Marcus Rashford è come la fenice di Palau Güell: così l'inglese è rinato a Barcellona

Quando si pensa alla città di Barcellona e alla meravigliosa arte che ha da offrire, il primo nome che viene in mente è sicuramente quello di Antoni Gaudí, geniale architetto capace di creare opere straordinarie a cavallo tra il XIX e il XX secolo e che tutt’oggi sono in grado di attrarre turisti da ogni dove per essere ammirate. La più nota è senza dubbio la Sagrada Família, accompagnata poi da Parc Güell e da edifici iconici come Casa Batllò e Casa Milà. A testimoniare la preziosità dei lavori di Gaudí è il fatto che ben sette delle sue opere sono state dichiarate Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO e tra esse rientra anche Palau Güell, palazzo urbano che si trova a Carrer Nou de la Rambla, 3-5. Qui, sulla facciata, tra i due portali in ferro battuto, il maestro Joan Oñós creò una piccola finestra, sormontata da uno scudo che riproduce la senyera , da un elmo che indica la virtù cardinale della fortezza e da una fenice, animale mitologico spesso associato al concetto di rinascita. L’intento era quello di celebrare il rinascimento culturale ed economico della società catalana, in una città in cui oggi sta vivendo invece la sua rinascita sportiva un calciatore che nel Barcellona di Hansi Flick sta brillando più di tutti in questo avvio di stagione. La fenice dei Blaugrana si chiama Marcus Rashford, ex boy wonder del Manchester United il cui trasferimento in Spagna in estate era stato accompagnato da tante domande e che, invece, in pochi mesi è già riuscito a dare incredibili risposte sul campo, tanto da iniziare a far pensare alla dirigenza dei Culers di rendere definitivo il suo trasferimento. L’inglese si è infatti legato al Barça con la formula del prestito stagionale, ma i catalani avranno la possibilità di riscattarne il cartellino pagando una cifra intorno ai 30 milioni di euro. LA CONSACRAZIONE E LA CADUTA La favola calcistica di Marcus Rashford è iniziata il 25 febbraio 2016, in un match di Europa League a Old Trafford. Il Manchester United era pronto a scendere in campo contro i danesi del Midtjylland, quando Anthony Martial si ferma improvvisamente nelle fasi di riscaldamento prepartita, colpito da un problema alla coscia. Louis van Gaal decide allora di far debuttare Rashford, ragazzo di Manchester e cresciuto da quando aveva 7 anni nell’Academy dello United. Il classe 1997 si presenta allora sul terreno di gioco con indosso una maglia numero 39 e tra il 64’ e il 75’ segna una doppietta che fa impazzire il Teatro dei Sogni. Lo United vince 5-1, centrando la qualificazione al turno successivo, e Rashford diventa subito il nuovo beniamino del pubblico di casa, oltre che il più giovane marcatore della storia del club nelle coppe europee a 18 anni e 117 giorni, battendo il vecchio record stabilito da un certo George Best. Il talentuoso attaccante ci mette davvero poco per diventare una presenza fissa tra i titolari dei Red Devils, tanto da accumulare 426 presente, 138 gol e 78 assist in quasi un decennio a Manchester. I primi capitoli della sua favola sono meravigliosi: Rashford infila prestazioni eccellenti una dopo l’altra, timbra reti pesanti e si guadagna sempre più affetto da parte di tutto il mondo United . Nei suoi anni in rosso vince il 'Sir Matt Busby Player of the Year', il 'Players' Player of the Year' e il 'PFA Fans' Player of the Year', riconoscimenti individuali ai quali unisce una UEFA Europa League, due FA Cup, due Coppe di Lega e un Community Shield. Fuori dal campo viene invece nominato MBE per il suo impegno sociale volto ad aiutare i bambini, dando loro accesso gratuito al cibo durante il terribile periodo del Covid-19. Tutto sembra girare per il verso giusto e, invece, l’incantesimo all’improvviso si spezza. Dopo essere diventato la bandiera del Manchester United, nella stagione 2023/2024 colui che era ormai visto da molti come il degno erede di Wayne Rooney dalle parti di Old Trafford inizia a crollare. Le prestazioni in campo peggiorano e ciò che fa nella vita privata inizia a essere criticato da tifosi, media e addetti ai lavori. Rashford viene paparazzato la sera mentre festeggia in alcuni locali durante la settimana, salta degli allenamenti, delle partite e viene quindi punito da Erik ten Hag per i suoi atteggiamenti poco professionali. La scintilla con il tecnico olandese non scocca mai realmente, nonostante i 30 gol e 12 assist messi a referto nella prima annata sotto la guida dell’ex Ajax, e successivamente neppure quella con Ruben Amorim. Marcus lascia allora Manchester e si trasferisce 140 km più a sud, a Birmingham. A febbraio 2025 si unisce infatti in prestito all’Aston Villa, con l’intento di rilanciare la propria carriera da Unai Emery. Con i Villans colleziona 17 presenze, 4 gol e 6 assist e inizia ad abbozzare un nuovo sorriso, prima di rientrare alla casa madre al termine della stagione. Arriva quindi l’estate e l’affascinante passaggio al Barcellona, club che già in passato aveva accolto grandi attaccanti del calcio britannico. Una leggenda del Leicester City e del Tottenham Hotspur come l’inglese Gary Lineker lasciò il segno a fine anni ’80, mentre il gallese Mark Hughes non ebbe un impatto altrettanto convincente nello stesso periodo. LA RINASCITA AL BARCELLONA Ciò che contraddistingue Palau Güell è la forte contrapposizione tra la sobrietà della sua facciata esterna e la sfarzosità che impreziosisce invece le stanze arredate al suo interno. Allo stesso modo, Rashford a Barcellona è arrivato con la faccia seria e la consapevolezza di dover dimostrare di essere ancora un eccellente giocatore, ma poi, appena è entrato nelle stanze del club catalano ha iniziato a sorridere. “Il Barcellona è dove i sogni diventano realtà – ha sentenziato l’inglese nel giorno della sua presentazione – Qui i giocatori di qualità si possono divertire e io non vedo l’ora di aiutare questa squadra a vincere nuovi trofei. Sono venuto qui con la motivazione e l’ambizione di diventare un calciatore migliore. Voglio ringraziare i tifosi per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservato. Spero di poter debuttare presto con questa maglia”. La prima presenza con i Blaugrana è arrivata a fine luglio, nell’amichevole estiva contro i giapponesi del Vissel Kobe, mentre il debutto ufficiale a metà agosto, in occasione della prima giornata di Liga. Rashford ha infatti giocato gli ultimi venti minuti della sfida contro il Maiorca e ha poi collezionato un tempo contro il Levante e una mezz’ora con il Rayo Vallecano. Nel match casalingo contro il Valencia, alla quarta giornata di campionato, ha quindi realizzato il suo primo assist e quattro giorni dopo ha timbrato i suoi primi gol ufficiali. Dove? In Inghilterra, ironia della sorte. Il 18 settembre 2025 il Barcellona è sceso in campo a St. James’ Park per la sua prima gara di League Phase di Champions League contro il Newcastle United e Rashford ha piegato i Magpies con una magnifica doppietta . La prima rete l’ha segnata di testa, da centravanti di razza, la seconda con un missile all’incrocio dei pali lontano, come a esplodere tutta la sua rabbia verso chi in Inghilterra lo aveva criticato e abbandonato. Rashford si è così sbloccato e, poi, non si è più fermato. Altra doppietta più assist contro l’Olympiacos in Europa, passaggio vincente per il gol di Ferran Torres nella sfida persa 2-1 con il Psg, rete contro il Siviglia e altri assist contro Getafe, Real Oviedo, Real Sociedad e nel primo Clasico giocato contro il Real Madrid pochi giorni fa. In totale, Rashford a Barcellona ha già messo insieme 5 gol e 7 assist in 13 partite, numeri che lo rendono il miglior calciatore dei Blaugrana da inizio stagione. Centravanti, esterno sinistro ed esterno destro. L’ex United ha già ricoperto tutte le posizioni nell’attacco catalano, facendo dimenticare a volte l’assenza di Lewandowski, a volte quella di Raphinha o quella di Yamal. Solo Vinicius Jr. e Kylian Mbappé hanno toccato più palloni dell’inglese in area di rigore avversaria finora in Liga, mentre soltanto i connazionali Harry Kane e Anthony Gordon, oltre a Mbappé, hanno pareggiato il numero di gol e assist già accumulati da Rashford in Champions League . In attesa di vederlo calcare il prato del nuovo Camp Nou , l’inglese ha già convinto i tifosi che ne hanno ammirato le giocate all’Estadi Johan Cruijff e allo Stadio Olimpico Lluís Companys di Montjuïc, impianti in cui il Barça ha disputato le proprie partite casalinghe negli ultimi mesi. “Hansi Flick mi ha dimostrato da subito una grande fiducia. Sapevo già prima di firmare per il club che ottimo allenatore fosse, ma ora posso dire che lavorare con lui è davvero un piacere”. Parole ovviamente di Rashford, cui l’allenatore tedesco ha dato da subito sia responsabilità che maggiore libertà. Al britannico è stata affidata spesso e volentieri la battuta degli ormai sempre più importanti calci da fermo e ciò lo ha aiutato a entrare in ritmo, dandogli l’opportunità di fornire diversi assist da corner. Flick lo ha poi schierato spesso e volentieri nella zona sinistra d’attacco, ma non lo ha costretto a tenere i piedi sulla linea laterale come viene richiesto solitamente a tante ali, bensì gli ha dato la facoltà di accentrarsi con continuità, così da essere più vicino alla porta avversaria e poter incidere maggiormente con le sue qualità da striker. Il risultato? Fiducia ritrovata e una capacità sempre maggiore di riuscire ad aiutare la squadra. Il dinamico impianto offensivo creato dall’ex Ct della Germania al Barcellona permette infatti a Rashford di sfogare la propria corsa, di trovarsi spesso in uno-contro-uno, di aprire spazi per la sovrapposizione del terzino a sinistra e di dialogare maggiormente con i centrocampisti dentro al campo. Tanti benefici per un talento che aveva bisogno di tornare a sentirsi importante e spiccare nuovamente il volo. Mundo Deportivo ha scritto che la maglia numero 14 di Rashford sta iniziando a essere acquistata sempre da più tifosi del Barcellona e ciò deriva, ovviamente, dalle sue grandi prestazioni. Ciò che è importante sottolineare è però il cambio di mentalità che Rashford ha fatto fuori dal terreno di gioco. È tornato a essere più professionale, dedicato al lavoro e attento alla cura del proprio fisico, oltre che determinato e sorridente. Come la fenice di Palau Güell, Marcus Rashford sembra essere davvero rinato e, nel giorno del suo ventottesimo compleanno, l’augurio non può che essere quello di continuare su questa strada.

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Marcus Rashford è come la fenice di Palau Güell: così l'inglese è rinato a Barcellona

Marco Garghentino