Filippo Missori, chi è il terzino all'esordio con la Roma in Conference League

Conference League

Arrivato alla Roma all'età di 9 anni, Missori corona il sogno di esordire tra i professionisti con la maglia della sua squadra del cuore. Grazie a Mourinho, che ne segue con curiosità l'evoluzione tattica: nasce terzino ma gioca esterno di centrocampo. Ma per gli addetti ai lavori sarà un grande interno...

È uscito dal campo con il pallone della partita, gentile omaggio di José Mourinho che già gli aveva fatto il regalo dell’esordio assoluto tra i professionisti con la maglia della Roma. Filippo Missori abbraccia lo Special One con un’espressione di gratitudine e un sorriso che rivela quanto ancora stenti a credere a ciò che gli è successo nemmeno un quarto d’ora prima. Il pallone di Mou serve anche a quello, a ricordarglielo anche nei prossimi giorni.

"Ieri era a scuola, oggi è in prima squadra"

A 17 anni e 8 mesi (è nato il 24 marzo 2004), Missori ha già un record in tasca: è il primo della sua annata a esordire nelle coppe europee con un club italiano. È successo al minuto 79 di Roma-Zorya, di Conference League: con il 4-0 già in tasca, Mourinho fa alzare dalla panchina il giovane terzino destro, e lo manda ad assaporare il clima europeo in campo al posto di Mkhitaryan. La storia dello Special One insegna che al portoghese piace battezzare i giovani del vivaio dei club in cui lavora, specialmente quelli che vede lavorare bene e impegnarsi in allenamento. Come a voler dare loro una lezione innanzitutto di vita: attraverso l’impegno si raggiungono i traguardi, anche quelli che sembrano impossibili. “Ha giocato la prima partita a 17 anni con la sua amata Roma”, commenta infatti Mourinho a fine gara. “Ieri sono andato a scuola, era con gli altri ragazzini e oggi è in prima squadra. È un traguardo importante per lui e i suoi amici di scuola”.

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Filippo Missori esce dal campo con il pallone della partita, regalatogli da Mourinho come ricordo del suo esordio con la Roma

Nasce terzino, ora fa l'esterno

Così, dopo aver già attinto dalla Primavera di De Rossi con Felix (altra favola) e Zalewski, Mou ha chiesto in prestito anche Missori, vista l’emergenza in difesa. Negli ultimi tempi il ragazzo ha fatto la spola tra Primavera e prima squadra, allenandosi spesso sotto l’occhio attento di Mourinho, e un mese fa ecco il primo riconoscimento, quando viene convocato per la partita casalinga con il Napoli, restando in panchina per tutto il tempo ma iniziando a respirare l’aria dell’Olimpico. Nel frattempo, Missori resta un punto fermo della sua Primavera: 7 gare sempre da titolare sulla destra, dove nasce terzino e ha imparato a giocare anche più avanzato. Quest’anno infatti la squadra di De Rossi gioca con un 3-4-1-2 in cui Missori parte sulla linea dei centrocampisti: sempre titolare nelle gare in cui era a disposizione, tenendo in panchina il francese Louakima, arrivato dal Paris Saint-Germain e che ha un anno in più.

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Dalla Romulea alla Roma

La Roma, inutile dirlo, è la sua squadra del cuore. Ci approda a 9 anni, dopo aver giocato nella Romulea, e in giallorosso chiude due campionati nazionali vincendo lo scudetto: nel 2018-19 con l’Under 15 (finale vinta contro il Milan), nella passata stagione con l’Under 17, in finale contro il Genoa (la sua stagione con l’Under 16, invece, non fu terminata a causa della sospensione dei campionati per il Covid). È lì che inizia a familiarizzare con il centrocampo, giocando esterno in una mediana a cinque, nonostante il suo allenatore, Piccareta, gli pronosticasse un futuro in mezzo al campo: “Diventerà un grande interno di centrocampo. Del resto, anche da terzino gioca in modo molto moderno: viene dentro al campo, è intelligente, ha qualità e tecnica”. Intanto riesce a restare anche con i piedi per terra e anche nelle sue parole a fine partita, la sua “prima intervista”, traspare tutta la sua freschezza: “Un’emozione indescrivibile, io che sono cresciuto dentro questa società, il mister mi ha chiamato e mi ha dato questa opportunità e lo ringrazio molto per questo. Mi sono fatto trovare pronto senza timore e senza ansia, ci abbiamo scherzato su prima di entrare. Il mister è un grande allenatore da sempre ed è un privilegio allenarmi con lui: il sacrificio che faccio è stato ripagato. La dedica? Alla mia famiglia, che mi è stata vicino nei momenti sia belli che brutti, i miei amici che erano allo stadio e alla mia ragazza".

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