Il Ct della Germania torna sulla frase detta al suo centrocampista al momento dell'ingresso in campo nella finale del 2014: “Vai e dimostra al mondo di essere migliore di Messi”. Ora ammette: "Ho sbagliato a renderla pubblica, è sempre stato confrontato con quelle parole". Intanto lo stesso Götze commenta per la prima volta la sua esclusione da Russia 2018
Cross dalla sinistra di Schürrle, controllo di petto, mancino a battere Romero e Germania campione del mondo. Che favola quella di Mario Götze, entrato in campo a due minuti dal termine della finale dei Mondiali, e decisivo al numero 113 nel bel mezzo dei supplementari, prima però di quella personale parabola discendente che l’ha portato all’esclusione da Russia 2018. In panchina c’è sempre la stessa persona, Joachim Löw, l’uomo che l’ha scelto per scrivere la storia e che poi lo ha escluso anche dalla lista dei preconvocati. Difficile biasimarlo: prestazioni in calo, infortuni, quel disturbo del metabolismo energetico e poche certezze per una squadra che vuole vincere ancora. Eppure il problema per il centrocampista del Borussia Dortmund è stato forse anche mentale: pressioni, aspettative sempre più alte, difficoltà nell’essere ancora più decisivo dopo la rete più importante della sua vita arrivata ad appena 21 anni. Ma alla base del suo netto calo potrebbe esserci lo stesso Löw, e una frase bisbigliata all’orecchio del suo campioncino proprio al minuto numero 88 del 13 luglio 2014.
Il momento che ha cambiato la storia
“Vai e dimostra al mondo di essere migliore di Messi” - bisbigliata all’orecchio sì, ma poi resa pubblica dallo stesso allenatore tedesco. Impossibile non parlarne dopo la partita, impossibile infatti che le domande non venissero dirottate tutte su quel momento che ha cambiato la storia: “Quali parole a Götze nel momento del cambio?”, e via al racconto, non fosse che lo stesso Löw, oggi, ne è pentito: “Quella frase mi venne spontanea. Se è stata positiva non lo so, ma in momenti come quello non si pensa alle cose che accadono dopo. Ho sbagliato a renderla pubblica - ha detto l’attuale Ct della Germania - nei mesi successivi non ha aiutato Mario, veniva sempre misurato e confrontato con quella frase. Segnare il gol decisivo a 21 anni può diventare un peso. In questa stagione non ha dimostrato di essere quel Mario Gotze che tutti conosciamo e che tutti desideriamo sia”. Dunque l’esclusione della lista, e da un Mondiale di cui ne era stato l’uomo copertina col gol vittoria. Meglio di Messi? Quel giorno certamente: lo dice il tabellino e il risultato finale. Ma per il resto sempre meglio evitare paragoni troppo scomodi ad appena 21 anni. Parola di Joachim Löw.
Il messaggio di Götze
Da eroe a dimenticato, e dopo l’esclusione da Russia 2018 Götze parla per la prima volta della scelta e delle sue sensazioni dopo il mancato ingresso nel gruppo che difenderà la coppa del mondo. “Ovviamente sono triste, sarei andato volentieri ai Mondiali - ha scritto il tedesco sui social - ma farò di tutto per tornare presto nella rosa. Auguro ai ragazzi così come agli allenatori e alla squadra che lavora dietro le quinte di vivere un'esperienza positiva in Russia e spero che possano tornare da campioni del mondo”.