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Mondiali 2018 Russia, Brasile: la caduta di Tite e le lacrime di Neymar

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Sono state le immagini simbolo della vittoria ottenuta in pieno recupero contro la Costarica. Entrambi hanno visto gli spettri dei loro rivali argentini e alla fine si sono lasciati andare, ognuno a suo modo, all'esultanza che ha scrollato di dosso le paure

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La paura di non farcela, di rimandare la questione qualificazione all’ultimo turno e dare un’occhiata nel frattempo a quello che succede sull’altro campo.  Una preoccupazione svanita poi in pochi secondi, quando l’orologio girava ormai oltre il 90’ e le speranze si riducevano all’osso. Coutinho è stato il primo a crederci su quel pallone vagante in area, ma alle sue spalle c’erano milioni e milioni di brasiliani a spingere quella sfera in rete. Tra questi anche il Commissario Tecnico TIte, spaventato dal finire nel vortice mediatico che solo qualche ora fa aveva coinvolto il suo collega e rivale Sampaoli. Il Ct, dopo il pari all’esordio contro la Svizzera, ha rischiato davvero di finire al centro delle polemiche dopo i risultati negativi in un gruppo, sulla carta, alla portata della Seleçao, ma per fortuna il guizzo del trequartista del Barcellona ha sbrogliato la situazione e garantito la vittoria ai suoi che permetterà all’allenatore di vivere giorni tranquilli, a patto di non dare vita a inattese sorprese nell’ultima gara della fase a gironi contro la Serbia. È questo mix di attesa e angoscia che ha scatenato la guida tecnica brasiliana al momento dell’1-0. Un urlo e un salto liberatorio che hanno provocato una goffa caduta, tanto era la voglia di festeggiare il primo successo Mondiale e andare ad abbracciare i suoi ragazzi dopo una gara così sofferta, non in termini di prestazioni, ma dalla difficoltà di sbloccare il punteggio. Un passo, poi due, poi tre e giù per terra, travolto anche dall’entusiasmo e dalla gioia di Ederson, uno consapevole che a meno di clamorosi infortuni non calcherà il campo neanche per un minuto. La forza del Brasile però, una costante nella Nazionale verdeoro, è proprio la capacità di fare gruppo e unirsi nei momenti più difficili, a prescindere da chi è il protagonista sul terreno di gioco, e a ritrovare questo spirito è stato proprio Tite dopo che la squadra aveva smarrito il suo senso d’appartenenza.

Neymar, dal falso rigore al pianto liberatorio

L’altra istantanea della partita, terminata con il 2-0 ai danni della Costa Rica, è invece la faccia di Neymar al fischio finale. Un volto colmo di lacrime per la tensione accumulata. Anche in questo caso un parallelismo con il cugino argentino che per O’Ney è qualcosa di più, quasi un fratello: Leo Messi. Anche il numero 10 verdeoro poteva finire sul patibolo, diventare il capro espiatorio delle difficoltà incontrate dal Brasile. I soliti falli subiti, qualche tuffo e un po’ di lamentele fino al 78’, quando la storia del match ha offerto un episodio che poteva essere la molla della sua esperienza Mondiale e che adesso, per sua fortuna, finirà presto nel dimenticatoio. Azione arrembante dei verdeoro, tacco di Jesus e l’attaccante del Psg che finta sul destro per prepararsi al tiro, ma appena sento il braccio di Gonzalez sulla sua pancia crolla a terra. Rigore fischiato e poi tolto dopo il VAR review. Una decisione – sacrosanta – che ha provocato un’ulteriore scossa nei nervi del calciatore, già tesi come una corda di violino. Un crollo che avrebbe potuto mettere in ginocchio tutto il Brasile, prima che Coutinho cambiasse definitivamente le sorti dell’incontro e forse di tutta la Coppa del Mondo in Brasile. A quel punto Neymar si è liberato dai suoi fantasmi e ha concluso la partita con quello che sa fare meglio: una bicicletta ai danni del difensore costaricano e poi il gol, a porta vuota, che ha chiuso la gara e aggiunto il suo nome al tabellino dei marcatori di questo Mondiale, prima di un pianto liberatorio che sa di ripartenza. La Nazionale brasiliana si è scrollata via tutte le paure, ora è pronta a prendersi la scena.