Intorno all'ora di pranzo a Milano, a pochi passi da Piazzale Loreto, un gruppo di ultras laziali legati a gruppi neofascisti ha esposto uno striscione per Mussolini. Un blitz durato pochi minuti, in cui sono stati urlati cori inneggianti al fascismo. I responsabili sarebbero stati identificati dalla Digos, la Lazio prende le distanze dallo striscione
Un blitz in piena regola. Intorno all’ora di pranzo, una settantina di ultras legati a gruppi neofascisti hanno esposto, a pochi passi da Piazzale Loreto, uno striscione inneggiante a Benito Mussolini. In seguito hanno urlato cori e slogan fascisti, prima di dileguarsi. Nessun fermato o identificato dalle Forze dell’Ordine. Anche perché l’azione è durata pochi minuti. La firma sullo striscione, IRR, lascia pochi dubbi: è la sigla usata dagliIrriducibili della Lazio, uno dei gruppi ultras della curva nord dell’Olimpico. Una provocazione in piena regola, alla vigilia del 25 aprile, che vede la sua tradizionale celebrazione nazionale a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza. Anche il luogo non è certo casuale: a pochi passi da Piazzale Loreto. Un gesto, quello compiuto da questo gruppo, che alimenta preoccupazione in vista della sfida di Coppa Italia tra Milan e Lazio in programma a San Siro. Oltre 4000 i tifosi biancocelesti attesi al Meazza, e non si esclude la presenza di qualche interista visto il gemellaggio tra le due curve. Secondo quanto apprende l'Ansa investigatori e inquirenti hanno identificato con grande probabilità l'uomo che, di fronte agli altri ultrà del gruppo degli 'Irriducibili' della curva laziale, ha incitato a gridare il "presente" per Mussolini, con tanto di saluti romani a pochi passi da Piazzale Loreto. Si tratta di un capo curva laziale, già noto agli investigatori, ma ora la Digos sta effettuando ancora verifiche e comparazioni sulle immagini a disposizione per arrivare ad una identificazione certa e completa. In più, dopo una serie di controlli in varie zone della città, gli investigatori hanno individuato ed identificato anche altri 22 ultrà che sono al momento sospettati di aver preso parte al blitz neofascista. Nei loro confronti gli accertamenti proseguiranno sempre analizzando tutte le immagini a disposizione, comprese le telecamere della zona di corso Buenos Aires, anche perché gli ultrà si coprivano il volto con lo striscione alzato fin sopra la testa. Nei prossimi giorni, poi, forse già venerdì, in Procura potrebbe arrivare un'informativa della Digos con le denunce a carico degli ultras che, a quel punto, saranno formalmente iscritti nel registro degli indagati per il reato di 'manifestazione fascista' previsto dalla Legge Scelba. Il club biancoceleste stigmatizza con una nota all'Ansa il comportamento di quegli ultrà che nel pomeriggio hanno esposto a piazale Loreto a Milano uno striuscione che inneggiava a Mussolini. "La Lazio prende nettamentele distanze da comportamenti e manifestazioni che non rispondono in alcun modo ai valori dello sport sostenuti e promossi dalla società da 119 anni". Un blitz in piena regola. Intorno all’ora di pranzo, una settantina di ultras legati a gruppi neofascisti hanno esposto, a pochi passi da Piazzale Loreto, uno striscione inneggiante a Benito Mussolini. In seguito hanno urlato cori e slogan fascisti, prima di dileguarsi. Nessun fermato o identificato dalle Forze dell’Ordine. Anche perché l’azione è durata pochi minuti. La firma sullo striscione, IRR, lascia pochi dubbi: è la sigla usata dagliIrriducibili della Lazio, uno dei gruppi ultras della curva nord dell’Olimpico. Una provocazione in piena regola, alla vigilia del 25 aprile, che vede la sua tradizionale celebrazione nazionale a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza. Anche il luogo non è certo casuale: a pochi passi da Piazzale Loreto.
La Digos identifica i responsabili
Secondo quanto apprende l'Ansa investigatori e inquirenti hanno identificato con grande probabilità l'uomo che, di fronte agli altri ultrà del gruppo degli 'Irriducibili' della curva laziale, ha incitato a gridare il "presente" per Mussolini, con tanto di saluti romani a pochi passi da Piazzale Loreto. Si tratta di un capo curva laziale, già noto agli investigatori, ma ora la Digos sta effettuando ancora verifiche e comparazioni sulle immagini a disposizione per arrivare ad una identificazione certa e completa. In più, dopo una serie di controlli in varie zone della città, gli investigatori hanno individuato ed identificato anche altri 22 ultrà che sono al momento sospettati di aver preso parte al blitz neofascista. Nei loro confronti gli accertamenti proseguiranno sempre analizzando tutte le immagini a disposizione, comprese le telecamere della zona di corso Buenos Aires, anche perché gli ultrà si coprivano il volto con lo striscione alzato fin sopra la testa. Nei prossimi giorni, poi, forse già venerdì, in Procura potrebbe arrivare un'informativa della Digos con le denunce a carico degli ultras che, a quel punto, saranno formalmente iscritti nel registro degli indagati per il reato di 'manifestazione fascista' previsto dalla Legge Scelba.
La Lazio prende le distanze
Il club biancoceleste stigmatizza con una nota il comportamento di quegli ultrà che nel pomeriggio hanno esposto a piazzale Loreto a Milano uno striscione che inneggiava a Mussolini. "La Lazio prende nettamentele distanze da comportamenti e manifestazioni che non rispondono in alcun modo ai valori dello sport sostenuti e promossi dalla società da 119 anni". Nello stesso tempo la Lazio nella sua nota "respinge e contesta la tendenza semplicistica di alcuni media a considerare l'intera tifoseria laziale corresponsabile di atti compiuti da pochi e isolati elementi per motivazioni estranee ad ogni forma di passione sportiva. La società - conclude la presa di posizione del club biancoceleste- si è sempre battuta per il rispetto della legalità e della correttezza dei comportamenti".