"Sekulungile Italia", il benvenuto delle teste di cuoio

Mondiali
Il pullman personalizzato degli Azzurri ai Mondiali sudafricani
pullman_mondiali_italia

Veronica Baldaccini di SKY Sport c'era all'arrivo degli Azzurri a Johannesburg da Malpensa: 24 giocatori, più Lippi, il suo staff, i magazzinieri e i dirigenti della Figc. E le guardie del corpo locali per proteggerli... GUARDA L'ALBUM MONDIALE

GIOCA A FANTASCUDETTO MONDIALE

GUARDA L'ALBUM DEI MONDIALI

COSI' TUTTI I MONDIALI SU SKY

di VERONICA BALDACCINI
da Johannesburg (Sudafrica)

Sekulungile, dicono in lingua zulu i sudafricani per far capire che è tutto pronto. E così era per l’arrivo dei campioni del mondo. Sekulungile a Leriba Lodge, nel ritiro scelto dall’Italia; al Southdowns College, il campo d’allenamento, e al Cornwall Hill College ovvero Casa Azzurri: l’ambasciata italiana del calcio nella Nazione Arcobaleno, il punto di riferimento per tutti gli italiani, e non solo, che vogliono gravitare attorno al pianeta Italia, in questo universo dai mille colori che è il Sudafrica.

Qui i primi italiani arrivarono nel 1688. Erano quaranta valdesi, emigrati per questioni religiose su navi olandesi, e nelle coste sudafricane vicino a Cape Town trovarono la loro America. Trecentododici anni dopo a Johannesburg sono sbarcati gli italiani campioni del mondo. Ore 8,53: trentasette minuti in anticipo rispetto alle previsioni, quasi a voler bruciare il tempo dopo quattro anni d’attesa. Anche loro erano una quarantina: 24 giocatori, più Lippi, il suo staff, i magazzinieri e i dirigenti della Figc.

Al contrario dei valdesi non scappano da nulla, piuttosto rincorrono il sogno di restare campioni. Eppure a terra non hanno trovato un comitato d’accoglienza in festa, ma un piccolo esercito di teste di cuoio in tenuta antisommossa che ha circondato l’aereo e scortato la squadra sino a una sala privata del Tambo airport. In realtà i tifosi c’erano, ma non hanno potuto vedere la squadra sino al trasferimento al Leriba Lodge, quando il pullman della squadra è sfilato davanti ai loro occhi, riconoscibile da due dettagli: la scritta “Il nostro azzurro nel cielo d’Africa”, e la nutrita scorta. Così pretendono le misure di sicurezza imposte dalla FIFA: anche questo, soprattutto questo, è il primo mondiale africano.