Spagna-Italia: è Insigne la speranza azzurra nel tempio di Asensio

Mondiali

Domenico Motisi

I due talenti sono tra i più attesi del match decisivo per le qualificazioni al Mondiale (Getty)
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Ventura si affida all’attaccante napoletano per la sfida del Bernabéu contro la Spagna del giovane maiorchino che sta incantando il mondo. L’Italia può soltanto vincere per superare in classifica le furie rosse

Lorenzo Insigne e Marco Asensio, sono loro i protagonisti più attesi di un match che con ogni probabilità deciderà chi tra Italia e Spagna andrà a giocare il Mondiale russo senza passare dai preliminari. I due attaccanti stanno attraversando un momento straordinario con Napoli e Real Madrid rappresentando – almeno questo periodo – il meglio che gli azzurri e gli uomini di Lopetegui possono esibire alla voce "talento". Proprio a causa del Ct iberico, però, il duello potrebbe saltare o quantomeno potrebbe iniziare a partita in corso. Asensio, infatti, non è così certo del posto da titolare.

Che momento per Lorenzo il Magnifico

Ha iniziato la stagione esattamente come l’aveva finta: trascinando il suo Napoli. Nelle prime quattro partite ufficiali, in quasi tutti i gol degli uomini di Sarri c’è la firma o comunque lo zampino del talento di Frattamaggiore. Quattro partite e altrettante vittorie per "Lorenzo il Magnifico" che adesso è pronto a ritagliarsi un ruolo altrettanto importante in nazionale. Già nelle precedenti uscite, Ventura aveva fatto capire che Insigne era al centro del suo progetto ma nel match più importante da quando è sulla panchina azzurra potrebbe osare ciò che non aveva mai fatto per nessuno: cambiare modulo. O comunque adattare l'Italia alle caratteristiche del classe '91.

L’ex allenatore del Torino vorrebbe sfruttare al massimo il talento del napoletano che diventa devastante come esterno destro di un attacco a tre, esattamente come lo utilizza Sarri in campionato e in Champions League. Non era mai successo, mai Ventura aveva anche soltanto pensato di poter "tradire" il suo credo per un calciatore. Esattamente un anno fa scoppiava il "caso Berardi": il ragazzo calabrese era uno degli attaccanti più in forma e aveva appena portato il Sassuolo ad una storica qualificazione ai gironi di Europa League. Peccato, però, che l'attaccante esterno non era adatto agli schemi tattici di Ventura che per non porsi neppure il dubbio non lo convocò. Adesso però è tutto diverso: Insigne ha acquisito quella continuità che ne fanno un imprescindibile, anche a costo di dover cambiare modulo e sacrificare un altro napoletano particolarmente in forma come Immobile. Inoltre, il numero 24 del Napoli (che in nazionale avrà la 10) ha già segnato al Bernabéu durante gli ottavi di finale di Champions contro il Real Madrid. Una rete bellissima da oltre 30 metri che aveva illuso i campani prima della rimonta spagnola.

Marco Asensio, lo spauracchio della BBC

Dopo il gol del 4-1 segnato a Cardiff contro la Juventus, Marco Asensio è diventato – purtroppo per i tifosi bianconeri – un vero tormentone e fenomeno social. Il problema per l’Italia è però che il maiorchino il fenomeno lo fa soprattutto in campo e lo sta dimostrando in ogni match. Con Cristiano Ronaldo squalificato, Bale e Benzema lontani dalla condizione migliore, è stato proprio il classe ’96 a fare la differenza: gol strepitoso al Camp Nou nella finale di Supercoppa di Spagna, bis (ancora più bello) al ritorno al Bernabéu, doppietta nel 2-2 casalingo contro il Valencia, insomma, un fuoriclasse. Lo scorso anno, prima che esplodesse tutto il talento del mancino di Palma, Zidane aveva "osato" dire che quel sinistro l’aveva visto soltanto ad un calciatore, precisamente un argentino che porta la maglia numero 10 del Barcellona. Quel giorno in tanti risero in faccia a Zizou, oggi – mantenendo comunque le dovute proporzioni – l’accostamento tra Asensio e Messi non sembra poi così irriverente.

Un suo compagno di squadra, uno non qualsiasi come Cristiano Ronaldo, alla domanda su chi saranno i primi Palloni d’Oro dell’era post Cr7-Messi ha risposto senza esitare "Neymar e Asensio". Futuro da Pallone d’Oro, dunque ma presente già da protagonista. Sarà lui uno dei tre attaccanti di Lopetegui contro l’Italia? La logica e il periodo di forma direbbero di sì, ma il Ct spagnolo sa di poter contare su due risultati (con un pareggio le furie rosse rimarrebbero davanti all’Italia per la migliore differenza reti) e non è detto che rischi dal primo minuto l’esuberanza del suo giocatore più giovane. Un'altra opzione potrebbe essere l'utilizzo del giovanissimo talento da falso nueve al posto di Morata. Difficile, in ogni caso, non ascoltare il Bernabéu che invoca il suo idolo dal primo minuto. 

Tabù Spagna

Bisogna vincere, non c’è alternativa. Se l’Italia non vuole rischiare di giocare gli spareggi per la qualificazione ai Mondiali, deve battere la Spagna fuori casa. Ventura ha sottolineato come questa impresa non riesce agli azzurri dal 1949 quando allo stadio Chamartin di Madrid la nostra nazionale si impose per 3-1 con le reti di Lorenzi, Carapallese e Amadei in quella che fu una delle ultime partite per sei ragazzi del Grande Torino. Sono passati 68 anni e oggi la Spagna è una squadra con un peso specifico molto superiore rispetto a quella della prima metà del 1900. Non è neppure quella che ha vinto due Europei consecutivi intervallati dal Mondiale sudafricano ma si tratta di una formazione non perde da più di un anno: sette vittorie e tre pareggi nelle ultime dieci. Indovinate però qual è stata l’ultima squadra a battere la Roja? Proprio l’Italia agli ottavi di Euro 2016. È vero, sono cambiati gli allenatori, le rose e le circostanze ma anche in quel caso gli azzurri partivano sfavoriti prima di centrare l’impresa e con un Insigne in questo stato chissà che (con il permesso di Asensio) non si possa ripetere…