All'Olimpico non bastano 120' per decretare la seconda finalista della Coppa Italia: dopo lo 0-0 dell'andata, tra Lazio e Milan è di nuovo pari senza reti. Decisivo Romagnoli ai calci di rigore, i rossoneri di Gattuso affronteranno la Juve il 9 maggio
LAZIO-MILAN 4-5 d.c.r.
Sequenza calci di rigore
Immobile GOL; Rodriguez PARATO; Milinkovic-Savic PARATO; Montolivo PARATO; Lucas Leiva PARATO; Bonaventura GOL; Parolo GOL; Borini GOL; Felipe Anderson GOL; Bonucci GOL; Lulic GOL; Calhanoglu GOL; Luiz Felipe ALTO; Romagnoli GOL
Tabellino
Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Caceres (69' Luiz Felipe), De Vrij, Radu; Marusic (93' Lukaku), Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic; Luis Alberto (67' Felipe Anderson); Immobile.
All. Inzaghi
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié (96' Montolivo), Biglia, Bonaventura; Suso (108' Borini), Cutrone (70' Kalinic), Calhanoglu.
All. Gattuso
Romagnoli condanna la sua Lazio
Sono serviti i calci di rigore, dopo 210 minuti complessivi senza reti, per decretare la seconda finalista di Coppa Italia. Alla fine l’ha spuntata il Milan, grazie al tiro dal dischetto del tifoso laziale Romagnoli, al termine di una sequenza lunghissima e ricca di errori. La squadra di Gattuso raggiunge in finale la Juventus (che ha eliminato l’Atalanta) e il 9 maggio si giocherà la rivincita dell’edizione 2015-2016, vinta dai bianconeri con un gol di Morata.
Zero gol tra andata e ritorno ma mille emozioni specie nella gara dell’Olimpico, tra due squadre, quelle di Inzaghi e Gattuso, che stanno attraversando un ottimo momento e ne hanno dato prova con una gara ricca di ribaltamenti continui e gol sfiorati, spesso favoriti da errori grossolani da entrambe le parti.
Per raggiungere la finale, sia Inzaghi che Gattuso si affidano ai loro undici-tipo: schierato con il solito 3-5-2 quello della Lazio, dove rientrano de Vrij e Luis Alberto lasciati a riposo nell’ultimo turno di campionato, identico a quello che ha battuto la Roma, invece, il 4-3-3 rossonero in cui Cutrone è ancora preferito a Kalinic.
Primo tempo
La Lazio, costretta a vincere dopo lo 0-0 di San Siro, parte fortissimo: dopo appena 5’ Donnarumma si deve allungare su un colpo di testa “piazzato” da Immobile e pochi secondi dopo è Milinkovic-Savic a testarne la prontezza tentando la conclusione sul primo palo da posizione molto defilata. Sempre il serbo, poco dopo il quarto d’ora, potrebbe punire il Milan dopo un erroraccio di Rodriguez che lo serve al limite dell’area, ma sceglie la conclusione di precisione che sfila di poco a lato. Ribaltamento di fronte immediato ed è Suso a spaventare Strakosha, poi al 26’ nuovo brivido nell’area laziale: punizione scodellata nel mucchio, Strakosha esce con il pugno ma la sua respinta centra Caceres, producendo un rimpallo che per poco non si trasforma in autogol o in assist per Cutrone, che prova ad allungarsi ma non riesce a trovare il tocco decisivo. Giusto per ribadire come al giovane centravanti promosso da Gattuso possa bastare anche una mezza palla sporca per inventarsi un gol.
Nell’area opposta, d’altra parte, non si può certo scherzare con Ciro Immobile, quasi assente fino alla mezz’ora, quando per poco non beffa Donnarumma, tentando la conclusione dalla linea di fondo mentre il portiere, abbozzata un’uscita, si era poi fermato certo che il pallone sfilasse fuori. Un minuto e il duello si rinnova: il geniale colpo di tacco di Luis Alberto libera il compagno, Donnarumma risponde presente sulla conclusione del capocannoniere del campionato. Poi per poco Biglia non fa un regalo alla sua ex-squadra, con un intervento su Luis Alberto che sta per entrare in area: Rocchi lascia correre, la Lazio protesta.
Secondo tempo
Dopo l’intervallo il ritmo non cala e nei primi minuti della ripresa la Lazio ricama nell’area rossonera una bella azione che coinvolge quattro giocatori con scambi ravvicinati, ma senza la necessaria cattiveria per chiudere. Si cambia area, ancora una volta, e il Milan ha sul destro di Calabria (fantasticamente imbeccato dal filtrante di Suso) il possibile vantaggio: il terzino, fresco di primo gol in A alla Roma, spara in diagonale anziché appoggiare al centro e trova la risposta di Strakosha. Sul versante sinistro, al 60’, accade qualcosa di molto simile: Bonaventura strappa il pallone dai piedi di Lucas Leiva e poi serve in profondità Calhanoglu, il 10 rossonero sceglie la conclusione (di sinistro) al posto dell’assist a centroarea e svirgola.
67’: Inzaghi toglie Luis Alberto e manda in campo Felipe Anderson, Gattuso risponde poco dopo cambiando il centravanti, Kalinic per Cutrone. Traduzione tattica: la Lazio cerca una giocata spacca-difesa in verticale, magari palla al piede, con il brasiliano che deve puntare i difensori rossoneri; il Milan invece cambia atteggiamento, con il nuovo terminale d’attacco che viene incontro e si abbassa molto più del compagno per favorire gli inserimenti degli esterni. Cambia poco dal punto di vista del risultato, che non ne vuole sapere di sbloccarsi: alla fine dei 90’, chiusi sullo 0-0 come all’andata, si va ai tempi supplementari.
14 rigori, decisivo Romagnoli
Qui prevalgono stanchezza e paura di commettere errori a cui sarebbe stato difficile rimediare, con la madornale occasione sul piede di Kalinic a pochi minuti dai rigori (alto da ottima posizione, davanti al portiere, dopo una ripartenza che aveva sorpreso la Lazio). E così il verdetto è affidato al dischetto, dove va in scena la fiera dell’errore (senza nulla togliere alle prodezze dei due portieri). Immobile segna il primo rigore, poi falliscono in sequenza lo specialista Rodriguez, Milinkovic-Savic, Montolivo, Lucas Leiva (tutti parati); segna Bonaventura, che porta il conto in parità, a segno anche Parolo e Borini, Felipe Anderson e Bonucci. A oltranza Lulic spiazza Donnarumma, Calhanoglu fa lo stesso con Strakosha; Luiz Felipe spara alto, il tifoso laziale Romagnoli porta il Milan in finale.