Quando i tiri di rigore erano sei a testa e li calciava tutti un solo giocatore

A vederlo così, senza conoscere la curiosa storia degli antenati dei calci di rigore , sembra solo una svista sul tabellino della partita. Un bug informatico nella compilazione dei tiratori della serie. Tutti e cinque i rigori calciati dallo stesso uomo? Anzi, tutti e sei? Non solo era possibile, era assolutamente reale: erano i primi rigori di sempre lanciati in via sperimentale per la Coppa Italia. Correva l'anno 1958. Tutto nasce allora, in quell'edizione già molto curiosa di suo, e non solo per quella novità regolamentare. Intanto, è stata l'unica edizione non stagionale, ma annuale, dopo quella inaugurale del 1922: era iniziata nell'estate del 1958 e finita in novembre. Era anche la prima edizione dopo quindici lunghi anni di pausa e la prima dove debuttò la coccarda tricolore: i tre cerchi concentrici che simboleggiano la vincitrice in carica furono annunciati per quel 1958; a trionfare fu la Lazio trascinata dai gol del capocannoniere Humberto Tozzi e proprio i biancocelesti, l'edizione seguente, furono i primi a fregiarsi di quel simbolo. Non solo: fu l'unica volta in cui due edizioni si sovrapposero, visto che quella canonica stagionale 1958/59 iniziò ad agosto, quando quella del 1958 doveva ancora concludersi. E poi loro: i tiri di rigore. Replay e monetine L'idea nacque per ovviare alle infinite ripetizioni delle partite che rischiavano di far durare dei turni da poche settimane per interi mesi: il classico 'replay' in stile FA Cup. La partita finisce pari? Bene, si rigioca. E anche per ovviare al decisamente poco meritocratico uso della "monetina" con cui l'Italia — va detto — ci vinse l'Europeo del 1968 . Come fare allora per concludere le partite dopo i supplementari? Tiriamo i rigori. Sì, ma quanti? E come? Le regole erano abbastanza semplici, anche se assurde leggendole col filtro della modernità: sei tiri e non cinque, come poi sarebbe stato, con le squadre libere di scegliere chi far calciare e, solitamente, affidavano tutti i tiri allo stesso giocatore, alias lo specialista. In alcuni casi, se anche l'infallibile si dimostrava fallibile, sbagliando il rigore, si procedeva allora alla sostituzione del tiratore con un compagno di squadra. E poi erano calciati senza alternanza tra le due avversarie: prima tutti e sei quelli di una squadra, di fila; quindi tutti i sei dell'altra. Pionieri in quella Coppa Italia annuale targata 1958 furono Padova e Marzotto Valdagno, derby veneto; Silvano Moro e Giuseppe Galvanin tirano tutti i rigori per le due squadre. Moro ne segna quattro, Galvanin cinque e fa vincere i suoi. La prima vera volta Che quella del 1958 fosse un'edizione atipica, ormai, lo avrete capito. E quindi non sarà certo una sorpresa scoprire che i cinque rigori del signor Galvanin non furono sinonimo di passaggio del turno. Il format di quell'edizione prevedeva, infatti, che anche le squadre eliminate continuassero a giocare nel torneo, sotto forma di "turni di consolazione". Quella prima effimera vittoria ai rigori del Marzotto Valdagno corrispondeva, allora, soltanto alla finale per il settimo posto. La prima "vera" partita finita ai rigori in Coppa Italia è quindi Mestrina-Treviso del 31 agosto 1958. Un match infinito: 233 minuti giocati, cioè i 120 più 120 di supplementari tra primo match e ripetizione, meno i sette minuti della prima partita, interrotta dall'arbitro al minuto numero 113 per sopraggiunta oscurità. Calciano Callegari per la Mestrina e Corradi per il Treviso, fa meglio il secondo e il Treviso vola al turno successivo. Da quel momento anche grandi squadre hanno sperimentato il meccanismo. La Juve fu tra le prime, mentre il tabellino apparentemente errato che abbiamo visto in apertura è di un Inter-Roma, semifinale dell'edizione 1964/65: Luisito Suarez calcia per primo e li segna tutti e sei; "piedone" Manfredini segna i primi quattro e poi sbaglia il quinto e il sesto. Sì, si continuava a calciare per completare il tabellino anche se l'aritmetica aveva già sancito un vincitore. Crudele. In Europa la prima serie di rigori risale, invece, al 1970 in un Honvéd-Aberdeen di Coppa delle Coppe. In Coppa dei Campioni debuttarono nello stesso anno quando l'Everton eliminò il Borussia Mönchengladbach agli ottavi di finale, ma erano già cinque tiri e c'era già l'alternanza. L'ultima volta dei rigori sperimentali in Coppa Italia risale alla finale del 1971 Milan contro Torino: in maglia granata Sergio Maddé non ne sbaglia neanche uno, dopo che il compagno Angelo Cereser aveva fallito il primo. Il già Pallone d'Oro Rivera, invece, si fermò a tre, sbagliando il quarto e il quinto, ma rifiutandosi di calciare il sesto. Domanda lecita: e se i rigori fossero finiti sei a sei? In quel caso era il fato a ricomparire: si tornava a lanciare la solita, vecchia, imprevedibile monetina.

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Quando i tiri di rigore erano sei a testa e li calciava tutti un solo giocatore

Marco Salami