Kylian Mbappé è diventato il primo calciatore a parlare in diretta con un uomo nello spazio. Lo ha fatto con l'astronauta Thomas Pesquet: una chiacchierata tra vita sulla Stazione Spaziale Internazionale e calcio
Kylian Mbappé chiama Thomas Pesquet, terra chiama spazio. I due hanno dato vita al primo collegamento in diretta da parte di un calciatore con un astronauta, affrontando tanti temi. Pesquet ha confermato che tiferà la nazionale francese agli Europei anche da lassù. "Non posso credere ai miei occhi, ho tantissimo da chiedere, non so da dove cominciare - inizia Kylian emozionato -. Prima di tutto, come ci si sente a essere nello spazio?". Risponde il quarantatreenne astronauta: "È emozionante. È una missione di sei mesi che ha avuto inizio con il grande lancio, poi è come andare sulle montagne russe, ma diecimila volte più forte. Una volta che sei nello spazio, sei avvolto dal silenzio, tutto fluttua e diventa più facile. Puoi alzare grandi pesi perché ovviamente non c'è gravità, puoi volare: è come un sogno".
La vita (e il calcio) nello spazio
Pesquet continua dunque a rispondere alle tante curiosità della stella del Psg: "Cosa facciamo qui? Ricerche mediche, sulla fisiologia e sulle cellule staminali. Se passi sei mesi nello spazio, è come se il corpo invecchiasse di dieci anni: perdi muscoli perché non li usi, perdi massa ossea, perché non hai bisogno di sostenere il peso del corpo. Ti atrofizzi un po'. Gli scienziati lo adorano, perché vedono cosa succede con le cellule o il DNA". Mbappé è sempre più impressionato, e il connazionale astronauta racconta al campione com'è il calcio lassù: "Ho provato a giocare con i miei colleghi, ma in assenza di gravità non è affatto facile. Bisogna essere a terra. Qui è totalmente inutile perché la palla sale ma non scende mai. È lo stesso per i tiri e tutto il resto, quindi dubito che saresti contento qui, anche se le rovesciate vengono bene". "Il calcio non è l'unica cosa nella vita - ha risposto Kylian -, ma sarebbe un'esperienza pazzesca, sarebbe incredibile."
Scienza e calcio, perseveranza e tifo
Dunque tanti altri temi - come si legge nell'intervista integrale sul sito Uefa. Pesquet interroga Mbappé sulle tante tecnologie scientifiche applicate al calcio moderno. "Nel calcio di oggi, niente viene lasciato al caso - ha risposto Kylian -. Sono professionista da quattro-cinque anni e ho già visto grandi evoluzioni, quindi non riesco a immaginare cosa significhi per quelli che giocano da più tempo". E ancora: "Nella nostra professione è 50% di lavoro e 50% di perseveranza - dice l'astronauta francese -, ma immagino che sia lo stesso anche nel calcio". E Mbappé: "Abbiamo tutti quel sogno quando iniziamo a giocare, ovvero diventare un calciatore, un fuoriclasse, ma dopo c'è molto lavoro, molto sacrificio. C'è anche l'elemento fortuna, ovvero devi incontrare le persone giuste al momento giusto e giocare bene al momento giusto". Nello spazio Pesquet ci resterà sei mesi: "È come se fosse la Coppa del Mondo, ma senza giocare partite per sei o sette anni: poi, all'improvviso, ci sono i mondiali. È la nostra vita". E conclude: "In bocca al lupo per il torneo, anche se ci sarà da lavorare. Lavoro molto per rappresentare la Francia con orgoglio e so che lo farete anche voi, ragazzi".