Lazio-Salisburgo, 7 cose da sapere sull'avversaria in Europa League
Europa LeaguePrimo atto dei quarti di finale tra la squadra di Inzaghi e la rivelazione dell'Europa League: mai così avanti nella competizione, gli austriaci vantano una difesa di ferro e un'imbattibilità senza fine. Scongiurato il rischio d'incrociare i "cugini" del Lipsia, conosciamo meglio l'avversaria della Lazio
Non è difficile immaginare il sollievo della Uefa quando, lo scorso 16 marzo, l’urna di Nyon ha sorteggiato Salisburgo e Lazio scongiurando imbarazzi nonché energy drink di traverso. È infatti di pubblico dominio come la squadra austriaca, attesa all’Olimpico per i quarti di finale di Europa League, sia legata a doppio filo al Lipsia nel nome della stessa casa imprenditoriale produttrice di bevande energetiche. Una vicinanza che avviò già in estate un’indagine relativa alle due società partecipanti alla Champions, nient’altro che un esame sull’integrità della competizione qualora il destino avesse riservato il più curioso degli incroci. Pericolo attualmente sventato pure sulla strada di Lione, epilogo della rassegna ambita da Simone Inzaghi così come dai tori biancorossi protagonisti di una marcia sorprendente per risultati e prestazioni.
1) Red Bull e Lipsia
Acquirente nel 2005 dell’Austria Salisburgo e quattro anni più tardi fondatore del Lipsia, Dietrich Mateschitz è un imprenditore classe 1944 nonché inventore del noto marchio Red Bull. Sulla carta due società dalla proprietà comune, vincolo che contraddice l’articolo 15 delle norme Uefa relativo al controllo di più di un club partecipante (Champions o Europa League) vietato dai vertici del calcio europeo. In realtà se l’azienda austriaca detiene il Lipsia, il legame con il Salisburgo è una sponsorizzazione standard a ribadire le strategie che prediligono la pista tedesca. Aggirato anche il rischio sul conflitto d’interesse dei ricavi direttamente provenienti dalla Red Bull, tuttavia le entrate delle cessioni di giocatori ai "cugini" tedeschi sono marchiate proprio RB. Un paradosso di poco interesse per la Uefa che piuttosto ha preteso come le due società differenziassero il loro logo in precedenza identico: solo un toro nello stemma del Salisburgo contro i due del Lipsia. E non è tutto: nelle gare internazionali il Salisburgo risponde a F.C. e non più a R.B. analogamente al proprio stadio (da Red Bull Arena a Stadion Salzburg). Curioso l’aneddoto legato ad Andreas Ulmer, ignaro terzino del Salisburgo, che nell’estate del 2016 affrontò i lettoni del Liepaja indossando l’allora identica maglia del Lipsia senza che nessuno se ne accorgesse. Non apprezzarono i tifosi austriaci tuttora polemici nei confronti di una proprietà de facto che impoverisce le proprie risorse a beneficio della società tedesca: insomma, l’eventuale derby avrebbe promesso un’autentica bagarre.
2) Maledizione Champions
Sulle ali della Red Bull il Salisburgo domina in Austria dal 2005 con 8 scudetti e 13 trofei complessivi in bacheca, leadership ribadita in questa stagione con 8 punti di vantaggio sullo Sturm Graz: nessuno finora ha mai conquistato 5 titoli di fila. A bilanciare le fortune in patria c’è il tabù Champions League, decisamente una maledizione considerando le 10 eliminazioni consecutive ai preliminari della competizione. Inizialmente estromessi da Valencia e Shakhtar con Trapattoni in panchina e il vice Matthäus, gli austriaci si sono arresi alle porte della Champions pure la scorsa estate per mano del Rijeka (1-1 in casa, 0-0 in Croazia). Non sono mancate bocciature imbarazzanti contro avversarie alla portata dal Maccabi Haifa (2009) all’Hapoel Tel Aviv (2010), dai lussemburghesi del Dudelange (2012) al doppio smacco targato Malmö quando Ibrahimovic era solo un lontano ricordo. E pensare che negli ultimi quattro anni i risultati al 90’ recitano 2 vittorie e altrettante sconfitte oltre a 4 pareggi, tuttavia l’accesso al tabellone principale non si schioda dallo zero.
3) In Europa
Detto dell’ennesimo fallimento in Champions, il Salisburgo ha trovato spazio in questa edizione dell’Europa League sbarazzandosi dei rumeni del Viitorul Costanza allenato da Gheorghe Hagi. In scioltezza anche il percorso nel gruppo I contro Marsiglia, Konyaspor e Vitória Guimarães, squadra quest’ultima che ha causato l’unica rete subìta nella fase a gironi chiusa al comando senza ko. Sconfitte sconosciute pure nella fase ad eliminazione diretta dove prima la Real Sociedad (2-2; 2-1) e soprattutto il Borussia Dortmund (2-1; 0-0) hanno pagato dazio nel confronto dinanzi agli austriaci. Mai qualificati ai quarti di finale nella nuova formula dell’Europa League, gli uomini di Marco Rose sono imbattuti nella rassegna e non perdono addirittura da 19 partite di fila in tutte le competizioni europee ovvero dallo stop contro il Nizza nella scorsa edizione. Uscito indenne nelle ultime 10 trasferte, il Salisburgo aveva raggiunto i quarti dell’allora Coppa Uefa nel 1994 arrendendosi all’Eintracht Francoforte. All’Olimpico andrà in scena la 57^ gara ufficiale dei biancorossi nella rassegna: solo Villarreal (62) e Athletic Bilbao (61) ne hanno disputate di più. Ed è a rischio pure la striscia record dell’Atletico Madrid con 15 incontri utili contro i 13 degli austriaci.
4) Se son Rose...
Già palestra di allenatori di fama internazionale (Trapattoni, Stevens e Schmidt) e tecnici emergenti, il Salisburgo è guidato dal 41enne tedesco Marco Rose. Ex difensore di Lipsia e Mainz, artefice del trionfo degli austriaci nell’ultima Youth League battendo in finale il Benfica dopo le imprese contro Manchester City, PSG, Atletico Madrid e Barcellona. Da qui l’avvento alla guida della prima squadra in luogo dello spagnolo Óscar García destinato prima al St. Etienne e poi all’Olympiacos, promozione che ricorda la gavetta del quasi coetaneo Simone Inzaghi impegnato per anni nei quadri giovanili della Lazio. Imbattuto in tutte le 23 partite disputate in campo internazionale (Youth League compresa), Rose ha già lanciato la sfida ai biancocelesti: "Li abbiamo analizzati bene, conosciamo i loro punti deboli. Vogliamo confrontarci su questi livelli e siamo pronti a far loro male".
5) Precedenti
Lazio e Salisburgo si sono già incrociate in Europa League, edizione che nel 2009 archiviò il doppio confronto nella fase a gironi a partire dal primo duello all’Olimpico: 2-1 in rimonta per gli austriaci con Schiemer e Janko a vanificare il vantaggio di Foggia. Risultato bissato nel secondo atto in Austria con le reti di Afolabi, nuovamente Foggia e Tchoyi. Erano i biancocelesti di Ballardini poi eliminati e destinati ad una stagione anonima, squadra battuta due volte dal Salisburgo che chiuse il gruppo a punteggio pieno prima dello stop contro lo Standard Liegi. In campo trovavano posto superstiti come Radu da una parte nonché Ulmer e Leitgeb dall’altra. Se la Lazio è uscita sconfitta nelle ultime tre gare contro avversarie austriache, i biancocelesti hanno avuto la meglio nelle due sfide ad eliminazione diretta contro Rapid Vienna e Sturm Graz in Coppa Uefa. Competizione che ha registrato anche i due ko del Salisburgo nelle fasi finali contro squadre italiane: parliamo dell’Inter nell’epilogo del 1994 e del Parma nella stagione 2003/04, 5-0 degli emiliani che rappresenta lo stop più pesante in Europa nella storia biancorossa.
6) Difesa bunker
Formazione giovane dall’età media inferiore ai 24 anni e votata al 4-3-1-2, il Salisburgo ha mantenuto inviolata la propria porta in 6 delle 10 partite disputate in questa Europa League. Solo un gol incassato nella fase a gironi, solo una rete concessa al Borussia Dortmund nell’ultimo exploit della squadra di Rose trafitta in casa esclusivamente dalla Real Sociedad. Una solidità impressionante legittimata dall’unico ko incassato in stagione per mano dello Sturm Graz vittorioso nello scontro diretto del lontano 27 agosto, macchia che ad oggi presenta una striscia positiva lunga 35 incontri. Una difesa d’oro dal portiere e capitano Walke ai centrali Ramalho e Caleta-Car fino ai laterali Ulmer e Lainer, quest’ultimo apprezzato con 5 assist. Collettivo accorto e spinto dalla fisicità con 177 falli commessi in 10 gare a fronte di 22 ammonizioni ricevute: il pressing a tutto campo è un’altra delle armi austriache. I maliani Samassekou e Haidara coniugano sostanza e qualità, non ci sarà all’Olimpico lo squalificato Hwang a differenza del tandem Dabbur-Gulbrandsen, 37 gol totali in stagione. Il jolly è la mezzala kosovara Valon Berisha, 25 anni e 4 centri in Europa con la serata magica al Signal Iduna Park. Ora lo sanno anche a Dortmund fatale all’Atalanta: chi di Berisha (Etrit) ferisce, di Berisha (Valon) perisce.
7) Stelle e plusvalenze
Non può che essere il Lipsia la corsia preferenziale dei gioielli del Salisburgo, squadra che dal 2014 ha concesso ben 11 giocatori ai "cugini" tedeschi. I più onerosi? Decisamente Naby Keita (24 milioni di euro) e Upamecano (10) fino a Laimer (7) e Bernardo (6). Austriaci particolarmente attivi nel settore giovanile e spalleggiati dal Liefering ovvero una società satellite, lungimiranza che ha prodotto altre ricche plusvalenze del calibro di Sadio Mané ceduto al Southampton per 23 milioni e Kevin Kampl venduto al Borussia Dortmund per 12, partenze dorate che hanno interessato anche il mercato cinese con gli addii del tandem Alan-Soriano (oltre 25 milioni versati per i due attaccanti). Gli ultimi addii riguardano Wanderson e Lazaro, giovani valorizzati al pari della folta colonia di talenti presenti in rosa: da Caleta-Car a Samassekou, da Schlager ad Haidara fino a Hwang e Wolf la plusvalenza è sempre dietro l’angolo. Un progetto vincente per un club che strizza l’occhio all’Europa, maledizione di Champions permettendo.
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La strada per Lione passa dall'Austria. Prima tappa all'Olimpico però, il 5 aprile. Giovedì alle 21.05. I biancocelesti hanno bisogno dei tifosi per andare avanti e superare i quarti di finale. C'è anche una novità importante: e sei cliente extra con Sky da più di 1 anno hai un'occasione in più per sostenere dal vivo la tua squadra. Previsto uno sconto esclusivo del 50% sui biglietti per la gara d'andata. Inzaghi e la Lazio chiamano a raccolta i tifosi.