Veronica Baldaccini

Mondiali
Cresciuta a suon di Holly e Benji, Veronica Baldaccini vivrà da inviata il suo primo Mondiale a seguito degli azzurri
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Intanto una precisazione: mi chiamo Verònica con la “o” chiusa. Ho intenzione di sfidare le regole della dizione in nome di una battaglia etica: sarò libera di pronunciare il mio nome come mi pare, ma soprattutto come l’ho sempre sentito a casa mia, in Sardegna? Non ne farei una questione di principio se qualche mio collega non si lamentasse ogni volta che firmo i servizi: “Per Sky Sport 24 Verònica….”.

Che poi, a dirla tutta, non è che mi sia mai piaciuto questo nome. A otto anni decisi di cambiarlo, a nove mi informai sulla pratica da inoltrare all’anagrafe, a dieci abbandonai sconfitta dalla burocrazia. A undici capii che non era questo disastro, quando la mia meravigliosa professoressa di italiano mi dischiuse le porte dell’etimologia. “Il tuo nome, Vero-nica, significa portatrice di vittoria”. Alé! Da allora me ne sono fatta una ragione e adesso provo a convincere tutti gli scaramantici allenatori che intervisto che non c’entro nulla con le loro sconfitte e tanto meno con i loro esoneri.

Avrei voluto essere un’atleta, lo confesso, ma al terzo gradino ho il fiatone e alle amiche che mi invitano a fare pilates rispondo che il mio sport preferito è il divanes…Chi è nato tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80 come me, capirà bene che se faccio questo mestiere è merito (o colpa) delle “Notti magiche” e di Schillaci (..non Omar), di Holly, Benji e soprattutto Julian Ross, di Paolo Valenti che aspettavo ogni domenica pomeriggio. Del “Príncipe” che per me non stava su un libro di favole ma giocava a 70 km da casa, El Príncipe Enzo, l’originale. E per la passione di mio padre che ho ereditato troppo presto. Ora che sto per partire in Sudafrica la notte – e il giorno- faccio sempre due sogni: tornare da Johannesburg il 12 luglio e andare dritta dalla mia prof per dirle.. “Aveva ragione”.