Argentina-Nigeria, Dieguito ritrova le Super Aquile
MondialiOggi l'esordio di Maradona ct ai Mondiali: da giocatore, quella contro gli africani fu la sua ultima partita, a Usa '94. Ora scommette su Leo Messi, Milito in panchina. Il ct dei nigeriani, Lagerback, sfoggia grande ottimismo. GUARDA L'ALBUM MONDIALE
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Argentina-Nigeria, Diego Maradona ritrova sabato il Mondiale dove l'aveva lasciato. Quella a Usa '94 contro le Super Aquile fu la sua ultima apparizione da calciatore nel torneo più seguito del pianeta, Diego lasciò il campo sottobraccio a un'infermiera. Poi venne il controllo antidoping e tutto ciò che ne seguì, comprese le accuse alla "mano nera" della Fifa.
Sono passati 16 anni e Diego è tornato, stavolta nei panni di Ct, alla guida dell'Argentina che sabato apre il suo mondiale sudafricano incontrando proprio i nigeriani, qualificatisi all'ultimo momento a spese della Tunisia. Maradona fa il commissario tecnico, in campo con il 10 cè un altro mago del pallone, per qualcuno il suo erede. Se Leo Messi sarà l'uomo del terzo mondiale argentino lo dirà il campo.
Intanto 'el pibe' scommette su di lui: "Mi piacerebbe che Leo avesse sul Mondiale 2010 lo stesso impatto che io ebbi su quello del 1986", quando l'Argentina fu campione in Messico. "Spero con tutto il cuore che giochi un torneo superbo e si consacri definitivamente come il più grande di sempre". Ma, sottolinea, dietro la stella del Barcellona "ci deve essere una squadra intera che lo supporta. Lui può essere la ciliegina sulla torta". E trova il tempo per polemizzare con l'allenatore del Barça, Guardiola: "Ha risparmiato spesso Xavi e Iniesta, mentre non ha mai fatto riposare Messi, che viene da una stagione con 63 partite. Così gli spagnoli sono arrivati qui più freschi".
Maradona non ha perso la voglia di stupire, a cominciare dalla formazione. Diego Milito, si intuisce, partirà in panchina. In questa selezione dallo straordinario coefficiente tecnico e dalle enormi potenzialità in attacco, non c'è posto per l'artefice dei successi dell'Inter. Gli verranno preferiti Messi, Higuain e Tevez. "La formazione l'ho già decisa - assicura Maradona - l'ho chiara in testa, ma non ve la dico, anche perché sarebbe un vantaggio per gli avversari. Milito? Un tecnico deve saper fare delle scelte".
Di fronte ci sarà la Nigeria del ct svedese Lars Lagerback, l'unico della comitiva biancoverde che non rinuncia all'ottimismo, visto che a questa nazionale i suoi stessi tifosi rimproverano di essere troppo vecchia e quindi destinata a un ruolo di vittima sacrificale, soprattutto adesso che ha perso ancor prima di cominciare, la sua stella Obi Mikel. Arrivata in preda al caos, come spesso le capita in occasioni delle grandi manifestazioni, la Nigeria conta soprattutto sulla propria forza difensiva, mentre in attacco ci sono Martins che fa ancora le capriole e l'altro ex interista Obinna che due anni fa alle Olimpiadi fu grande protagonista e ora sogna una rivincita contro quell'Argentina che nella finale di Pechino privò lui e i suoi compagni del sogno dell'Oro. Difficile che ci riesca, proprio adesso che è tornato Maradona.
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Argentina-Nigeria, Diego Maradona ritrova sabato il Mondiale dove l'aveva lasciato. Quella a Usa '94 contro le Super Aquile fu la sua ultima apparizione da calciatore nel torneo più seguito del pianeta, Diego lasciò il campo sottobraccio a un'infermiera. Poi venne il controllo antidoping e tutto ciò che ne seguì, comprese le accuse alla "mano nera" della Fifa.
Sono passati 16 anni e Diego è tornato, stavolta nei panni di Ct, alla guida dell'Argentina che sabato apre il suo mondiale sudafricano incontrando proprio i nigeriani, qualificatisi all'ultimo momento a spese della Tunisia. Maradona fa il commissario tecnico, in campo con il 10 cè un altro mago del pallone, per qualcuno il suo erede. Se Leo Messi sarà l'uomo del terzo mondiale argentino lo dirà il campo.
Intanto 'el pibe' scommette su di lui: "Mi piacerebbe che Leo avesse sul Mondiale 2010 lo stesso impatto che io ebbi su quello del 1986", quando l'Argentina fu campione in Messico. "Spero con tutto il cuore che giochi un torneo superbo e si consacri definitivamente come il più grande di sempre". Ma, sottolinea, dietro la stella del Barcellona "ci deve essere una squadra intera che lo supporta. Lui può essere la ciliegina sulla torta". E trova il tempo per polemizzare con l'allenatore del Barça, Guardiola: "Ha risparmiato spesso Xavi e Iniesta, mentre non ha mai fatto riposare Messi, che viene da una stagione con 63 partite. Così gli spagnoli sono arrivati qui più freschi".
Maradona non ha perso la voglia di stupire, a cominciare dalla formazione. Diego Milito, si intuisce, partirà in panchina. In questa selezione dallo straordinario coefficiente tecnico e dalle enormi potenzialità in attacco, non c'è posto per l'artefice dei successi dell'Inter. Gli verranno preferiti Messi, Higuain e Tevez. "La formazione l'ho già decisa - assicura Maradona - l'ho chiara in testa, ma non ve la dico, anche perché sarebbe un vantaggio per gli avversari. Milito? Un tecnico deve saper fare delle scelte".
Di fronte ci sarà la Nigeria del ct svedese Lars Lagerback, l'unico della comitiva biancoverde che non rinuncia all'ottimismo, visto che a questa nazionale i suoi stessi tifosi rimproverano di essere troppo vecchia e quindi destinata a un ruolo di vittima sacrificale, soprattutto adesso che ha perso ancor prima di cominciare, la sua stella Obi Mikel. Arrivata in preda al caos, come spesso le capita in occasioni delle grandi manifestazioni, la Nigeria conta soprattutto sulla propria forza difensiva, mentre in attacco ci sono Martins che fa ancora le capriole e l'altro ex interista Obinna che due anni fa alle Olimpiadi fu grande protagonista e ora sogna una rivincita contro quell'Argentina che nella finale di Pechino privò lui e i suoi compagni del sogno dell'Oro. Difficile che ci riesca, proprio adesso che è tornato Maradona.