Dunga pugno di ferro: Seleçao blindata, niente giornalisti
Mondiali"Non possiamo ripetere quello che è successo nel 2006", la denuncia del ct brasiliano. Già nel ritiro pre-mondiale di Curitiba è stata eliminata la zona mista. I giocatori usano twitter. Il portavoce Paiva: "Quattro anni fa sembrava il Grande Fratello"
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Il ct Dunga lo aveva detto mesi fa: sarà un Mondiale diverso, in cui la nazionale brasiliana sarà blindata e non più sempre a disposizione di giornalisti e telecamere come in passato, "perché al Brasile tutta la confusione attorno alla Seleçao è già costato il Mondiale di quattro anni fa. Io non c'ero, ma adesso non voglio ripetere un errore del genere". Dalle parole si è passati ai fatti perché, con l'inizio del pre-ritiro mondiale a Curitiba, la nazionale non è più aperta con zona mista per tutti, come una volta. Gli accessi ai reporter, e soprattutto alle telecamere, sono molto più limitati e in certi casi scatta il divieto assoluto, come quello nei confronti di inviati di programmi e tg satirici.
Tutto ciò ha scatenato le prime proteste dei giornalisti brasiliani, in attesa che il problema si estenda a quelli di tutto il mondo con l'arrivo dei pentacampioni del mondo in Sudafrica. Ma Dunga e la federazione (Cbf) non si piegano, e chi proprio avesse bisogno di frasi dei giocatori può sempre utilizzare il 'social network' Twitter, visto che ai nazionali brasiliani è stato consentito di esprimersi attraverso tale strumento (e c'è già chi, come Kakà, ne ha approfittato per far sapere che "nei momenti liberi cantiamo e suoniamo, e in questo Robinho e Julio Baptista sono bravissimi").
Oggi comunque la Cbf ha spedito in sala stampa Gilberto Silva e Dani Alves, per sottolineare che, come ha detto il primo, "non è esatto dire che la Seleçao è blindata: se molti giornalisti andassero a seguire altri nazionali, troverebbero molte piu' difficoltà a svolgere il loro lavoro rispetto a qui. Noi del Brasile siamo rimasti scottati dal 2006, e non vogliamo che si ripeta un caos del genere. Non si può sempre aprire casa propria e far entrare chiunque. Quello che succede qui è esattamente ciò che succede in ogni club europeo". "Nel 2006 con la nostra nazionale hanno fatto un'edizione speciale del Grande Fratello, e non potevamo consentire che si ripetesse un fatto del genere", ha invece detto il portavoce della federcalcio brasiliana Rodrigo Paiva.
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Il ct Dunga lo aveva detto mesi fa: sarà un Mondiale diverso, in cui la nazionale brasiliana sarà blindata e non più sempre a disposizione di giornalisti e telecamere come in passato, "perché al Brasile tutta la confusione attorno alla Seleçao è già costato il Mondiale di quattro anni fa. Io non c'ero, ma adesso non voglio ripetere un errore del genere". Dalle parole si è passati ai fatti perché, con l'inizio del pre-ritiro mondiale a Curitiba, la nazionale non è più aperta con zona mista per tutti, come una volta. Gli accessi ai reporter, e soprattutto alle telecamere, sono molto più limitati e in certi casi scatta il divieto assoluto, come quello nei confronti di inviati di programmi e tg satirici.
Tutto ciò ha scatenato le prime proteste dei giornalisti brasiliani, in attesa che il problema si estenda a quelli di tutto il mondo con l'arrivo dei pentacampioni del mondo in Sudafrica. Ma Dunga e la federazione (Cbf) non si piegano, e chi proprio avesse bisogno di frasi dei giocatori può sempre utilizzare il 'social network' Twitter, visto che ai nazionali brasiliani è stato consentito di esprimersi attraverso tale strumento (e c'è già chi, come Kakà, ne ha approfittato per far sapere che "nei momenti liberi cantiamo e suoniamo, e in questo Robinho e Julio Baptista sono bravissimi").
Oggi comunque la Cbf ha spedito in sala stampa Gilberto Silva e Dani Alves, per sottolineare che, come ha detto il primo, "non è esatto dire che la Seleçao è blindata: se molti giornalisti andassero a seguire altri nazionali, troverebbero molte piu' difficoltà a svolgere il loro lavoro rispetto a qui. Noi del Brasile siamo rimasti scottati dal 2006, e non vogliamo che si ripeta un caos del genere. Non si può sempre aprire casa propria e far entrare chiunque. Quello che succede qui è esattamente ciò che succede in ogni club europeo". "Nel 2006 con la nostra nazionale hanno fatto un'edizione speciale del Grande Fratello, e non potevamo consentire che si ripetesse un fatto del genere", ha invece detto il portavoce della federcalcio brasiliana Rodrigo Paiva.
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