Soncin: "Abbiamo riavvicinato l'Italia al calcio femminile. Molta fiducia per il futuro"

Lo sguardo fisso di chi sa di essere andato a un passo da un'impresa sportiva. Gli occhi arrossati di chi per l'amarezza ha passato una notte difficile. Andrea Soncin ci aveva creduto alla finale dell'Europeo, dopo una partita ai limiti della perfezione tattica, sfumata solo al settimo minuto di recupero per regalare i supplementari alle inglesi e poi al 119°, quando ormai le energie fisiche e mentali avevano abbandonato le Azzurre, con Kelly a ribadire in rete dopo essersi fatta ipnotizzare dal dischetto da un'eroica Giuliani. L'Italia saluta così l'Europeo, nel modo forse più doloroso possibile, ma carica di fiducia e consapevolezza, per ciò che ha fatto in campo ma anche per il contributo dato al movimento del calcio femminile in Italia. Quanto è stato faticoso prendere sonno stanotte? Ripensando a ciò che è successo nei minuti finali, in un mix di rabbia, delusione e orgoglio. "È stato impossibile, l'amarezza che lascia una partita del genere porta mille pensieri. Ho avuto modo di riguardare la partita per comprendere cosa sia successo e cosa avremmo potuto fare diversamente: non cambierei nulla. Le ragazze hanno fatto una partita eccezionale, si sono difese molto bene. Alcuni episodi non sono stati a nostro vantaggio ma questo è il calcio. C'è amarezza, certo, ma sta iniziando ad emergere anche un grande orgoglio, visti tutti i messaggi che ci stanno arrivando dai tifosi che erano presenti allo stadio e da quelli che si sono appassionati a questa squadra davanti alla televisione". In conferenza stampa hai toccato un tema molto bello: quanto questa nazionale abbia aiutato tante bambine ad avvicinarsi al calcio e quanto abbia contributo a far cambiare idea a qualche adulto non 'abituato' al calcio femminile. "Il risultato più grande che hanno ottenuto le ragazze è essere state seguite e ammirate da persone che fino a questa estate probabilmente non avevano mai visto una partita di calcio giocato dalle donne. Nel nostro Paese è un traguardo molto importante, perché giochiamo sì per i risultati ma anche per abbattere una specie di muro culturale: in questo abbiamo vinto la nostra partita. Ho parlato di bambine ma vale lo stesso discorso anche per i bambini, perché saranno gli adulti di domani e magari potranno guardare con occhio diverso quando una ragazza giocherà a calcio". Far parte di questa bellissima famiglia che cosa rappresenta per te? "Qualcosa di inspiegabile. Mi sento in paradiso. So le responsabilità che il mio ruolo porta ad avere. So la risonanza, soprattutto negativa, quando i risultati non sono quelli che tutti vorrebbero. Però si è creata un'alchimia incredibile con le ragazze, anche se non siamo un club. Si lavora e si sta bene, c'è un ottimo clima: per me è il lavoro più bello del mondo". C'è ancora l'idea di fare il cammino di Santiago? "Ci ho pensato stanotte tra i mille pensieri del post partita. Perché comunque la nostra partita l'abbiamo quasi vinta anche sul campo, faccio ancora fatica a spiegarmi i sette minuti di recupero. Quella è l'unica cosa che mi sento di recriminare di tutto l'arbitraggio. Ho bisogno di staccare per un po', ma è un'idea che sto portando avanti, perché è un percorso molto introspettivo. Ora serve ricaricarsi per poi ripartire verso un altro grande obiettivo: il Mondiale in Brasile nel 2027". Da febbaio 2026 inizieranno le qualificazioni per il Mondiale. Ci sarà bisogno di continuare il lavoro tra voi e i club per proseguire nel ricambio generazionale che prima o poi dovrà arrivare. "Assolutamente sì. Il ricambio è già partito da un po' di tempo: la collaborazione con i club è strettissima, l'impegno al massimo, abbiamo dei rapporti molto diretti e leali con le squadre. Questo ci aiuta molto. Alcune ragazze nuove sono già entrate nelle rotazioni, altre purtroppo non sono potute venire per dei problemi fisici, come Beccari e Dragoni, che sono due prospetti riconosciuti a livello mondiale. Quello che ho sempre detto alle ragazze è che la convocazione va conquistata sul campo, quello che faranno vedere nel club sarà il loro biglietto da visita. Ce ne sono anche tante altre che stanno crescendo, basta vedere i risultati dell'Under17 e dell'Under19: c'è molta fiducia per il futuro".

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Mario Giunta