Miura ha iniziato la sua 40^ stagione in carriera: "King" Kazu spiegato alla Gen Z
eternoIntroduzione
È nato prima dell'uomo sulla luna e del Festival di Woodstock e ha iniziato a giocare nel Santos di Pelé. Oggi di anni ne ha 58, si diverte ancora nella quarta serie giapponese ed è l'unico calciatore ad aver attraversato cinque decadi di partite, in quatto diversi continenti. Ha ingannato il tempo come in un romanzo fantascientifico di H. G. Wells: l'allenamento a Milanello per la partita con le "stelle di Natale" del 1993, il flop al Genoa (ma con gol da annali in un derby con la Samp), Holly e Benji, una presenza costante in ogni FIFA dal 96 al 22 e le due volte che entrato nel Guinness
Quello che devi sapere
Il calciatore eterno non si ferma
Batte record su record, come se ormai fosse una questione di abitudine. E in effetti la stagione consecutiva numero quaranta (quaranta!) da professionista lo è. Classe 1967 - prima del festival di Woodstock e prima dell'uomo sulla luna, per dire - anni segnati sul passaporto da giramondo del calcio: 58. Senza tregua: pochi giorni fa è sceso in campo nella partita della quarta divisione giapponese col suo Atletico Suzuka, griffando una nuova stagione sportiva, l'ennesima.
L'uomo da quattro continenti e cinque decenni diversi
Ma ogni storia deve partire logicamente dall'inizio e, allora, quella del giapponese Kazu Miura parte nella storica squadra di Pelé, il Santos, circa dieci anni dopo il ritiro di O Rei, giusto per un confronto che chiarisca bene come Miura sembra sfuggire alle logiche del tempo, manco fosse il protagonista di un romanzo di H. G. Wells. 1986: Santos, capitolo Sudamerica, appunto, poi tante squadre brasiliane, torna nel suo Giappone (capitolo Asia), scrive la storia in Italia come primo nipponico del nostro campionato (ci arriveremo a breve), gioca anche a Zagabria e in Portogallo (capitolo Europa) e con sei gettoni gratta anche la casella oceanica giocando a Sidney. Anni '80, '90, 00', '10 e '20. Di meglio probabilmente ha fatto solo Rocky Balboa (che parte dai '70), ma al cinema…
Quell'allenamento a Milanello da 'stella di Natale'
Miura la storia la scrive personalmente, una pagina alla volta. Come il fatto di diventare il primo giapponese di sempre del calcio italiano. Ma prima un dovuto passo indietro: già dal 1993 il giapponese talentuoso - ah, di mestiere ala o seconda punta - atterra su Milano per un'amichevole a scopo benefico istituita già da un anno e ribattezzata 'Coppa della bontà'. Si gioca sotto Natale, prezzi popolari e San Siro pieno: la partita è Milan contro le "Christmas Stars", le stelle di Natale. Praticamente rossoneri contro una selezione di big europei tra cui Campos - il portiere dalle divise sgargianti e oversize - la futura meteora dell'Inter Sforza, Gullit, Rapaijc, Brolin. E ovviamente Miura, con tanto di allenamento a Milanello con la divisa ufficiale del Milan.
L'unico gol col Genoa (ma in un derby)
Poi Miura - anno 1994 - in Italia ci arriva per davvero, maglia Genoa. Ingaggio (inteso come acquisto) anche mediatico e griffato dal presidente rossoblu Spinelli. E ingaggio (qui inteso come stipendio) pagato in parte dagli sponsor. Il centro sportivo del Genoa a Pegli viene preso d'assalto da giornalisti e fotografi giapponesi, nonostante l'avventura strettamente calcistica lasci più che altro a desiderare. Esordio proprio contro il Milan - una questione di destino - con immediato ko e uscita in barella dopo un duro scontro testa contro testa con Baresi. Un solo anno, venti partite, retrocessione in B e un gol, ma nel derby contro la Samp, perso 3-2.
Ha ispirato lui Holly e Benji?
Più precisamente Oliver Hutton, Holly quindi. Non che ci sia una versione ufficiale, ma è quella più accreditata, anche considerando il viaggio dell'immaginario protagonista giapponese che - per raggiungere fama e successo calcistico - si sposta in Brasile per diventare un campione internazionale, esattamente come il nostro eroe dei quattro mondi Miura col suo Santos. Curiosità: il co-protagonista e portiere Benji si ispira al nostro Dino Zoff, Julian Ross veste lo stesso 14 di Cruijff, Roberto Sedinho è Socrates, Juan Diaz è Maradona e il portiere Bauer è Kahn.
Tanti gol in nazionale, mai un Mondiale (a undici)
Ovviamente Miura è stato una delle colonne della nazionale giapponese: 89 partite e 55 gol, secondo solo al santone Kunishige Kamamoto, ex bomber anni Sessanta e Settanta. È tra i giocatori che conquista sul campo la prima storica volta a un Mondiale, quello del 1998, ma l'appena trentunenne Miura non figura nella lista dei convocati. Un Mondiale, a dirla tutta, lo fa per davvero, nel 2012, ma di futsal.
È stato in ogni singolo FIFA dal 96 al 22
Sono la bellezza di ventisette edizioni del gioco, visto che Miura ha quasi sempre giocato in varie prime divisioni sparse per il globo. Per la prima volta nel lontano 1996, appunto, la terza edizione di sempre del videogame calcistico più famoso di sempre, quando lui di ann ne aveva già 29. Per dire…
Tra i 43 calciatori millenari della storia
Un elenco super selezionato dove ci sono anche Messi, CR7, ma anche Buffon, Maldini, Zanetti, Modric, Benzema e tanti altri. Miura - curiosità - chiude l'elenco proprio al quarantatreesimo posto con mille e due partite giocate. Il primatista all time? Peter Shilton a quota 1.390 gettoni
Due volte nel Guinness dei primati
Nel 2020 è diventato il primo e unico calciatore ad aver preso parte a partite ufficiali in cinque diverse decadi, come dicevamo. Dagli anni Ottanta a quelli Venti del Duemila. Nel 2017 aveva già firmato il libro dei record come giocatore più anziano a segnare un gol nel calcio dei pro, due settimane dopo aver compiuto cinquant'anni. Resta solo da chiedersi in che condizioni sia il ritratto in soffitta che invecchia al posto suo.
