Gianni Morandi, il suo Bologna e la Coppa Italia: "Aspettavamo questo miracolo da 51 anni"

Cosa si prova a passeggiare sotto i portici di Bologna dopo aver vinto la Coppa Italia? “In questo momento qui non c’è molta gente, ma il clima della città è proprio cambiato. Stamattina sono andato in piazza e c’era un clima fantastico. Erano 51 anni che non arrivava un miracolo del genere. Dico miracolo perché ci sono squadre abituate a vincere ma per noi non è così. Dieci anni fa Saputo, il nostro presidente, diceva che in dieci anni voleva riportare il Bologna dove merita. E noi cosa pensavamo? La parte sinistra della classifica, magari qualche volta il tentativo di arrivare in coppa, qualche partita europea… e invece! L’anno scorso abbiamo addirittura raggiunto la Champions League”. Sei legato a qualcosa in particolare di questo Bologna? “Mi viene in mente subito Dominguez. In finale non ha giocato, ma è un ragazzino davvero delizioso. Viene da lontano, dal Sud America e mi sembra davvero carino. L’immagine del Bologna sono anche i gol di Orsolini. Il famoso gol che ha fatto all’Inter e tutti i suoi gol, ne ha fatti tanti quest’anno. Poi abbiamo dei giocatori fantastici… Ferguson ad esempio. E poi il modo che ha avuto Italiano di mettere tutti insieme”. Ti piace questo suo modo di vivere le partite? “Ha uno stile… vero. Si vede che vive la partita, che ama questo gioco. Lui ha perso tre finali con la Fiorentina, quando è arrivato al Bologna ho ricevuto un messaggio da un mio amico toscano che mi ha detto: ‘Te lo regaliamo questo qua, meglio che va al Bologna’. Adesso vorrei dirgli ‘Amico mio, guarda cosa sta succedendo’ ”. Questa vittoria sarà l’inizio di una nuova età? Non so se sarà dell’oro… “Noi lo speriamo, però il campionato italiano ha squadre molto forti e potenti. Se il Bologna riuscisse a essere in quel gruppo di 6-7 squadre che si giocano qualcosa… questa è un po’ la nostra ambizione. Il presidente è una persona molto seria e ci crede, si è innamorato anche lui della città. Il figlio gioca in una squadretta qui vicino. Sartori che non se ne vada, rimanga con noi. Sono tante le persone che hanno contribuito a questo risultato, anche Italiano ovviamente. Ma c’è anche l’atmosfera… Bologna ha una storia. Io ricordo lo scudetto del 1964, io avevo vent’anni. Vent’anni! Usciva la mia canzone ‘In ginocchio da te’…”. Che ricordi hai? “Ricordo quel ’64 come un anno meraviglioso. Meno il 1974, quando abbiamo vinto con il Palermo, perché secondo me non l’abbiamo meritata quella vittoria lì. Al minuto 88 ci fu un piccolo tocco e ci diedero un rigore… non lo so, qualcuno del Palermo ancora oggi si arrabbia”. E in tutto questo c’è anche un po’ di Sinisa? “Noi a Sinisa pensiamo sempre. Era il nostro condottiero. Quando l’ho visto in quella partita contro il Verona che sembrava… io non so che forza abbia avuto. L’aveva promesso, aveva detto ‘Io arrivo’ ed è arrivato”. Ora bisognerebbe provare ad andare in Champions? “Adesso giochiamo con grandissima leggerezza. Io però mi sono andato a guardare il calendario, ci sono due partite, una contro la Fiorentina e una contro il Genoa, mentre le altre si scontrano tra loro… ma accontentiamoci dai. Accontentiamoci dopo 55 anni di attesa, Forza Bologna! Cosa ho detto? 55?! No, ho sbagliato . 51 anni che non vincevamo un trofeo e stavolta è arrivato!”.

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