A giro, sopra o sotto alla barriera, persino di fianco. Delicatissime parabole e arcobaleni disegnati con un tratto deciso: non c'è limite alla fantasia di Messi, nemmeno su punizione. C'è solo una tipologia su cui deve ancora lavorare...
Osservate bene la foto. Leo Messi sistema con cura il pallone e intanto riflette: è l'unico che sa già come calcerà quella punizione, per tutti gli altri sarà una sorpresa. Soprattutto per il portiere di turno. Il risultato finale si conosce giù - palla in rete - ma quello che ancora non si sa è come ci finirà. Quale sarà il suo tragitto, quale modalità si inventerà Messi per farcela arrivare.
Tre gol su punizione nelle ultime 3 partite (Girona, Las Palmas, Atletico Madrid) e tutti calciando in modo diverso. Ma le frecce al suo arco sono molte di più: anche su punizione, non c'è limite alla fantasia di un genio.
A giro sopra alla barriera: un classico
Partiamo dal grande classico, quello con cui all'inizio si cimenta chiunque voglia imparare a calciare le punizioni: pallone leggermente decentrato rispetto alla porta, rincorsa breve e carezza a dare quell'effetto che rende la parabola morbida, a giro. La teoria della "punizione perfetta" vuole che la palla scavalchi la barriera in corrispondenza del terzo uomo da destra (se si calcia di sinistro, dal versante destro) e che lì raggiunga il suo picco massimo prima di iniziare a scendere. Messi ne ha segnate a decine, con questa modalità: l'ultima è valsa la fondamentale vittoria contro l'Atletico Madrid, con Diego Costa terzo in barriera che salta e si allunga vanamente in tutti i suoi 186 cm e Oblak, il portiere meno battuto della Liga nonché quello con la maggior percentuale di parate in Europa (86%), che non ci arriva.
Sul palo del portiere: il duello psicologico
Ecco cosa succede quando un portiere decide di ingaggiare un duello psicologico con Messi, pensandosi più furbo di lui. 11 gennaio 2017, Barcellona-Athletic Bilbao: Iraizoz sistema la barriera, poi va a coprire l'altra metà della porta, immaginando che la soluzione a scavalcare quel muro di uomini sia una tentazione irresistibile per Leo: ecco perché, prima ancora che il tiro parta, decide di fare un passettino verso l'altro palo. Un passettino fatale, perché quando si rende conto che Messi l'ha beffato proprio sul suo palo è ormai troppo tardi per inviare alle gambe l'impulso nervoso a fare dietrofront. Palla che si spegne nell'angolino basso, toccando il palo: non serve nemmeno chissà quale forza. Messi quella punizione l'ha già segnata con la mente prima ancora di calciarla.
Stessa modalità contro il Las Palmas (il 1° marzo 2018), per la seconda perla del suo recente filotto. Ma con una variante: stavolta la palla è una saetta, dritta sotto l'incrocio teoricamente protetto dal portiere. Che, naturalmente, ha fatto il famoso passettino pensando che Messi calci sempre alla stessa maniera...
Sotto alla barriera, d'astuzia
In questo caso il duello mentale è con la barriera tutta. Voi saltate? E io vi faccio passare la palla sotto ai piedi. Gli ultimi a cascarci quelli del Girona, il 24 febbraio scorso, ma prima di loro molti altri hanno saltato. Tanti si contendono la paternità di un'idea tanto semplice quanto geniale, di sicuro i migliori specialisti del calcio piazzato l'hanno provata almeno una volta: Ronaldinho, Cristiano Ronaldo, Rivaldo, Pirlo, naturalmente Messi (già alla terza che infila così).
Allo specchio: da lì di solito calcia un destro
La zolla è quella da cui normalmente un mancino non tira. Al massimo crossa in mezzo all'area. Con Messi sulla palla cambia tutto, non esistono più destra e sinistra, traiettorie "normali" e punizioni classiche. Il Siviglia l'ha imparato sulla propria pelle il 28 febbraio 2016. Certo, nell'occasione per il portiere non era d'aiuto vedere sul punto di battuta anche Neymar, che destro lo è davvero. Ad ogni caso: palla sparata verso il palo più lontano, con una specie di rotazione orizzontale che la rende imprendibile.
Di fianco alla barriera: la palla curva!
Solita barriera alta: Xabi Alonso, Cristiano Ronaldo, Khedira, Higuain. Così il Real Madrid prova a difendere la sua porta dalla minaccia della punizione di Messi, in un Clasico dell'agosto 2012. A quella schiera di giganteschi campioni si aggiunge anche il piccolo Pedro, come si usa quando si vuole disturbare la barriera, ma stavolta è solo un bluff. Messi non mira da quella parte della barriera e nemmeno sopra. Sceglie di aggirare il problema, letteralmente. Come una di quelle palle curve che si vedono lanciare solo nel baseball, la sua esce e rientra in tempo per passare nello spiraglio tra il palo e la mano di Casillas protesa. Xabi Alonso, il primo in barriera, prova persino a tirare fuori la testa mentre è in volo, quando capisce l'inganno. Strike, eliminato!
La "maledettina"
Ad un certo punto la palla sembra andare altissima, volare via come un palloncino. Come se dovesse uscire dall'inquadratura, perdersi. Poi, all'improvviso, cade. O meglio: precipita giù. Portiere immobile, spettatore come tutti gli altri. A salvarlo, però, quando già pensava di essere uscito sconfitto dal duello a distanza, c'è la traversa. La maledetta non è ancora perfetta. Forse per Leo c'è ancora da lavorare su qualcosa.