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Mondiali 2018 Russia, la punizione di Kroos: tutti volevano segnare il gol decisivo, il retroscena

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Chi dalla panchina e chi dal campo, ben 6 calciatori tedeschi volevano rendersi protagonisti della possibile rete della vittoria. Solo uno di loro ce l'ha fatta. Ecco cosa è successo negli attimi precedenti alla punizione vincente del centrocampista del Real Madrid

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Tutti vogliono essere eroi nella vita. Che sia per un istante, un'ora o un giorno. Soprattutto chi pratica sport e incarna lo spirito, la passione e gli ideali di un'intera Nazione. Tra Germania e Svezia, ad esempio, a indossare il mantello è stato Toni Kroos, autore della punizione vincente ad appena dieci secondi dal termine dei cinque minuti di recupero. Palla all'incrocio e rimonta completata per la Nazionale di Löw, passata in pochi minuti dallo spettro dell'eliminazione a una qualificazione quasi in pugno. Una parte del merito per il successo finale dei tedeschi va però attribuita anche a Marco Reus, decisivo nel riequilibrare la situazione ad inizio ripresa e che voleva prendersi completamente la scena anche in occasione del secondo gol. Il titolone dei giornali e il prossimo coro dei tifosi non è un obiettivo che si era posto solo l'attaccante del Borussia Dortmund, più volte sfortunato nel corso della sua carriera a causa dei numerosi infortuni, ma anche altri tre componenti del team campione del mondo in carica, Kroos escluso. In più c'era Mats Hummels che voleva passare alla storia della partita e, chissà, forse del Mondiale come "consigliere", direttamente dalla panchina da dove è stato costretto ad assistere alla partita a causa del problema alla cervicale accusato a pochi giorni dal match.

Hummels-Neuer, tentativi "disperati"

Come scritto, il difensore del Bayern Monaco poteva offrire il suo aiuto solamente fuori dal campo ed è stato uno dei primi a rivolgersi a Kroos subito dopo il fischio dell'arbitro. "Mettila dentro Toni. Mettila dentro" ha gridato l'ex Borussia per invitare il compagno a crossare una palla tesa verso il centro dell'area di rigore dove sarebbero andati a saltare tutti i giocatori tedeschi. Tutti... ma proprio tutti. Anche Manuel Neuer infatti voleva diventare eroe - un po' come lo è stato Brignoli in Serie A per qualche settimana -, trovando personalmente il miracoloso 2-1. Ha chiesto a Löw il permesso di abbandonare la porta e andare in area avversaria, ma è stato il secondo del Ct a frenare il portierone della Germania per tenere vive le speranze in vista dell'ultimo turno grazie al pareggio. L'eventuale sconfitta avrebbe infatti estromesso aritmeticamente la Nazionale tedesca con una giornata d'anticipo.

Gomez-Muller, usiamo la testa

La voglia di immortalarsi nella fotografia della notte di Sochi è venuta anche a Mario Gomez e Thomas Muller. Entrambi volevano affondare la corazzata svedese con uno dei punti forti della squadra di Andersson, il colpo di testa, sebbene Olsen si fosse esibito in un miracolo sull'ex attaccante viola proprio allo scoccare del 90'. Il centravanti classe '85 puntava sulla sua stazza fisica e ha chiesto a Kroos di crossare il calcio piazzato verso il primo palo, dove lui era pronto a spizzarla in rete. Il tuttocampista del Bayern ha invece occupato il cuore dell'area di rigore e ha chiesto al compagno col numero 8 di mettere la sfera in quella zona di campo, conscio del fatto che trovare lo spazio giusto sul secondo palo sarebbe stato complicato visto il punto di battuta. La Svezia, dal suo canto, aveva già previsto una simile situazione piazzando 6 uomini nell'area piccola più altri due elementi distanti pochi metri dal mucchio.

Reus-Kroos, «tiro io o tiri tu?»

Gli svedesi non si erano preoccupati tuttavia di un possibile tentativo diretto perché tutti immaginavano una battuta verso il centro, sperando nella deviazione vincente di qualche gigante tedesco pronto a far esplodere una fetta del Fišt. Tutti, tranne due: Kroos e Reus. Entrambi sapevano che quella punizione sarebbe stata calciata direttamente in porta, nel tentativo di trovare l'angolo perfetto. L'unico misunderstanding era riguardo a chi fosse il designato a tirare. Reus si sentiva in fiducia dopo aver segnato il gol del pari e voleva completare l'opera con un'altra prodezza. Kross però non ha voluto sentire ragioni: "Te la passo, me la blocchi e io tiro" ha detto al compagno di squadra, dopo aver già studiato il piazzamento degli avversari. Così il centrocampista del Real è partito, dando l'impressione di voler crossare, e ha sparato un violento destro sul secondo palo che ha colto impreparato Olsen e regalato la vittoria finale ai suoi. Tutti volevano diventare eroi, ma chi lo ha desiderato più di tutti è stato proprio Kross, sentitosi in colpa dopo l'errore che ha permesso il momentaneo vantaggio di marca svedese a Toivonen. Uno dei soli sei passaggi sbagliati sui 127 tentativi complessivi che poteva costare carissimo per la sua Nazionale. Da vero campione non si è fatto abbattere e da colpevole si è trasformato in eroe, un ruolo a cui ci ha abituato da ormai tantissimo tempo.