Mondiali Russia 2018, Messi autorizza il cambio di Aguero a Sampaoli: poi si stringono la mano

Mondiali
(Foto TyC Sports)

Minuto numero 80, Argentina sull'1-1 e fuori dal Mondiale. Serve segnare. Sampaoli sceglie Aguero ma chiede il permesso del cambio a Leo Messi. Nel finale di partita una stretta di mano tra i due, fredda. Altre immagini di un Ct con sempre meno poteri, e di una nazionale in mano allo spogliatoio

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Contro l’Islanda in giacca e camicia. Elegante. Poi quella maglietta scollata in total black contro la Croazia. Modaiolo. Nell’ultima e decisiva contro la Nigeria la tuta di rappresentanza. Vecchio stile. Perché anche nel suo look Sampaoli sembra spaesato, dopo la partita più importante di tutte che lo ha ritratto più che altro come un qualunque tifoso, ma con un posto privilegiato. Lì, a bordo campo. Vicino a quei giocatori che non sembrano più i suoi giocatori. Esautorato, sì, spogliato dei propri poteri, e con la squadra ora in mano ai sentori dello spogliatoio. Un nome su tutti, ovvio, Leo Messi. Che prima del ritorno in campo nel secondo tempo ha raccolto la squadra e caricato i compagni. Da leader, e anche un po’ da allenatore. Come quando a dieci minuti dalla fine ha autorizzato lui il cambio di Aguero. Lo riportano in Argentina, da Clarin a Olé, con le telecamere di TyC Sports ad aver ripreso la scena. “¿Lo pongo al Kun? Che dici Leo, lo facciamo questo cambio? Spaesato, sempre. Con lo sguardo tutt’altro che sicuro. Messi passa di lì e annuisce col capo, scurissimo in volto perché la Nigeria ha pareggiato da molto tempo, e di tempo per recuperare ce n’è sempre meno. Poi il gol di Rojo del miracolo e una stretta di mano finale. Forse un po’ fredda.

La fotografia

Lui lo guarda, ma Leo guarda insù. Istantanea del momento Argentina. Perché al minuto numero 80 Aguero è davvero entrato per Tagliafico, nel cambio proposto dall’allenatore e autorizzato dal suo capitano. Pochi palloni toccati dal Kün, ma più peso in attacco che ha contribuito a quell’inserimento di Rojo decisivo. Difensore goleador. E probabilmente anche un po’ eroe nazionale da una notte. Poi proprio la stretta di mano. Non quella “di circostanza” due giorni prima della Nigeria, in ritiro e nel giorno del trentunesimo compleanno di Messi. Forse più vera, dopo la battaglia, anche se un po’ distante tra i due. Sampaoli tende il braccio, Leo ricambia guardando altrove. “Il suo gesto mi ha lasciato orgoglioso - ha detto il Ct dopo la partita -, lui conosce molto bene la passione che metto in ciò che faccio. In questo Mondiale io e lui stiamo condividendo il nostro sogno, quello di venire qui in Russia per fare qualcosa di importante per l’Argentina”. E ancora, il plauso a tutta la squadra: “Questi ragazzi hanno giocato con il cuore e questo sarà fondamentale per il nostro futuro”. Con qualche frase anche sull’aspetto tattico della partita: "La preoccupazione di un allenatore che deve gestire Leo è che tutto il suo ambiente calcistico gli dia sicurezza e continuità di gioco, se passa molto tempo con la palla, abbiamo una possibilità. Quando il gioco lo isola, soffre, e tocca a noi aiutarlo”. Vero, ma forse a tutti questi aspetti, da allenatore e uomo al comando, ci aveva già pensato lo stesso Messi.