Mondiale senza Italia? A Londra c'è la Padania di Stankevicius
MondialiAl via il 31 maggio a Londra la terza edizione della ConIFA World Cup, torneo mondiale riservato ai territori non affiliati alla FIFA. Ne fa parte anche la Padania, due volte campione d'Europa e favorita alla vigilia: tra i convocati del selezionatore Merlo spazio al 36enne Stankevicius dai trascorsi in Serie A
Non cantano l’Inno di Mameli né vestono l’Azzurro. Lontani dal professionismo e dalla politica, frattura quest’ultima risalente al 2013 quando la società ha cambiato ufficialmente denominazione slegandosi dal partito di riferimento. Nel 2007 era conosciuta come Associazione Sportiva Dilettantistica Padania, oggi risponde a Padania Football Association e si appresta a disputare un Mondiale di calcio. Niente Russia - ahinoi -, piuttosto l’avventura della squadra guidata dal presidente Fabio Cerini e dal Ct Arturo Merlo è circoscritta alla ConIFA World Football Cup in programma a Londra dal 31 maggio al 9 giugno. Si tratta del torneo riservato alle selezioni non affiliate alla FIFA, rassegna che coinvolge territori non riconosciuti e non indipendenti come regioni e micronazioni oltre a minoranze etniche e popoli senza Stato. Ben 49 le federazioni inglobate nell’organizzazione di base a Luleå in Svezia, nucleo che premia la Padania con il 2° posto nel ranking mondiale alle spalle del Panjab nonostante gli ultimi trionfi continentali.
Il Mondiale della Padania
Dall’avvento della ConIFA la selezione padana ha partecipato a due edizioni della coppa del mondo, quarti di finale in Svezia (2014) e 4° posto in Abcasia due anni più tardi, laureandosi invece due volte campione d’Europa senza perdere alcuna partita nel 2015 in Ungheria e nel 2017 a Cipro del Nord. Ecco perché i crociati sono i favoriti d’obbligo alla vigilia del Mondiale ospitato da Barawa Football Association ma predisposto nell’area di Londra, d’altronde il comitato organizzatore del torneo non deve necessariamente allestire la rassegna nel proprio territorio: proprio la squadra somala, infatti, rappresenta i membri della diaspora destinata in Inghilterra. I biancorossi sono stati inseriti nel gruppo C ed esordiranno contro Matabeleland, regione dello Zimbabwe che ha adottato come preparatore dei portieri un’ex gloria locale come Bruce Grobbelaar, nient’altro che l’istrionico numero uno del Liverpool sul trono d’Europa nel 1984 ai danni della Roma. Successivamente la Padania sfiderà Tuvalu (secondo Paese meno popolato al mondo, situato tra le Hawaii e l’Australia) e chiuderà il girone il 3 giugno contro la Terra dei Siculi. Un "derby" in salsa italiana? Niente affatto: lo Székely Land coinvolge infatti un gruppo etnico di lingua ungherese, i Siculi di Transilvania che vivono nei Carpazi orientali. E sulla carta sono l’avversaria più temibile.
Prima della costituzione della ConIFA datata 2013, la Padania era affiliata alla NF-Board che ammetteva gli stessi principi riservati alle entità territoriali non riconosciute a livello internazionale nonché alle squadre non affiliate alla FIFA. Scomparsa cinque anni fa, l’organizzazione presentò cinque edizioni della VIVA World Cup tra il 2006 e il 2012: assente agli estremi del torneo poiché non iscritta, la rappresentativa del Nord Italia trionfò tre anni di fila dal 2008 al 2010 dalla Lapponia a Gozo collezionando solo vittorie. Successi dettati dalla presenza di professionisti o ex calciatori come Ganz e Dal Canto, Scaglia e Piovani fino ai fratelli Cossato, stelle adunate grazie a budget consistenti nel nome del team manager Renzo Bossi. Abbandonata dalla famiglia del Senatùr, coinvolta nelle polemiche con Matteo Salvini fino alla mancanza di fondi e strategie organizzative, la selezione padana si è ricostituita con un nuovo assetto dissociandosi dalla gestione precedente e slegandosi dalla Lega Nord. Tifosi al potere, entrate garantite dagli sponsor e qualsiasi accusa di razzismo rispedita al mittente: nel 2014 e nel 2015 faceva parte della rosa anche Enock Barwuah, fratello di Mario Balotelli.
Da Stankevicius a Gullit
L’unico parametro per l’eleggibilità nella selezione padana, come spiegato da capitan Tignonsini, è quello del senso di appartenenza al territorio e non della stretta residenza nelle otto regioni del Nord Italia. In passato non è mancata l’adozione di calciatori nati nel resto della Penisola o addirittura all’estero: l’ultima spedizione agli Europei contava infatti su Carmine Marrazzo, salernitano d’origine e all’epoca bomber del Crema, attaccante come l’albanese Ersid Pllumbaj tutt’ora presente tra i 23 prescelti di Arturo Merlo. Tutti i convocati militano prevalentemente in Serie D, categoria superiore all’Eccellenza d’attualità per "Tigno", Baldan e il 41enne Rota ovvero il miglior marcatore all-time con 7 reti. Il difensore Magné è l’unico esponente della Promozione (piemontese), il secondo portiere e cuneense Zarri è invece studente universitario nel North Carolina. Non poteva mancare una stella ovvero Marius Stankevicius dalla scorsa estate in D al Crema, lituano con 65 gettoni in Nazionale e un’intera carriera ad alti livelli: 113 presenze in Serie A con Brescia, Sampdoria e Lazio, una buona parentesi in Spagna (Siviglia, Valencia e Córdoba) fino all’ultimo biennio nelle serie inferiori italiane. A luglio festeggerà 37 anni, prima di allora chissà se avrà guidato dalla difesa la marcia dell’ambiziosa Padania.
A riprova della rottura con il passato già palesata in passato dal presidente Cerini, il gruppo coinvolge anche il romano Ferri ed il barese Valente oltre all’unico giocatore impegnato in Serie C. Parliamo di Gullit Asante Okyere, classe 1988 nato a Caserta da genitori ghanesi poi trasferitisi nel bresciano a Palazzolo sull’Oglio, attaccante transitato nel vivaio dell’Atalanta prima di allinearsi tra i dilettanti bergamaschi e trovare spazio alla Giana Erminio. Sono 14 i gol segnati dal 2016 a Gorgonzola, biglietto da visita per la seconda punta dal chiaro omaggio anagrafico all’ex rossonero Ruud stimato dal papà milanista. Il leader e 36enne Stefano Tignonsini ha già manifestato la voglia di Mondiale della Padania, squadra chiamata a raggiungere la finalissima del 9 giugno ad Enfield nel nord di Londra. Per l’occasione l’arbitro sarà Mark Clattenburg, fischietto 43enne che ha già diretto l’epilogo madrileno in Champions League nel 2016 nonché l’ultimo atto degli Europei tra Portogallo e Francia. A curriculum mancava solo la finale mondiale, eccolo servito.