Chi è Jeremy Doku, l'attaccante del Belgio che ha impressionato contro l'Italia

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L'attaccante è stata la minaccia principale per la difesa azzurra nella sfida dei quarti di finale: dribbling a ripetizione e un rigore conquistato per accorciare lo svantaggio. Classe 2002, è già sul taccuino delle big ma a 15 anni rifiutò il Liverpool, grazie anche a Lukaku...

ITALIA-BELGIO 2-1: GOL E HIGHLIGHTS 

Per 90 minuti più il recupero ha fatto ammattire Di Lorenzo e quella porzione di campo azzurra. Dribbling, guizzi, duelli fisici e di velocità: Jeremy Doku, a dispetto dei pericoli principali individuati alla vigilia in Lukaku e De Bruyne, è stata la minaccia principale nei quarti per la difesa di Mancini. Lui che non doveva neanche partire dal primo minuto e si è invece ritrovato titolare a causa della defezione di Eden Hazard. Il Ct Martinez lo ha preferito a Carrasco e lui ha ripagato la fiducia con una prova intensa e di personalità che, tuttavia, non è bastata al Belgio per evitare l'uscita da Euro 2020. Una scoperta per molti, ma non per chi lo ha osservato coltivare il suo talento fin dalla più tenera età. Doku infatti, che ha compiuto 19 anni lo scorso 27 maggio, è stato un giocatore che ha mostrato sin da subito le sue qualità, finendo nel taccuino di numerosi top club: un'ala d'attacco con un'eccellente capacità nel dribbling e cambio di passo, giocate che il giovane belga tenta fino quasi all'ossessione abbinando qualità tecniche e un'importante struttura fisica. Ben 8 quelli realizzati contro l'Italia, uno dei quali gli è valsa la conquista del penalty che ha accorciato le distanze, ma gli manca ancora quell'esperienza nello scegliere la giocata giusta perché fatica spesso ad arrivare al tiro in porta e, di conseguenza, lasciare il timbro in fase realizzativa.

Quel no al Liverpool...

La sua prima stagione in Ligue 1 non è stata entusiasmante. Acquistato dal Rennes nell'estate 2020 per la cifra record di 26 milioni di euro versata all'Anderlecht, ha avuto subito la fiducia dell'allenatore (Bizeul prima e poi Genesio dopo l'esonero) che, nonostante la giovane età, lo ha mandato in campo 30 volte in campionato, chiudendo il referto stagionale con 2 gol e 3 assist. Un magro bottino viste le aspettative, ma non sono mancati i guizzi a dare speranza ai sostenitori del club francese. L'età è un fattore che gioca straordinariamente a vantaggio di Doku, deciso a far sbocciare il suo talento davanti ai fenomeni del Psg e diventare uno dei più importanti al mondo nel suo ruolo. Nel futuro potrebbe esserci la Premier, e in particolare quel Liverpool che già da tempo lo ha individuato come successore di Mané e potrebbe presto sferrare l'attacco decisivo. Approccio che tra i Reds e l'attaccante si era già concretizzato quando il giovane belga di origini ghanesi aveva solo 15 anni. La società inglese lo invitò insieme alla famiglia al centro sportivo, mostrandogli le strutture di Melwood, facendogli conoscere alcuni dei big e prospettandogli un destino a tinte rosse. Si presentò anche Klopp in prima persona per convincerlo ad accettare il trasferimento e promettergli un futuro vincente. Ma il silenzioso Jeremy ritrovò il sorriso solo quando capì che stava per tornare nel suo Anderlecht.

Il video di Lukaku

L'operazione tra il Liverpool e l'Anderlecht, imbastita grazie al contemporaneo passaggio di Markovic alla formazione belga, alla fine saltò. Doku non si sentiva pronto per un grande salto così presto e a distanza di anni non si è mai pentito: "Se davvero al Liverpool piacevo così tanto a 15 anni, tornerà anche più tardi. Sta a me giocare bene". Ma decisivo per la sua permanenza fu anche Romelu Lukaku, ora suo compagno di squadra al Belgio. Jean Kindermans, direttore del settore giovanile del club belga, chiamò infatti l'attuale centravanti nerazzurro per chiedergli di fare un video e convincere Doku a restare. Così Lukaku spiegò al giovane 2002 l'importanza di crescere in una squadra come l'Anderlecht per affinare le proprie qualità, prima di misurarsi in campionati di spessore. Consiglio che Doku accettò, prima di firmare il suo primo contratto da professionista con i biancomalva. Da lì una continua ascesa: l'esordio in prima squadra, i primi gol e la chiamata del Ct Martinez che lo fece debuttare con la Nazionale non appena compiuti 18 anni. Il sogno Europeo si è concluso, ma ha davanti un'intera carriera per scrivere il suo nome nei libri di storia.