Mondiali: occhio, Belgio: il girone perfetto non porta alla Coppa

Mondiali

Vanni Spinella

Nella storia del Mondiale, chi vince il girone a punteggio pieno non solleva quasi mai la Coppa: conviene uscire allo scoperto lentamente, trovarsi lungo il cammino. Un "avvertimento" per il Belgio, che ci era già cascato 4 anni fa e che avrebbe potuto "scegliere" di non vincerle tutte

C’è una domanda che tormenta il Belgio ormai da giorni: ma avremo fatto bene a vincere il girone? A parte il fatto di essersi volontariamente cacciati nella parte del tabellone più ricca di insidie, di cui si è già ampiamente discusso, c’è infatti un altro elemento – di natura più scaramantica – di cui tenere conto: nelle ultime 3 edizioni del Mondiale, chi ha alzato la coppa non aveva chiuso il proprio girone a punteggio pieno.

L’aveva sempre vinto, questo sì, ma non facendo 3 su 3: sempre un piccolo passo falso, vedi i pareggi dell’Italia 2006 con gli Stati Uniti e della Germania 2014 con il Ghana, o addirittura la sconfitta (contro la Svizzera) con cui la Spagna 2010 aveva aperto il proprio Mondiale, per poi non fallire più fino alla finale. Una “regola” simile a quella che nelle ultime tre edizioni ha visto i campioni in carica fuori nella fase a gruppi (loro hanno “esagerato” nell’altro senso) e che vale come “avvertimento” anche per Uruguay e Croazia, le altre due sempre vincenti nel girone in questa edizione e già ai quarti dopo le vittorie rispettivamente con Portogallo e Danimarca.

Certo, vincere il girone con 3 vittorie su 3 fa morale ed è una dimostrazione di forza agli occhi delle altre pretendenti ma, per fare due esempi, non portò bene all’Italia nel 1990 o al favoritissimo Brasile nel 1982, da quel momento in poi caricate ulteriormente di aspettative. A volte conviene tenere un basso profilo e “trovarsi” lungo il cammino verso la finale.

Il Belgio ci riprova

E il Belgio? Il Belgio, in un certo senso, dovrebbe conoscere gli “svantaggi” di un girone vinto a punteggio pieno: anche nel 2014 infatti l’aveva chiuso a 9 punti battendo Algeria, Russia e Corea del Sud, in modo forse meno spettacolare di oggi (tutte vittorie di misura, solo 4 gol fatti) ma dimostrando una solidità difensiva (appena un gol incassato, su rigore) che faceva intravedere un luminoso cammino per una squadra di cui si conosceva bene la qualità ma che non aveva dato garanzie a livello di maturità. Negli ottavi superò gli Stati Uniti ai supplementari di una partita bellissima, soffrendo ma meritando, per poi fermarsi solo al cospetto dell’Argentina, a cui bastò un colpo di Higuain, proprio quando si iniziava a parlare del Belgio non più come di una sorpresa ma di una possibile candidata al titolo.

Il girone perfetto non aiutò nemmeno Olanda e Argentina, riuscite nell’impresa per due Mondiali di fila: entrambe impeccabili nella prima fase sia nel 2010 che nel 2014, il massimo che ottennero fu la finale (gli oranje nel 2010, l’Albiceleste nel 2014)… poi persa in entrambi i casi. Nel 2006, invece, avevano chiuso il girone a 9 punti la Germania padrona di casa (eliminata in semifinale dall’Italia che trionferà), ma anche Spagna, Brasile e Portogallo, tutte eliminate in sequenza (ottavi, quarti, semifinale) da una Francia che era parsa poco brillante nel proprio gruppo (seconda con 5 punti: una vittoria e due pareggi).

La prova del 9

Questo è quel che racconta la storia recente del Mondiale, perché non manca comunque chi è stato in grado di trionfare dopo un girone “da 9” in pagella: l’ultimo a riuscirci fu il Brasile nel 2002, girone a punteggio pieno e poi dritto fino alla finale, sempre vittorioso; quattro anni prima anche la Francia aveva messo le cose in chiaro nel gruppo per andare a prendersi la Coppa con l’unico brivido nei quarti (0-0 e vittoria ai rigori sull’Italia).

Due casi negli ultimi 10 Mondiali, mentre allargando il discorso alla storia della Coppa (considerando ovviamente le edizioni con una formula a gironi quantomeno simile a quella attuale) si aggiunge solo quello del Brasile 1970. Forse, se i belgi fossero un po’ più scaramantici con l’Inghilterra si sarebbero accontentati di un pareggio, ma se si vuole seriamente provare a scrivere la storia non ci si può certo fermare a fare calcoli.