Atalanta, Gasperini al Club: "Il Borussia Dortmund lo batto così"

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Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta (getty)

L'allenatore nerazzurro ha parlato al Club di Sky Sport della grande sfida con il BVB di giovedì prossimo: "Rebus capire come giocare, servirà grande intelligenza. Campionato? Puntiamo sugli scontri diretti, abbiamo tanti obiettivi". E sull'Inter: "Mai scattata la scintilla, anche se ci credevo"

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Per l’Atalanta è il momento di sognare. Dopo aver perso per 3-2 al Westfalenstadion di Dortmund, i nerazzurri sono ora pronti a rifarsi nella sfida di ritorno dei sedicesimi di Europa League, che si giocherà giovedì a Reggio Emilia. Sarà uno dei momenti più alti della storia della società e l’attesa tra i tifosi bergamaschi (prevista una migrazione di massa al Mapei Stadium) è altissima. A parlare della grande sfida è stato lo stesso Gian Piero Gasperini, che così si è espresso al Club di Sky Sport: “È un rebus come affrontare il Borussia - ha spiegato - Dobbiamo vincere e loro sono fortissimi negli spazi. Se li aspetti, la palla non la vedi mai, anche il portiere sa fare gioco; se ti alzi, invece, corri un rischio. Dunque bisognerà interpretare bene la gara, con intelligenza. I nostri centrocampisti hanno la testa per giocare una gara così, da Freuler a De Roon e Cristante: sono tutti e tre giocatori che conoscono il gioco per come lo vedo io, hanno i tempi corretti e sono bravi. E così anche i difensori: sotto questo aspetto ho un bel nucleo squadra”. Una crescita della maturità della squadra che si è vista anche nella gara con la Fiorentina, finita poi 1-1: “Nei primi 20 minuti eravamo in difficoltà, loro scappavano da tutte le parti. Poi piano piano siamo riusciti a far meglio, alzandoci: in questo senso credo di avere una squadra matura”.

"Tanti big match in vista. Petagna? Importante giochi così"

In campionato l’Atalanta è ancora agganciata (a 38 punti) al treno europeo: “Ci dividono tre punti dalle altre - ha continuato Gasperini - Non sono pochissimi, ma possiamo vantare anche uno scontro diretto in casa sia con il Milan che con la Samp, e su questo contiamo molto. In questo periodo per noi è importante restare agganciati il più possibile a queste due, perchè abbiamo tanti impegni e partite molto impegnative con squadre fortissime (BVB giovedì, Sampdoria in campionato e due volte la Juve in Coppa Italia). Siamo in un momento che, è chiaro, avremmo bisogno di un po’ più di respiro per poter giocare queste sfide, ma vogliamo fortemente restare lì e cercare di dare tutto nello sprint finale del campionato”. E comincia a segnare anche Petagna: “È un bell’aiuto… (ride, ndr). Su di lui ho sempre parlato allo stesso modo: gli si rimprovera di non segnare tanti gol, ma tanti bomber sono diventati tali più avanti nel tempo, crescendo e maturando. Ora come ora è importante per me che lui faccia segnare i compagni e giochi con questo spirito”.

"Ilicic ora un trascinatore. Gomez? Vale il Barcellona"

Ilicic sembra aver trovato la giusta cattiveria, oltre la continuità per giocare ad altissimi livelli: "Gliel'ha portata il gruppo - ha spiegato Gasperini - Io l'ho avuto a Palermo, era forse anche più forte di adesso però andava a corrente alternata e non aveva i giusti stimoli. A Bergamo ha trovato un gruppo di giocatori che ci credono e si è dovuto allineare: ora è un leader, una locomotiva per gli altri giocatori. Prima era un vagone che si faceva trainare". Sul Papu Gomez, poi: "Meno decisivo rispetto allo scorso anno? Ha dovuto fermarsi un paio di volte per infortunio, ma il suo rendimento è sempre molto alto. È vero che ha fatto meno gol, ma secondo me è perchè va meno dentro l'area. Resta un giocatore fondamentale per noi, lui è da grande squadra europea: ha tutto. Se lo metti nel Barcellona, per esempio, ci saprebbe stare...".

"Tattiche innovative? Tutto è partito da Burdisso"

Scavando nel suo recente passato, l'allenatore nerazzurro ha spiegato come sia nata l'idea che porta alle sue tattiche innovative: "Qualcuno dice che io gioco a uomo, in realtà non ho mai visto Masiello seguire sempre uno stesso avversario. Diciamo che la mia idea è quella di cercare di conquistare la palla prima, ma per fare questo bisogna andare sempre ad accorciare in avanti. L'uno contro uno? Prima lo facevo meno, in base all'avversario. L'uscita dei centrali è però nata con Nicolas Burdisso al Genoa, cosa che ci ha permesso di fare quel grande girone di ritorno con il sesto posto finale. Abbiamo cominciato a farlo proprio per questa necessità di andare ad accorciare velocemente. E poi, si sa: quando un attaccante avversario gioca schiena alla porta è molto meno pericoloso. Questo è il principio che sta alla base del comportamento delle mie squadre: giocare sull'anticipo, cosa che secondo me qualifica i difensori".

"Inter? Ci credevo, ma non è mai scoccata la scintilla"

A conclusione del suo intervento al Club, Gasperini è tornato a parlare anche della sua esperienza sulla panchina dell’Inter, rivelatasi poi deludente: “Non ci sono mai state le condizioni per fare bene - ha ammesso - Anche all’inizio, con il fatto che abbiamo iniziato ad allenarci seriamente solo dopo Ferragosto, visto che brasiliani e argentini sono arrivati tardi per via della Copa America. Ci penso a quella esperienza: quando entri in quelle società devi essere forte e credibile, altrimenti non riesci a sfondare. Se bisogna essere anche molto pagati? C’è anche quello, e non era il mio caso (ride, ndr). Al di là di questo è necessario avere tanto sostegno da società e giocatori: io ero stato ben accolto e credevo molto in quel gruppo. Era una squadra in difficoltà dopo aver vinto tutto, ma ero convinto che allenandosi e giocando diversamente, cambiando quelle che erano le loro abitudini, si sarebbe potuto fare qualcosa di buono. Ma non è scoccata la scintilla, non sono riuscito a far ripartire la macchina”, ha concluso.