.

Milano punto fermo per Euro 2032

Milano, ha aggiunto Abodi, rimane un punto fermo per gli Europei del 2032, quelli che l'Italia organizzerà insieme alla Turchia. Non c'è dubbio, anche perché per quella data se non sarà San Siro significherebbe avere comunque almeno un impianto nuovo per Milan e Inter. Per le altre sedi, a parte Roma e Torino certe, c'è invece ancora da lavorare. Mancano due anni per la lista definitiva, ma l'esperienza insegna che passano in fretta.