Mondiali 2018 Russia, Mascherano annuncia l'addio all'Argentina: e lascia con il record di ammonizioni

Mondiali
mascherano_3

La sconfitta e dunque l'addio, in lacrime: "Da oggi non sono più un giocatore della nazionale argentina ma solo un suo grande tifoso". Mascherano lascia la Selección dopo 15 anni e 144 presenze, con un record particolare: è ora il più ammonito della storia dei Mondiali

MBAPPÉ SHOW, FRANCIA AI QUARTI: ARGENTINA KO 4-3

SEGUI URUGUAY-PORTOGALLO LIVE

IL TABELLONE DEL MONDIALE

Fine del sogno, fine di un’era. Forse quella di Messi, sicuramente quella di Mascherano, l’altro grande leader di uno spogliatoio che aveva ormai privato anche il Ct Sampaoli della sua posizione. 34 anni sono troppi per continuare secondo el Jefecito, che in lacrime dopo la sconfitta contro la Francia ha salutato la Selección per sempre: “Da oggi non sono più un suo giocatore ma solo un suo grande tifoso. È stata una partita pazza - ha continuato lui -, in cui abbiamo dato veramente tutto ma non siamo riusciti a vincere. A farci male è stato sopratutto il loro pareggio, quel 2-2 quando eravamo riusciti a ribaltare la situazione”. L’augurio ora è sul futuro, che sia diverso dal suo, con “solo” due ori olimpici in bacheca ma senza alcuna Copa America o Mondiale: “Spero che questi ragazzi abbiano la possibilità di vincere qualcosa un giorno”. E Mascherano lascia così la sua Argentina non senza però un record speciale.

Primato

In campo contro la Nigeria era quasi diventato una maschera di sangue. Lui, Mascherano, che però non è uscito dal rettangolo verde per farsi medicare, ed è rimasto coi suoi compagni a lottare per quella qualificazione agli ottavi poi resa vana dallo show di Mbappé. Perché el Jefecito è uno che non molla mai, di carattere. E non stupisce nemmeno che il primato con cui lascia la sua nazionale è quello di più ammonito nella storia dei Mondiali. Sette i cartellini gialli, con quello al minuto numero 43 della sfida ai francesi. Più di Zidane, Cafu e Rafa Marquez (ancora in corsa col Messico) che ora sono fermi, e secondi, a sei. Nulla di strano. Il gioco duro e il giallo intelligente, tattico, hanno sempre fatto parte delle sue caratteristiche. Di un campione e un leader nato. Quindici anni, 144 presenze in nazionale, 20 nei Mondiali, 3 gol e un assist. Pilastro di una squadra che d’ora in poi dovrà fare a meno di lui.