Arsenal, Mkhitaryan rischia di saltare la trasferta a Qarabag a causa del visto

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Il calciatore armeno non ha il permesso di andare in Azerbaijan per via del conflitto attualmente in atto tra i due Paesi. Per lo stesso motivo rinunciò già a un match nel 2015

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Quando l'urna di Nyon per l'Europa League ha estratto la pallina del Qarabag, in casa Arsenal avranno probabilmente esultato. Avversario che non fa paura e non rappresenta, almeno sulla carta, un grosso pericolo per qualificazione in un girone completato dai portoghesi dello Sporting Lisbona e dagli ucraini del Vorskla. Tutti a Londra avranno accolto con un sorriso il sorteggio, tranne uno: Henrick Mkhitaryan. Il calciatore potrebbe infatti essere costretto a saltare la trasferta contro la formazione di Qurbanov. Nessun problema fisico, disciplinare o tattico, ma una semplice questione di ... visto. L'ex Dortmund e Manchester United è infatti armeno, Paese attualmente in conflitto con l'Azerbaijan per il controllo del Nagorno-Karabakh, una contesa che conta decenni di morti e dolore alle sue spalle. Un problema non di poco conto per Mkhitaryan, chiamato già nel 2015 - quando indossava la maglia del Borussia - a rinunciare alla gara sul campo del Gabala, altra formazione azera. "La sicurezza generale e quella di tutti i nostri giocatori è sempre una priorità assoluta per noi - ha dichiarato un portavoce dei Gunners -. Daremo un'occhiata a questa situazione, parleremo con il giocatore e prenderemo una decisione dopo". L'UEFA, organizzatrice della competizione, vuole ridurre al massimo questo tipo di problemi e si è già proposta di cercare una soluzione conveniente per tutti: "È una procedura standard per noi inviare lettere di supporto ad associazioni, club o ambasciate al fine di ottenere visti per i giocatori che possono viaggiare in un altro Paese e giocare nelle partite delle competizioni UEFA" ha dichiarato uno dei portavoce. Calcio e politica non è un binomio che ha funzionato con successo in passato e in questo caso, come già accaduto altre volte, potrebbe addirittura negare a un giocatore la possibilità di scendere in campo con la maglia del suo club.