Alla vigilia della finale di Coppa Italia, Gattuso vuole riportare in bacheca un trofeo che manca dal 2003: "Dobbiamo provare a fare qualcosa di straordinario, io ci credo". Bonucci: "Voglio vincere il primo trofeo in rossonero"
Il Milan sogna la Coppa Italia. A Roma, contro la Juventus, i rossoneri possono giocarsi il primo (e unico) trofeo della loro stagione. Un “esordio” speciale soprattutto per Gennaro Gattuso, che in conferenza stampa si è espresso senza usare mezzi termini: “Per noi questa partita vale come la Coppa del Mondo - ha detto - Dovremo fare due tipi di gara: concedere per prima cosa poco e nulla alla Juve, perchè a livello di singoli ha una qualità incredibile; poi dobbiamo fare il nostro gioco, senza avere paura. Non dobbiamo avere il braccino e dobbiamo giocare con grande coraggio. La Juve è una grandissima squadra, ma anche loro hanno qualche difettuccio. Spero sia una partita bella e speriamo di non commettere gli errori che abbiamo fatto negli ultimi 15’ di Torino”.
Il ricordo di Doha
Facendo un passo indietro alla Supercoppa vinta a Doha dal Milan, Gattuso ricorda: “L’ho vista in Tv. Ho festeggiato, perchè il Milan erano anni che non vinceva un trofeo importante. Oggi abbiamo una squadra giovane, c'è stato un entusiasmo incredibile in estate e si tocca con mano la voglia di vincere dell'ambiente. Basta poco, manca la scintilla per vedere un bel fuoco d'artificio. I ragazzi non li ho caricati, si caricano da soli. Giochiamo contro una squadra che ha fatto due finali di Champions, ha una grande mentalità e grandi giocatori. Per vincere dobbiamo provare a fare qualcosa di straordinario. Se riusciamo a superare questo ostacolo molto difficile, possiamo fare qualcosa di molto importante”.
La vigilia di Rino: "Da giocatore ero un pazzo scatenato"
Ancora sulla partita, poi: “Riconosciamo caratteristiche precise negli avversari. Cuadrado e Douglas Costa sono bravi a creare superiorità numerica. Dobbiamo fare fatica e la testa fa fare cose impensabili, sia nello sport sia nella vita. Domani, per noi, è qualcosa di importante. C'è bisogno che scatti qualcosa nella testa. Dobbiamo andare alla ricerca di quel qualcosa in più che ci può far ottenere una vittoria fondamentale. Come la vivo? Da giocatore ero un pazzo scatenato, facevo tutte delle cose strane. Avevo un modo particolare di prepararle. Oggi sento una pressione pazzesca addosso. Sento i tifosi sulle mie spalle. La cosa che mi fa rilassare di più è quando alleno. In quella situazione mi sfogo e non ci penso. Poi quando inizio a preparare le partite comincio a non dormire…”. E aggiunge: “Ho sempre creduto che, per essere una grande squadra, ci vuole un grandissimo spogliatoio. È il gruppo che ti fa vincere le coppe e i campionati. Il singolo ti fa vincere uno o due partite”.
L'elogio di Biglia: "Ha fatto delle cose disumane"
Parlando poi di mentalità, Gattuso ha spiegato: “Quando si entra sul rettangolo di gioco si deve dare il massimo. Se l'avversario è più forte e merita di vincere, allora gli si devono fare i complimenti. Non dobbiamo avere rimpianti. Abbiamo fatto tutto quello che c'era bisogno di fare. Quando parlo alla mia squadra, parlo in questi termini. È la partita più importante delle mie 160 panchine. Qualche delusione è arrivata, qualche soddisfazione anche. Speriamo ora che arrivi una grandissima soddisfazione. Se non dovesse succedere, bisognerà metterci ancora più lavoro”. Su Biglia e Locatelli, poi: “Lucas deve essere d'esempio e un valore aggiunto. Mi piace parlare di Biglia perché ha fatto delle cose disumane. Ha messo in difficoltà uno staff medico. Dalle 8 del mattino alle 7 di sera ha fatto di tutto per tornare a disposizione: dobbiamo andare alla ricerca di questi atleti. Non è al massimo, se dovesse prendere una botta potrebbe farsi male in maniera più grave, ma tutti dobbiamo apprezzare un uomo così. Perchè ha fatto un gesto incredibile. Manuel l'ho visto bene”. Su Suso: “Mi aspetto un giocatore che ci aiuti in tutte e due le fasi. So che gli stiamo chiedendo un qualcosa in più, ma non ne possiamo fare a meno. Quando saremo una squadra che si potrà permettere di non far lavorare gli attaccanti, sarà un'altra storia. Lo sappiamo che tante volte lo mettiamo in difficoltà. Poi la sua qualità è importante. Noi domani dobbiamo sfruttare al massimo quelle 3-4 giocate che avremo e dovremo concretizzarle”.
Il mondo Juve visto da Gattuso: "Disciplina e spirito battagliero: sono avvelenati"
Infine anche una battuta sulla rivalità tra Milan e Juve: “La Juve, da giocatore, mi dava la sensazione di grande mentalità. E questo lo penso anche oggi: è una squadra che ha giocatori orgogliosi di indossare la loro maglia. Sono avvelenati. Il mondo Juve mi ha impressionato la disciplina, la compattezza, lo spirito battagliero. L'ho sempre toccato con mano questo anche se il Milan ha avuto giocatori più tecnici. Il Milan, in Europa, ha portato qualcosa di diverso nel gioco. Vincere come vince la Juve, con mentalità, forza fisica e qualità tecniche non è facile. Si tocca con mano tutto questo. Vincere è difficile ovunque. Se vuoi fare un paragone, a livello di prestigio e di storia, la Champions ha un suo fascino unico. E arrivare in finale di Champions è come vincerla”. Sul valore di una possibile vittoria: “Fossimo stati alla fine del campionato, sarei stato meno preoccupato. Atalanta e Fiorentina sono due battaglie. Arrivarci con la coppa in bacheca sarebbe importantissimo. Arrivarci dopo una sconfitta, vorrebbe dire raccogliere i cocci”, ha concluso.
Bonucci: "Voglio vincere il primo trofeo con la maglia del Milan"
Una vigilia speciale per Leonardo Bonucci, pronto a giocarsi la possibilità di alzare il primo trofeo della sua carriera in rossonero contro quella che è stata la sua squadra per 7 anni. Così il capitano rossonero, al fianco di Gennaro Gattuso, ha parlato in conferenza stampa della gara di mercoledì sera: “È sempre bello giocare partite di questo livello - ha ammesso - soprattutto se sono delle finali. Il Milan per la storia che ha e per la società che è merita di giocare queste grandi sfide. Il valore aggiunto è stato e sarà per noi la squadra: Bonucci può fare ben poco se il resto della squadra non si dimostra all’altezza. Sono fiducioso, domani sera faremo una grande prestazione”. Prima di lui, ad alzare la Coppa Italia Rivera, Schnellinger e Maldini: “Sicuramente è un bel motivo per tornare a vincere. Dopo le tante difficoltà di questa stagione sarebbe importante sia per la società che per la squadra e i tifosi portare a casa questo trofeo. Ho fiducia, ma avremo di fronte una grande squadra pronta a vincere lo Scudetto. Sono certo che venderemo cara la pelle. Come possiamo farcela? Se in quelle occasioni che ci capiteranno saremo cinici, allora è possibile. La Juve ha grande qualità e grandi giocatori: domani sera dovremo essere squadra e fare la partita perfetta per portare a casa la Coppa”.
Il gol segnato a Torino e l'amicizia con Buffon
Sulle emozioni del gol segnato a Torino, poi: “Il gol è stata una gioia personale in primis, perché negli anni passati ne ho segnati sempre di pesanti. Quest’anno sono fermo a due, ma a prescindere da questo ciò che mi preme è vincere il primo trofeo con la maglia del Milan e dare una svolta a questa stagione. Esultanza in caso di un altro gol? Prima facciamo che succeda, poi vedremo”. In caso di successo ci sarebbe da consolare Buffon: “Non immagino niente - ha continuato Bonucci - l’unica cosa è che vorrei giocare una grande partita. Per abbracciare Gigi e tutti gli altri ex compagni ci sarà tempo sia prima che dopo la partita. Nei 90’ saremo avversari, anche se nella vita ci sentiamo quasi tutti i giorni. Perdere e vincere fa parte del calcio: sono contento di giocare contro la Juve, la squadra più forte d’Italia”. Sulla differenza di stile tra Milan e Juve: “Ho avuto la fortuna di giocare per 7 anni con la Juve e ho imparato la sua famosa mentalità. Adesso sto vivendo questo nuovo mondo, che mi sta trasmettendo valori importanti dal giorno in cui sono entrato nel museo. Ho la fortuna di essere allenato da Gattuso, che è l’esempio massimo dell’essere milanista. Mi piace ciò che sto scoprendo e voglio viverlo al massimo. Coppa Italia? Non ha stessa importanza di una coppa prestigiosa, però alzare un trofeo quest’anno avrebbe un valore diverso”. Trofeo che sarebbe un punto di svolta: “I cicli iniziano sempre con una vittoria e speriamo che il nostro cominci domani sera. Da parte nostra c’è la voglia di portare a casa la Coppa, ce la metteremo tutta e meritiamo questo trofeo. Spero di festeggiare”, ha concluso.
L'incontro con Mattarella: "Siete un modello per i giovani"
Giornata ricca di eventi istituzionali, le due squadre poco prima delle 16 si sono recate in Quirinale: calciatori, dirigenti e staff tecnici di Juventus e Milan sono stati ricevuti in udienza privata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Insieme alle delegazioni bianconere e rossonere erano presenti il commissario della Figc Roberto Fabbricini, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente della LegaGaetano Micciché. Le delegazioni hanno consegnato a Mattarella il pallone della finale e la riproduzione della Coppa che sarà sollevata all’Olimpico. "Benvenuti al Quirinale": cosi' ha esordito il Presidente Mattarella. "E' un piacere incontrarvi, non potrò assistere all'incontro come ho fatto negli altri anni, ma sono certo che sarà una grande partita. Mi auguro un grande incontro, qui vi sono tanti juventini e milanisti. Io ho l'obbligo di guardare con simpatia a tutte le squadre d'Italia. Voi siete la punta piu' avanzata e conosciuta di un grande movimento sportivo che è il più popolare, seguito e amato nel nostro paese e non solo - ha proseguito -. Avete una grande responsabilità, siete un modello da seguire e imitare dai bambini, dagli altri calciatori. Questo vi dà una grande responsabilità'.
"Nel mio discorso di insediamento mi sono paragonato agli arbitri assicurando la mia imparzialità, guadagnandomi un applauso, poi ho detto che i giocatori lo devono aiutare con la loro correttezza e anche qui è scattato un applauso con qualche segno di sorpresa. L'arbitro può condurre bene un incontro se ha un buon aiuto, correttezza e impegno leale". "Quando l'arbitro non si nota - ha concluso - vuol dire che i protagonisti stanno svolgendo alla perfezione il loro compito. E l'arbitro, un buon arbitro, spera di non essere mai notato".
I discorsi di Buffon e Bonucci
"L'Italia non può essere una nazione mediocre e per questo ci affidiamo a una persona come lei": lo
ha detto il capitano della Juventus, Gianluigi Buffon, parlando al Quirinale durante l'incontro delle finaliste di Coppa Italia col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Dobbiamo avere fiducia in un futuro più prospero e migliore, lo meritiamo. Sappiamo benissimo cosa significhi rappresentare Juventus e Milan in questa partita. Noi da parte nostra possiamo promettere massimo impegno e lealtà e saremo i primi a stringere la mano al Milan in caso di vittoria e mi auguro il contrario in caso di successo bianconero. Alcuni segnali distensivi fanno bene non solo allo sport". Lo ha detto il portiere e capitano della Juventus, Gigi Buffon, in occasione della visita al Quirinale alla vigilia della finale di Coppa Italia tra i bianconeri a il Milan. "La ringraziamo per questo invito - ha aggiunto Buffon rivolgendosi al Capo dello Stato Sergio Mattarella -, al quale abbiamo risposto con grandissima gioia e partecipazione. Siamo qua a rappresentare il calcio italiano per quello che domani sarà una semplice finale di Coppa Italia. E' una coppa che è stata rivalutata rispetto allo svilimento degli ultimi anni. Questo fa capire che quando c'è sentimento e voglia si può rendere bello qualcosa che è in declino. Sono state molto brave le istituzioni del calcio".
Questo il discorso del capitano del Milan Bonucci: "A nome di tutto il Milan, che è mio onore rappresentare in questa sede, ringrazio il presidente per questo invito. A lei e a tutti i presenti, compresi i miei avversari per i quali nutro ancora un grande affetto. Voglio raccontare un episodio che mi ha colpito in questo ultimo weekend: ho avuto il prestigio di conoscere Ermanno (ragazzo di vent’anni affetto da sindrome di Down, ndr) che ha assistito alla partita Milan-Verona. L'ha vissutra come una festa, con entusiasmo senza pari, un entusiasmo che ha contagiato tutti, a cominciare dalla mia famiglia. Ermanno mi ha insegnato che si può trasformare una sfida ad alto contenuto agonistico in uno spettacolo rispettoso dei valori che incarnano il nostro sport. Noi e la Juventus abbiamo il dovere di celebrare la grande festa del calcio. Il Milan farà la sua parte e, per esperienza diretta, dico che lo farà anche la Juventus. Troppo spesso si perdono di vista le reali finalità di questa disciplina: godiamoci la festa e facciamo divertire i milioni tifosi che ci guarderanno".
Malagò: "È la Coppa del Presidente della Repubblica"
"Presidente, speriamo di averla almeno distratta per un po' dai problemi di queste ore e di averla fatta sorridere....": cosi' il presidente del Coni, Giovanni Malagò, con un criferimento all'attualità politica. "Siamo felici e molto orgogliosi di essere qui oggi nel rispetto di una tradizione che si ripete da tanti anni: la Coppa Italia, diventata ormai la Coppa del Presidente della Repubblica. E sono felice che ad affrontarsi domani sera saranno le due squadre più titolate del calcio italiano. Domani vogliamo che sia una festa dello sport", ha proseguito il capo dello sport italiano".