Nel sorteggio di Montecarlo i rossoneri sono stati inseriti nel gruppo D con l’Austria Vienna, i croati del Rijeka e i greci dell’Aek Atene. Il Milan esordirà il 14 settembre a Vienna (In esclusiva su Sky Sport). In generale, un’urna che può ritenersi benevola per Montella e i suoi: evitate Marsiglia e Stella Rossa di Belgrado
Ci sono voluti 1262 giorni per rivedere la squadra italiana più titolata in Europa alla fase a gironi di una competizione internazionale. Dopo i facili turni preliminari contro il Craiova e lo Shkendija, al Milan sono toccate squadre (e trasferte) apparentemente abbordabili: due tra le capitali europee più belle come Vienna – dove affronterà l’Austria Vienna – e Atene – casa dell’Aek – più i croati del Rijeka che giocano in quella che in italiano non è altro che la città di Fiume. Per una squadra come quella rossonera che questa Europa League punta a vincerla, non dovevano esserci spauracchi particolari, considerando anche che partivano dalla fascia. In realtà, Fassone, Mirabelli e Montella un paio di squadre le avrebbero volentieri evitate, non tanto per la loro forza quanto per i corsi e ricorsi storici che non sempre sono stati favorevoli. Nessun problema, Marsiglia e Stella Rossa sono fantasmi (al momento) scacciati. Inutile sottolineare come il Milan sia assoluto favorito in questo girone. Si tratta di un team in costruzione che lo stesso Montella ha ammesso di dover ancora conoscere a fondo per capirne le potenzialità, ma risulta difficile pensare che una squadra blasonata, storica e tecnicamente superiore (almeno rispetto alle altre del gruppo) non si qualifichi per la fase a eliminazione diretta.
AUSTRIA VIENNA
La squadra austriaca è reduce dal discreto campionato della scorsa stagione in cui è sì arrivata seconda ma a quasi 20 punti dal Salisburgo. Quest’anno sono partiti piuttosto male perdendo le prime due partite (3-0 contro l’Altach e 3-2 contro lo Sturm Graz), pareggiando la terza e vincendo la quinta e la sesta giornata. In totale sono nove i gol fatti e altrettanti quelli subiti fino a questo momento in campionato. Cammino altalenante anche in Europa: nei due turni preliminari gli austriaci non hanno vinto nessuna delle partite in casa (0-0 contro il Limassol e 0-1 contro l’Osijek) guadagnandosi così la fase a gironi vincendo in trasferta.
L’allenatore
Il tedesco Thorsten Fink allena l’Austria Vienna dal 2015 quando sostituì Andreas Ogris. I più lo conosceranno per la sua carriera nella Bundesliga tedesca dove ha vestito sette anni la maglia del Bayern Monaco con cui ha vinto tutto. Per Fink, però, nessun titolo sulla panchina austriaca ma ottimi piazzamenti in campionato che hanno portato il club a disputare l’Europa League nelle ultime due stagioni. Nel suo palmares da sottolineare i due titoli svizzeri con il Basilea nel 2010 e nel 2011.
Precedenti e curiosità
Il Milan non ha mai affrontato gli austriaci ma sono 12 i precedenti tra l’Austria Vienna e squadre italiane con un saldo nettamente positivo a favore dei team di Serie A. Solo in un caso, infatti, i biancoviola hanno vinto contro un’italiana: era la Coppa Uefa 1983/84 e s’imposero per 2-1 in casa contro l’Inter. Per il resto solo cinque pareggi e sei sconfitte, l’ultima a Vienna contro la Roma nella fase a gironi dello scorso anno.
La stella
Non è una squadra di grandissimi talenti ma c’è sicuramente qualche giocatore da tenere d’occhio. Uno di questi è sicuramente Raphael Holzhauser, ragazzo classe 1993 che aveva già fatto vedere ottime giocate nella scorsa edizione dell’Europa League. Possente (è alto 1.94 cm), mancino, ha iniziato la sua carriera in Bundesliga tedesca con la maglia dello Stoccarda. Nazionale austriaco, gioca a centrocampo come mezzala anche se la sua anarchia tattica lo porta spesso a variare in diverse zone del campo.
Come gioca
Tendenzialmente, Fink dispone il suo Austria Vienna con un 4-2-3-1: davanti al portiere Hadzikic, la coppia centrale è formata da Westermann e Kadiri (che si alterna con l’altro centrale Filipovic); a centrocampo Serbest e Holzhauser giocano dietro Grunwald e le due ali Tajouri e Pires, brasiliano rapidissimo che ha messo in crisi la difesa della Roma nel match dell’Olimpico finito 3-3 lo scorso ottobre. In attacco, per il posto di centravanti, è un duello tra Friesenbichler e Monschein, alternati dall’allenatore. In generale, il gioco dell’Austria Vienna predilige le corsie esterne dove Tajouri e Pires provano a creare superiorità numerica ma non sono da sottovalutare gli inserimenti di Holzhauser che ha una certa confidenza con il gol.
KNK RIJEKA
Sono i campioni di Croazia in carica avendo vinto lo scorso campionato con 88 punti, lasciandosi alle spalle la Dinamo Zagabria e l’Hajduk Spalato. Un titolo che è valso al Rijeka la qualificazione ai preliminari di Champions League. I croati sono riusciti a passare – non senza sorprese – il primo turno contro il Salisburgo (0-0 in Croazia, 1-1 in Austria), salvo poi essere eliminati dall’Olympiakos che li ha battuti sia all’andata (2-1) sia al ritorno (1-0) spedendoli ai gironi di Europa League. In campionato sono sei le partite disputate finora con quattro vittorie e due sconfitte, entrambe a ridosso dei preliminari di Champions. I croati sono così quarti con 12 punti a quattro lunghezze dalla capolista Dinamo Zagabria.
L’allenatore
Lo sloveno Matjaz Kek è un po’ il Claudio Ranieri del club croato. È stato lui, infatti, a regalare il primo titolo nella storia al Rijeka, una vittoria arrivata contro ogni pronostico. Kek è stato in grado addirittura di vincere il “doblete” portando a Fiume anche la Coppa di Croazia vinta in finale proprio contro la Dinamo Zagabria per 3-1. Per lui un passato al Maribor (squadra che ha lanciato Josip Ilicic) e nelle nazionali slovene, oltre a una piccola parentesi in Arabia Saudita con l’Al Hittihad.
Precedenti e curiosità
Come per l’Austria Vienna, anche nel caso del Rijeka si tratta di una prima assoluta contro il Milan. Il che non sorprende visto che i croati non sono certo degli habitué delle coppe europee. In Europa, da segnalare precedente un precedente contro la Juventus: erano i quarti di finale di Coppa delle Coppe, stagione 1979-80, il risultato fu 0-0 in Croazia mentre a Torino vinsero i bianconeri per 2-0.
La stella
Josip Misic fa parte della “nidiata” classe 1994 che ha visto sbocciare, su tutti, il talento di Mateo Kovacic. Il centrocampista del Rijeka non è paragonabile al campione del Real Madrid ex Inter ma potrebbe rappresentare una minaccia per i rossoneri. Per lui anche un passato, non proprio fortunato, allo Spezia con cui ha totalizzato appena nove presenze senza mai andare in rete. Tornato in patria, però, sembra avere ritrovato la sua dimensione.
Come gioca
Un 4-2-3-1 anche per il Rijeka: tra i pali va Sluga davanti al quale Kek dispone una difesa formata dai due centrali Elez e l’ex Pescara Zuparic mentre sulle corsie laterali giocano Vesovic e il macedone Zuta che sostituisce il connazionale Ristowski andato in prestito allo Sporting Lisbona. A centrocampo, insieme a Misic, gioca Bradaric con il rumeno Matei, Gorgon e Kvrzic (o il brasiliano Heber) a supporto dell’unica punta che può essere uno tra Fjelic e Gavranovic. Una squadra certamente alla portata del Milan che dovrà comunque fare attenzione alla forza fisica dei due centrali ma anche alla tecnica dei centrocampisti croati.
AEK ATENE
Un po’ più conosciuta, nonostante fosse quella di quarta fascia quindi – sulla carta – la più debole, è la squadra greca dell’Aek Atene. I gialloneri sono arrivati alla fase a gironi di Europa League dopo aver perso il primo turno preliminare di Champions League contro il Cska Mosca e aver vinto poi quello di per l’accesso alla fase a gironi della coppa "meno prestigiosa" contro i belgi del Club Brugge. Per l’Aek un convincente 3-0 casalingo dopo lo 0-0 in trasferta. Anche in Grecia, come in Italia, s’è giocata una sola partita di campionato. Partita che i gialloneri hanno vinto per 2-0 contro il Panetolikos.
L’allenatore
L’allenatore dell’Aek Atene è una figura emblematica del calcio spagnolo ed Europeo: si tratta di Manolo Jiménez ex bandiera del Siviglia. Proprio sulla panchina andalusa ebbe il sui primo incarico quando fu chiamato a sostituire Juande Ramos. Era il Siviglia che aveva incantato in Europa League ma che con Jimenéz non riuscì a ripetersi, anche se sotto la guida dell’andaluso i biancorossi si qualificano alla Champions League nel 2009 terminando terzi dietro Barcellona e Real Madrid. Ad Atene arriva nel 2010, qui vince il suo primo titolo da allenatore, battendo in finale di Coppa di Grecia l'Atromitos per 3-0 nel 2010. L’anno successivo lascia il club greco per farvi ritorno nel 2017.
Precedenti e curiosità
Due vittorie, un pareggio, una sconfitta sono i precedenti del Milan contro l’Aek Atene: i primi risalgono alla Coppa dei Campioni del 1994-95: 0-0 ad Atene e 2-1 rossonero a San Siro. Gli altri sono più recenti: uno spettacolare 3-0 con un grande Kakà a San Siro nella fase a gironi del 2007, sconfitta per 1-0 ad Atene nel ritorno ormai ininfluente. Un abbinamento che farà sorridere i rossoneri visto che quell’anno si concluse con la vittoria della Champions League proprio ad Atene.
La stella
Sono diversi i volti conosciuti nella squadra ateniese, il più pericoloso potrebbe essere il croato Marko Livaja. Un attaccante di talento che però ha visto nel suo carattere (decisamente poco affidabile, vedi l’espulsione all’andata contro il Club Brugge) il suo più grande limite. L’attaccante è conosciuto in Italia per aver vestito le maglie di Inter, Atalanta ed Empoli. È reduce da un campionato con il Las Palmas nel quale ha fatto vedere tutto il meglio, ma soprattutto il peggio, di sé segnando cinque gol in 31 apparizioni. Da segnalare nell’Aek anche i portoghesi Hugo Almeida e Simoes oltre all’ex Bologna Lazaros Christodoulopoulos.
Come gioca
Al netto di espulsioni e colpi di testa dei suoi, Jiménez è solito partire con un 3-4-3. Il portiere è il greco Anestis davanti al quale gioca una linea a tre formata dal serbo ex Empoli e Frosinone Cosic, dall’ucraino più discusso della Catalogna Chygrynskiy e dal bosniaco Vranjes. A centrocampo, gli esterni sono Lopes e Bakakis mentre in mediana giocano Simoes e Galanopoulos. In attacco Hugo Almeida o Mantalos al centro con Livaja e Lazaros ai suoi lati. Si tratta di una squadra che ha diverse individualità e che potrebbe creare fastidi al Milan soprattutto quando la line a tre in difesa diventa in realtà una linea a cinque con Lopes e Bakakis che rientrano chiudendo gli spazi esterni, il punto di forza dei rossoneri.