Mondiali 2018 Russia, Germania eliminata alla fase a gironi: i precedenti da campioni del Mondo

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La Germania è la quarta vittima nelle ultime cinque edizioni di questa maledizione che ha preso il via con la Francia al Mondiale in Giappone e Corea. Solo il Brasile nel 2006 è riuscito a scamparsela

RUSSIA 2018: IL CALENDARIO

CLASSIFICA GIRONE PER GIRONE

Lo spettro peggiore per i tedeschi si è materializzato: sconfitta clamorosa contro la Corea del Sud ed eliminazione alla fase a gironi. Un incubo non preventivato visto il gruppo ampiamente alla portata della Nazionale di Löw. I giocatori della Germania, probabilmente, si sono seduti sugli allori in questi mesi e la vittoria ottenuta con una formazione ‘B’ alla Confederations Cup dello scorso anno ha aumentato a dismisura la loro presunzione, oggi pagata a carissimo prezzo. La sconfitta inaugurale contro il Messico aveva acceso i primi campanelli d’allarme ma il 2-1 conquistato ai danni della Svezia, seppur arrivato in rimonta e in pieno recupero grazie a un calcio di punizione di Kroos, aveva contribuito a tranquillizzare gli animi e riportare la serenità nell’ambiente. Forse troppo, perché oggi la squadra di Löw è stata nettamente al di sotto delle proprie potenzialità, non riuscendo a far male a una selezione che aveva fin qui raccolto zero punti, senza mai lasciare il segno. E allora ecco che l’eccessiva sicurezza nei propri mezzi si è rivolta contro ed è costata l’uscita dal torneo nella prima fase. Una maledizione che però non ha colpito soltanto i tedeschi. Al contrario è diventata quasi una tradizione che miete vittime tra tutte le Nazionali campioni in carica. Quella della Germania infatti è la quarta occasione nelle ultime cinque edizioni in cui chi ha vinto la Coppa del Mondo esce alla fase a gironi, sovvertendo tutti i pronostici e lasciando di sasso tutti i tifosi pronti a celebrare un trionfo bis.

Francia, neanche un gol nel 2002

La prima Nazionale a subire questa terribile maledizione fu quella francese nel 2002. I ragazzi di Lemerre si presentarono in Giappone e Corea dopo aver dominato e vinto la precedente edizione in casa propria e a quel trionfo ci avevano aggiunto il successo dell’Europeo due anni dopo. Nulla poteva quindi far presagire una tale disfatta, i cui primi segnali arrivarono però già dal match inaugurale. I Blues furono sorpresi dal coraggio e dalla spigliatezza del Senegal, alla prima partecipazione, e il match d’esordio si concluse con un clamoroso ko di misura firmato da Bouba Diop. Leggermente meglio andò nella sfida successiva contro l’Uruguay, quando Zidane e compagni riuscirono a mantenere la porta inviolata, ma non andarono oltre lo 0-0. Quel punto fu alla fine l’unico messo in cassaforte dai transalpini nel torneo perché nell’ultimo e decisivo match della fase a gironi contro la Danimarca, la Francia gettò al vento le minime speranze di qualificazione subendo un’altra sconfitta. Prima Rommedhal e poi Tomasson, ex attaccante del Milan, piegarono le mani di Barthez e condannarono i campioni in carica a una clamorosa uscita di scena senza aver mai trovato la gioia di una rete.

Italia, il fallimento del Lippi-bis

Quattro anni dopo il Brasile, campione in carica, riuscì a sfuggire a questa condanna, arrivando almeno ai quarti di finale, mentre la tradizione negativa fu ripresa, purtroppo, dall’Italia a Sudafrica 2010. Fallito l’esperimento Donadoni, la Nazionale azzurra, dopo il trionfo in Germania, si affidò nuovamente alla sapiente guida di Marcello Lippi. Questa volta però il miracolo non riuscì e i risultati furono peggiori di quanto si potesse mai immaginare. Il girone infatti proponeva squadre alla portata come Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda, ma gli azzurri non ne seppero approfittare. Un gol di De Rossi nella ripresa evitò la sconfitta nel primo incontro con l’Albirroja, passata in vantaggio con Alcaraz. Lo stesso risultato si materializzò nella partita successiva contro gli oceanici, con il rigore di Iaquinta a pareggiare il gol di Smeltz. Le cose peggiorarono in maniera definitiva nella terza e ultima gara contro la Slovacchia. Una doppietta di Vittek e il tris di Kopunek a un minuto dal termine mise al tappeto l’Italia, rendendo inutili le reti di Di Natale e Quagliarella. L’esperienza sudafricana si concluse tra le lacrime dopo appena 270 minuti, chiudendo il girone all’ultimo posto con soli 2 punti conquistati.

Disfatta spagnola

Lo choc di uscire da vincenti alla prima occasione utile colpì anche la Spagna nel torneo disputato in Brasile nel 2014. Le Furie Rosse arrivarono alla Coppa da dominatori del mondo, dopo aver messo in bacheca l’edizione precedente e i due Europei a cavallo del trionfo in Sudafrica. In molti erano pronti a scommettere su un altro successo degli iberici, ma già la prima sfida offrì indicazioni del tutto opposte. La squadra guidata allora da Del Bosque fu infatti travolta, in un replay della finale ammirata quattro anni prima, dall’Olanda che schiantò gli avversari con un perentorio 5-1. Il ko di larga misura non permetteva altri passi falsi, ma gli spagnoli non riuscirono a rialzare la testa e persero anche la seconda partita contro il Cile. I gol nel primo tempo di Vargas e Aranguiz decretarono l’eliminazione dei campioni in carica addirittura con una giornata d’anticipo. A nulla, se non per l’onore, valse quindi la vittoria per 3-0 rimediata nell’ultimo turno contro l’Australia.