Inghilterra-Colombia, le chiavi della sfida

Mondiali

Angelo Andrea Pisani

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I principali temi di uno degli ottavi di finale più interessanti, quello tra la Colombia di Pekerman e l'Inghilterra di Southgate, a caccia di un posto ai quarti nel lato di tabellone più comodo

KANE RE DEI BOMBER - IL TABELLONE DEI QUARTI DI FINALE

La sfida tra Inghilterra e Colombia mette di fronte due tra le nazionali più sorprendenti del mondiale russo. Qualche settimana fa, quando Harry Kane ha parlato di voler vincere il Mondiale i più maligni hanno pensato a un famoso proverbio inglese, che recita Every ass thinks himself worthy to stand with the king's horses” (che tradotto, non letteralmente, significa più o meno "ognuno pensa di valere abbastanza per stare coi cavalli del Re"); dall’altra parte i Cafeteros, nonostante la “novità” Falcao (al suo primo mondiale) e il solito James (acciaccato) sembravano aver perso la patina di novità che ne aveva accompagnato la cavalcata fino ai quarti del Mondiale brasiliano. Impressioni non così infondate, almeno alla vigilia.

I motivi erano diversi: troppo acerba la Nazionale dei tre leoni (con la terza età media più bassa, e diversi giocatori digiuni da mondiali ed europei), troppo logora quella colombiana (incapace di proporre un ricambio generazionale adeguato, con 6/11esimi identici a quelli di quattro anni fa). La partita di esordio è stata poco emozionante per entrambe: l’Inghilterra ha fatto più fatica del previsto con la Tunisia (battuta solo grazie a due calci piazzati), la Colombia ha messo in pericolo la qualificazione perdendo contro il Giappone di Nishino, ma giocando quasi dall'inizio in dieci uomini (contro una squadra rivelatasi poi molto meglio del previsto).

L’impressione è stata ribaltata nelle gare con Panama e Polonia: gli inglesi hanno passeggiato sulla nazionale centroamericana mostrando tutte le armi a loro disposizione, i colombiani sono riusciti a vincere nettamente quello che – di fatto – era uno spareggio per uscire dal mondiale. L’ultima gara ha regalato agli inglesi la parte “morbida” del tabellone ai colombiani la testa del girone H. L’accessibilità degli avversari (Svezia o Svizzera ai quarti, Russia o Croazia in semifinale) ha cambiato le prospettive di Inghilterra e Colombia, che ora possono puntare (almeno) alla semifinale, un risultato che agli inglesi manca dal ’66 e che i colombiani non hanno mai raggiunto.

La sfida sarà un test importantissimo per entrambi i tecnici, e potrebbe cambiare (stavolta in modo decisivo) la nostra impressione sul lavoro svolto negli ultimi due anni. Dopo un girone di qualificazione poco complicato e un approdo agli ottavi abbastanza agevole Southgate si trova di fronte alla sfida più importante della sua esperienza da ct, mentre Pekerman – qualificatosi a fatica – deve confermare quanto di buono visto nelle ultime due partite. Ciò che è certo è che i due cambieranno il meno possibile, cercando di mantenere intatti i principi di gioco evidenziati nelle ultime settimane.

Il gioco di posizione associativo proposto da Southgate è frutto di un lavoro che parte da lontano, che affonda le sue radici nel programma federale “English DNA”, inaugurato nel 2014, e cerca di fare tesoro delle esperienze di Pochettino e Guardiola in Premier. Per conoscere i principi dell’Inghilterra basta visitare il sito ufficiale: controllo intelligente del pallone, per avanzare al momento giusto; flessibilità tattica, per rispondere alle esigenze della singola partita; recupero immediato del pallone, per dominare il possesso. Il 3-5-2 di Southgate è ritagliato entro i (macro) limiti della nuova filosofia inglese, e per ora sta funzionando bene. I tre centrali davanti a Pickford (Walker, Stones e Maguire) stanno mostrando la giusta maturità nella gestione del primo possesso, facilitati dalle non organizzatissime fasi di pressione viste in questo mondiale. In mediana il vertice alto del rombo difensivo è rappresentato da Jordan Henderson, che sta mostrando il giusto mezzo tra una fase di uscita elaborata e la ricerca di verticalità immediata verso i giocatori offensivi.

Sulle mezzali si sono alternati Lingard, Alli, Loftus-Cheek e Delph, coi primi tre che partono favoriti per una maglia da titolare nella gara di stasera. Centrocampisti offensivi bravi ad attaccare lo spazio alle spalle della mediana avversaria, spesso lontani dal primo sviluppo della manovra allo scopo di aumentare le opzioni di gioco sulla trequarti. Gli scambi di posizione con gli attaccanti Kane e Sterling sono stati una delle costanti del gioco inglese, con i due esterni (Young e Trippier) a occupare il campo in ampiezza. La squadra è fluida, insomma, ma mantiene caratteri generali ben precisi.

Finora gli inglesi hanno mostrato grande pericolosità sui calci piazzati, un fondamentale che in questo mondiale si sta rivelando spesso decisivo; queste situazioni di gioco hanno già fruttato 4 degli 8 gol segnati finora (a cui vanno aggiunti i 2 rigori). Tuttavia, l’Inghilterra fa vedere le cose migliori quando riesce a pescare i giocatori del quadrilatero formato da attaccanti e mezzali (Alli-Lingard-Sterling-Kane), sfruttando la superiorità posizionale in fase offensiva.

Il 4-2-3-1 utilizzato dalla Colombia è un assetto che – strutturalmente – può soffrire squadre come l’Inghilterra, che cerca spesso la superiorità occupando il campo in ampiezza. Le partite del girone sono state una buona palestra per la squadra di Pekerman, che con Polonia e Nigeria (due squadre che volevano sfruttare l’ampiezza) ha una impostato una linea difensiva a con Cuadrado basso a destra e uno tra James e Quintero (o entrambi) a dare man forte alla mediana.

Una scelta che ha tolto un po’ di pericolosità alla pressione offensiva (spesso lasciata al solo Falcao), ma che ha aiutato i "cafeteros" a semplificare la fase di non possesso. L’abbassamento di Cuadrado offre un appoggio utile per risalire il campo e (soprattutto) toglie qualche responsabilità ai quattro difensori, che così possono essere più aggressivi in anticipo. Situazioni in cui i due centrali, D. Sànchez e Mina, possono esprimere il meglio delle loro qualità (per eventuali riscontri chiedere a Lewandowski, che nella seconda partita del girone si è visto arrivare una sola palla giocabile, sullo 0-3).

La linea difensiva della Colombia non è esente da difetti, specie nelle transizioni difensive. L’impressione è quella di una squadra brava nella difesa posizionale, ma poco organizzata quando si tratta di riposizionarsi, o pressare più alta sul campo. Finora la squadra si è appoggiata alle qualità individuali dei suoi giocatori (compreso Ospina), e le è andata abbastanza bene; dagli ottavi in poi errori come quello fatto in apertura della partita col Giappone (costato il rosso a C. Sànchez) o contro la Nigeria rischiano di essere pagati molto più caramente.

Ovviamente, le speranze dei sudamericani risiedono soprattutto nell’ultimo terzo di campo. I continui problemi fisici hanno reso intermittente l’apporto di James (in dubbio per la partita), compensato dal dinamismo “utilitario” di Cuadrado, la forza straripante di Falcao e la luce cristallina di Quintero, risvegliatosi a quattro anni dal mondiale che sembrava lanciarne tutt’altra carriera. Non a caso, i quattro sono entrati in tutti e cinque i gol segnati finora dalla squadra fino adesso (due assist per James, un gol a testa per Cuadrado e Falcao, un gol e due assist Quintero).

Contro l’Inghilterra non sarà facile segnare: in questo scorcio di competizione la squadra di Southgate ha mostrato una fase difensiva molto attenta e ordinata, con un blocco molto compatto a protezione del centro, e un pressing medio alto nel tentativo di orientare il gioco sulle fasce (affidandosi alla superiorità in mezzo). Una mossa che finora ha pagato, ma che con la Colombia rischia di non funzionare.

C. Sanchez e Uribe non hanno grande qualità in costruzione (il loro ruolo si limita nel riciclare palla da una fascia all’altra, alla ricerca dei tre sulla trequarti), ma se la palla riuscisse a raggiungere uno tra James, Cuadrado e Quintero i rischi potrebbero aumentare vertiginosamente – specie considerando la presenza di Falcao (un volpone, più che una tigre) in mezzo alla poco testata difesa a tre degli inglesi.

La partita di stasera non rappresenta quindi solo uno degli ottavi più interessanti ma sarà utile a pesare la competitività di due squadre che, per quanto sia assurdo da dire, possono seriamente ambire a vincere il Mondiale.