Juve sempre in piedi dopo i ko. Ma questa Lazio...

Coppa Italia

Vanni Spinella

Lazio sinonimo di "rinascita", per Allegri, che proprio contro i biancocelesti provò per la prima volta il modulo a 5 stelle. La squadra di Inzaghi, però, può contare su numeri da capogiro e su una tradizione favorevole in Coppa Italia

Le “idee strampalate”, per usare le parole di Massimiliano Allegri, nascono quando meno te lo aspetti. Spesso dopo una bruciante sconfitta. Per cui chissà cosa dobbiamo aspettarci adesso, dopo il ko contro la Roma e alla vigilia della finale di Coppa Italia con la Lazio.

L’ultima volta che accadde era gennaio e Allegri se ne uscì con la pazza idea dei 5 giocatori offensivi schierati tutti insieme, in quello che è diventato il “modulo a 5 stelle”. Era stato sconfitto dalla Fiorentina, si prese una settimana di riflessione e alla giornata successiva ecco la Juve rivoluzionata e rivoluzionaria. Quella giornata, guarda un po’, giocava contro la Lazio. Vinse (2-0), dimostrò che l’equilibrio lo fanno gli uomini e non i moduli (fondamentale in questo senso l’accettazione del nuovo ruolo da parte di Mandzukic) e commentò con il sorriso di chi la sa lunga: “A volte mi vengono idee strampalate”.

Lazio, per Allegri, è dunque sinonimo di rinascita. E c’è un altro piccolo aneddoto a testimoniarlo. Stagione 2015-2016, la prima gara dell’anno è quella che, ad agosto, assegna la Supercoppa Italiana. Di fronte alla Juve ci sono la Lazio e mille quesiti a cui bisogna rispondere sul campo: è un’estate segnata da un forte rinnovamento, dopo gli addii di pilastri come Pirlo, Tevez e Vidal. Al loro posto sono arrivati, su tutti, Mandzukic e Dybala. Andranno a segno proprio loro due in quel 2-0 che, in un certo senso, significa rinascita dopo lo svecchiamento di una squadra che era arrivata comunque a giocarsi la Champions contro il Barça.

E in una nuova rinascita Allegri spera anche ora che bisogna riprendersi subito dalla delusione della festa scudetto sfumata.

A dire la verità, in stagione Allegri non ha avuto molte occasioni per meditare dopo una sconfitta. Prima di quest’ultima gli era accaduto solo 4 volte (Inter, Milan, Genoa e, appunto, Fiorentina) e la Juventus era sempre riuscita a fare tesoro dell’esperienza negativa venendone fuori con rinnovata energia e determinazione: 4-0 al Cagliari dopo la beffa firmata Icardi-Perisic, altri 4 alla Samp dopo il gol di Locatelli, tre all’Atalanta per dimenticare il Cholito, due alla Lazio, anche se in quel caso - come detto - più che il numero dei gol fu il numero delle stelle, a far notizia.

Tutto già scritto, dunque? Nemmeno per sogno. Perché quella che Allegri si troverà contro, in questa precisa fase della stagione, è una squadra che arriva lanciatissima e forte di numeri impressionanti: 3 vittorie di fila prima del ko a Firenze (che, possiamo dirlo?, conta relativamente, visto che la testa e i titolari erano già rivolti alla Juve), 18 gol segnati nelle ultime 4 partite, tra le quali c’è anche il derby.

La cosa preoccupante, restando nei panni di Allegri, è che la Lazio spesso domata in campionato, in Coppa Italia si trasforma e sa rendere le cose difficili alla Signora. Dodici precedenti, 6 vittorie della Lazio, 3 della Juve, 3 pareggi. Se pensate che in campionato la Lazio ha messo insieme 6 successi sui bianconeri nell’arco degli ultimi 20 anni (a fronte di 23 sconfitte; 11 i pareggi), capirete come cambi la musica quando ci si trasferisce in Coppa. Terza finale tra le due squadre: nel 2004 vinse la Lazio (doppia sfida finita 2-0 a Roma e 2-2 a Torino), nel 2015 la Juve si vendicò, ma che fatica (2-1 ai supplementari).

Per chiudere alla perfezione il cerchio: la sconfitta con la Fiorentina "ispirò" il cambio di modulo ad Allegri, la sconfitta con la Fiorentina è stato l'ultimo test della Lazio prima della finale. Stai a vedere che l’idea strampalata adesso viene a Inzaghi…