Gli alpini italiani in Afghanistan: stasera cantate l'inno

Mondiali
I militari impegnati nella missione italiana in Afghanistan sono tutti tifosi di Lippi
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In vista del match d'esordio degli Azzurri contro il Paraguay (stasera ore 20.30) i militari della missione Isaf fanno il tifo, tentano i pronostici e soprattutto invitano i campioni a intonare Mameli "alto e forte". GUARDA L'ALBUM MONDIALE

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Naturalmente vogliono che Cannavaro e compagni vincano questa prima partita dei campionati del mondo ma, a parte questo, i militari italiani in Afghanistan chiedono agli azzurri un'altra cosa: "Cantino forte l'Inno d'Italia".

Nella base operativa di Shindand, nell'ovest del Paese, gli alpini del 3° Reggimento si preparano ad assistere all'esordio della squadra italiana. Certo, non saranno in molti: in Afghanistan saranno le 23 e questo è già un ostacolo ad una visione 'di massa', ma soprattutto molti saranno in pattuglia o impegnati in 'posti di osservazione' e questo ridurrà il numero dei fortunati. C'è chi già sa, comunque, che non avrà impegni e resterà di sicuro incollato fino a notte fonda davanti al televisore, in tenda, in mensa o in qualche altro punto di ritrovo allestito per l'occasione.

Intanto hanno già issato un'enorme bandiera italiana - 9 metri per 3 - su una gru: in realtà si tratta della scenografia pensata per la festa del reggimento, dopodomani, ma il tricolore resterà a sventolare anche per ogni partita degli italiani. A poche ore dal grande match, anche nella base Shaft di Shindand si formano dei capannelli. I soldati campani, dicono che "Quagliarella sarà decisivo". C'è chi afferma che "farà un gol", chi dice che ne farà due e "comunque - assicura il caporal maggiore scelto Oreste Carpentiero, di Aversa - è grazie a lui che vinceremo".

Non mancano quelli che, pur tifando gli azzurri, sono molto severi con Lippi. "Non ha messo insieme una squadra adeguata e soprattutto non ha chiamato due dei giocatori più forti: Balotelli e Cassano", afferma Vito Terranova, di Piana degli Albanesi. Ma a parte le recriminazioni sulla formazione scelta dal mister e le opinioni diverse (a seconda della squadra del cuore) su chi segnerà il primo gol italiano ai Mondiali, gli alpini d'Afghanistan chiedono ai loro coetanei impegnati in Sudafrica soprattutto di non risparmiarsi. "Noi lavoriamo duro e vogliamo che anche loro, in nome del nostro Paese, ce la mettano tutta", dice un soldato appena sceso dal Lince, armato e sudato, al termine di una pattuglia.

Ma soprattutto che chiedete agli azzurri? "Di cantare forte l'inno d'Italia", risponde un alpino tifoso della Roma. "Facciano sentire a tutti che, come noi, sono orgogliosi di essere italiani", dice il capitano Luca Fusacchia, alpino di Roma.

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