Amore-odio per la maglia: lo sponsor scatena il dibattito

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Il forum del sito ufficiale della Federazione ospita una diatriba primaverile con i tifosi intenzionati a far valere la prima legge del mercato: "Questa maglia non ci piace, non compriamola e saranno costretti a cambiarla"

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di VALERIO SPINELLA

"Incredibile, meraviglioso, indimenticabile e indescrivibile". Queste le parole usate dal sito della Fenafuth (Federacion Nacional Futbol Honduras) all'indomani della qualificazione Mondiale. Un traguardo scritto a quattro mani (o sarebbe il caso di dire piedi) dalla coppia Pavon-Bornstein: il primo è Carlos Pavon, l'eroe del Cuscatlan, il teatro del successo per 1-0 sulla selezione di El Salvador. Il secondo è il difensore statunitense che ha mandato la Costa Rica all'inferno segnando le rete del 2-2 a tempo scaduto. Una combinazione di eventi che ha mandato in delirio il popolo honduregno.

Smaltita la sbornia post-qualificazione, è nel momento di vestire i panni mondiali della "Bicolor" che i tifosi si sono trovati in disaccordo con la Federazione, rea di aver trovato un accordo con la Joma (lo sponsor tecnico che veste anche club come Siviglia e Getafe) per la versione della "camiseta" da adottare in Sud Africa. Sul sito ufficiale della Fenafuth è sorto un dibattito in cui il tifo è schierato da una sola parte: i tifosi si sono risentiti per la scomparsa della grande H sul petto e delle cinque stelle, per dare spazio al marchio che "sembra rappresentare la Nazionale Joma e non la Nazionale dell'Honduras".

Il proposito dei tifosi indignati è di quelli che vanno contro la propria natura: "Non compriamo questa maglia! Il cliente ha sempre ragione, facciamogli vedere che questa maglia non vende, così dovranno accontentarci". Con buona pace del "cliente" la diatriba nei mesi è scemata e l'entusiasmo dei centramericani sarà sicuramente alle stelle in occasione dell'esordio con il Cile, il 16 giugno, quando ogni polemica dovrà essere lasciata da parte proprio per il bene della maglia. Appuntamento a  Nelspruit, quindi: anche per vedere in quanti vestiranno la "camiseta" della discordia.