Lavori in corso in casa Eibar, ma cinque metri di terreno di proprietà di un convento di suore stanno frenando la ristrutturazione. Tutto ok col comune, ma per l’esproprio serve l’approvazione del Vaticano e… del Papa
Amante del calcio, e tifoso del San Lorenzo, di cui possiede la tessera del tifoso numero 88 235. Ma forse mai avrebbe pensato di avere nelle proprie sorti anche la ristrutturazione dello Stadio municipal de Ipurúa, la casa dell’Eibar. La storia? È sicuramente curiosa, visto che il club basco sta pensando ormai da molto tempo alla costruzione di una nuova tribuna, che ha però un unico (ma grande) problema: sorgerebbe su cinque metri di terreno che appartengono a un convento di suore, peraltro in disuso. Come riporta infatti dalla Spagna As, i lavori per l’ampliamento sono bloccati: c’è un accordo col comune per l’esproprio, che costerebbe quattro milioni e mezzo di euro, ma l’avvocato Juan Luis Cristóbal ha fermato tutto.
Decide il Papa
Cosa serve allora per far sì che l’Eibar possa costruire su quel terreno? Risposta semplice: l’ok del Vaticano, che deve dare il via libera all’esproprio per far sì che il club basco abbia tutte le carte in regola la nuova tribuna tanto sognata. In ultima sede servirà dunque inevitabilmente l’approvazione niente di meno che di Papa Francesco: senza di lui niente esproprio, niente cinque metri e niente ampliamento. La risposta del responsabile della ristrutturazione per l’Eibar José Antonio Fernández non è tardata ad arrivare: “Ci è stato richiesto di pagare 160mila euro per entrare con le macchine sul terreno di proprietà del convento fino al momento in cui non arriverà l’autorizzazione del Vaticano - ha detto al giornale El Correo -. Nonostante noi non abbiamo ancor fatto nulla ne abbiamo già offerti 10mila per far sì che l’opera andasse avanti”. Ci riusciranno? Alla fine, forse, basterà soltanto… avere fede.