Tra gli eroi di Usa '94 c'è anche l'attaccante russo con la sua storica cinquina al Camerun, record ancora imbattuto. Dopo quel magico pomeriggio, però, l'inizio della parabola discendente, tra flop e battute con Stoichkov
Se non lo sappiamo noi che abbiamo assistito agli exploit di Paolo Rossi e di Totò Schillaci, chi altri lo può sapere? Il fascino del Mondiale è anche questo: a chi vi prende parte può bastare un mese, il mese giusto, per entrare nella storia del calcio dalla porta principale ed essere ricordato per sempre. Ad alcuni, addirittura, basta anche meno: tipo 90 minuti. A patto, però, di fare qualcosa di veramente eccezionale, in quei 90 minuti. Che dite, cinque gol possono bastare?
La favola è quella di Oleg Salenko, mito mondiale russo in virtù dei 5 gol in un colpo segnati a Usa ’94, nella partita contro il Camerun. Finì 6-1 e con la registrazione di due record (ancora imbattuti), perché anche quell’unico gol camerunese ha il suo bel significato, visto che a metterlo a segno fu il 42enne (e un mese e 8 giorni, per la precisione) Roger Milla, tuttora il marcatore più anziano nella storia della Coppa del Mondo. E Salenko? Salenko, unico a farne 5 in una partita sola, quel Mondiale avrebbe dovuto vederlo dalla panchina.
A Usa ’94, infatti, la Russia conta soprattutto sui gol di Radchenko del Racing Santander e Yuran del Benfica. Salenko, attaccante che si è guadagnato la convocazione con una buona stagione in Liga nel Logroñés, parte dalla panchina ed è da lì che si gode l’esordio della Russia contro il Brasile. Finché, con la Seleçao già avanti 2-0, non si fa male Yuran, e allora tocca a lui. Gioca mezz’ora e nessuno se ne accorge, ma contro la Svezia parte titolare. Passano appena 4’ e trova anche il suo primo gol in Nazionale, su rigore: finirà 3-1 per gli svedesi, risultato che elimina Salenko e compagni rendendo la terza partita del girone inutile, se così si può definire una partita che passerà alla storia.
Si arriva dunque al giorno di Russia-Camerun, il 28 giugno 1994. Il copione tattico sembra scritto apposta per regalare un record del genere a Salenko, come lui stesso raccontò anni dopo: «Il Camerun era una buona squadra, ma un po’ pazza a livello tattico. Appena trovammo un gol, loro iniziarono a portarsi in avanti con molti giocatori per recuperare, ma questo creava ulteriori occasioni per noi. Ho segnato il primo gol al 15’ e prima dell’intervallo avevo già fatto una tripletta. Quando poi Milla accorciò, pensarono di poter recuperare e di nuovo si fecero avanti in gran numero; e noi li punimmo ancora».
Questa, in sintesi, la trama. Ecco invece gli highlights della cinquina da record. Uno: gol sfruttando una palla rimasta in area senza proprietario, dopo una chiusura comica della difesa africana. Due: appoggio nella porta vuota su passaggio del generoso Tsymbalar, dopo un due contro uno col portiere nato da una punizione battuta a sorpresa dalla Russia (difesa africana ancora sulle nuvole). Tre: rigore spiazzando Songo’o. Quattro: piattone da centroarea, servito a rimorchio, a chiudere una bella azione corale sulla fascia destra. Cinque: diagonale destro a incrociare, servito in profondità.
Inutile dire che, come ammesso dallo stesso Salenko, non passi giorno della sua vita in cui qualcuno non lo riconosca come “quello dei 5 gol in una partita del Mondiale”, exploit che gli valse l’immediato trasferimento al Valencia, voluto dal nuovo allenatore Parreira, fresco di titolo Mondiale con il Brasile. In una stagione intera ne fece 7, troppo poco per l’uomo dei “5 in un colpo”. Passò così ai Glasgow Rangers (nuovo flop), poi in Turchia, di nuovo Spagna e Polonia. Niente da fare: i gol non fioccavano più come in quel magico pomeriggio.
Meglio allora continuare a ricordarlo come il capocannoniere del Mondiale 1994, titolo vinto giocando due partite e mezza (con una folle media-gol di due reti a match), alla pari con il bulgaro Stoichkov (che invece li collezionò in 7 gare). Ai due capitò anche di incontrarsi nella stagione post-Mondiale, uno con la maglia del Valencia, l’altro stella del Barcellona, e di scherzarci su. «Dovresti ringraziarmi – gli diceva Stoichkov – di non aver segnato un altro gol». «Dovresti ringraziarmi tu – replicava Salenko – di non aver segnato un altro gol contro il Camerun».