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Mondiali 2018 Russia, Brasile-Belgio, le chiavi della sfida

Mondiali

Francesco Lisanti

I principali temi, i giocatori da tenere d'occhio, le chiavi tattiche dei quarti di finale più equilibrati dei Mondiali di Russia

BRASILE-BELGIO LIVE

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I Mondiali di Russia si stanno rivelando una cerimonia piacevole e densa di passaggi emozionanti, ma adesso arriviamo al momento catartico, la sfida tra i due migliori attacchi: se questi Mondiali hanno ancora qualcosa da dire, parlino ora o tacciano per sempre. Più o meno tutti i modelli di Expected Goals concordano nel posizionare il Brasile e il Belgio al primo e al secondo posto per xG prodotti nelle prime quattro partite del torneo (con ordine variabile a seconda dei fattori presi in considerazione).

Le probabilità di assistere a una partita dai ritmi alti e dai molti gol si scontrano però sul dato degli xG concessi, dove il Brasile risulta ancora una volta la migliore squadra della manifestazione, alla pari con l’Uruguay (anche qui, l’ordine di classifica è variabile). Tanto i numeri quanto le impressioni destate nelle ultime partite indicano quindi il Brasile come la squadra favorita a vincere i Mondiali: Martínez è chiamato a preparare un piano gara tatticamente perfetto per realizzare le attese che circondano la generazione più forte di sempre del calcio belga.

Cosa promettono i due attacchi

Nel ballottaggio tra Jesus e Firmino, requisito indispensabile per ogni storica candidata vincente, Tite confermerà il primo, di cui ha apprezzato spirito di sacrificio e consapevolezza tattica. Tra le note positive sul taccuino di Martínez c’è l’assenza per squalifica di Casemiro che potrebbe minare il fortino difensivo del Brasile. Al suo posto giocherà Fernandinho, più tecnico ma meno mobile.

In compenso Marcelo dovrebbe riprendere il suo posto sulla fascia sinistra, ceduto a Filipe Luis dopo che un materasso troppo morbido gli aveva causato spasmi alla schiena. La sua presenza solleverà responsabilità creative dai piedi di Coutinho e Neymar, che pure sembrano in grande forma, all’interno della catena di fascia più forte di questi Mondiali. Potrebbe essere un Brasile meno solido di quello ammirato contro Serbia e Messico, ma potenzialmente molto più spettacolare.

La pericolosità offensiva del Belgio dipende invece in senso vincolante dalla vena creativa di De Bruyne, che di questa squadra è contemporaneamente il 5 e il 10, alla maniera di Platini nell’82. Si abbassa per ricevere dai difensori, sviluppa il possesso lungo le fasce, si ripresenta a ridosso della trequarti per servire l’imbucata vincente. Il suo senso di controllo è carta moschicida per il pressing avversario, che puntualmente acquista fiducia, poi tentenna, poi lancia l’affondo e finisce beffato da un passaggio millimetrico tra le linee.

Come difenderà il Brasile, in particolare Paulinho

Il genio di De Bruyne è la scintilla che innesca il principale punto di forza del Belgio, ovvero la varietà di soluzioni offensive, la capacità di occupare tutta la trequarti in ampiezza con cinque giocatori (i tre attaccanti e i due esterni), moltiplicando le linee di passaggio. Da questo punto di vista, sarà interessante capire se Tite assegnerà istruzioni particolari a Paulinho per evitare di ritrovarsi in situazioni di parità numerica tra il blocco offensivo del Belgio e il suo blocco difensivo (i quattro difensori più Fernandinho).

Sarà infatti fondamentale che Paulinho interpreti una partita un più accorta, restando sempre sul suo canale di centro-destra ma quasi in linea con Fernandinho, per prevenire il rischio di lasciare scoperta quella zona di campo in cui il Belgio costruisce la maggior parte dei suoi attacchi, con De Bruyne, Ferreira Carrasco e Hazard. Del resto abbiamo già visto il Brasile cambiare forma in modo simile nella parte finale della partita contro il Messico, un piccolo accorgimento che Tite ha poi ritenuto decisivo per congelare e poi raddoppiare il vantaggio ottenuto.

È successo negli ultimi venti minuti, allo scopo di aumentare la compattezza della fase difensiva contro le azioni manovrate del Messico. Il tradizionale 4-3-3 si è trasformato in un 4-4-2 che era a tutti gli effetti un 4-2-3-1, con Paulinho (poi Fernandinho) e Casemiro in mediana, Willian largo a destra, Gabriel Jesus largo a sinistra, Coutinho (poi Firmino) alle spalle di Neymar. È un’altra conferma della grande flessibilità di questa rosa, che può cambiare struttura e punti di riferimento pur conservando gli stessi undici titolari.

Come difenderà il Belgio, in particolare Ferreira Carrasco

Nell’altra metà campo, il Belgio affronterà un dilemma simile, fare in modo che mai e poi mai i tre attaccanti del Brasile si ritrovino in parità numerica contro i suoi tre difensori centrali. Più le distanze si dilateranno, meno avranno qualche vaga possibilità di tenere il passo di Neymar, Gabriel Jesus e Willian. Idealmente, il Belgio vuole mantenere grande compattezza nella zona della palla, scivolando rapidamente all’indietro con gli esterni fino a formare un 5-4-1 stretto sul lato forte. Nella pratica, come abbiamo visto contro il Giappone, fatica ad applicare i meccanismi di riaggressione con la dovuta prontezza, e soprattutto a ricomporre una linea di difesa a cinque compatta.

Dopo aver visto la sua squadra faticare ripetutamente in transizione, Martínez avrà messo in conto il rischio dei cambi di gioco di Marcelo nella zona alle spalle di Ferreira Carrasco. Potrebbe per questo chiedere al suo esterno sinistro di non allontanarsi mai troppo da Willian, ma dovrebbe rinunciare alla sua presenza fissa nell’ultimo terzo di campo, fondamentale per allargare la difesa del Brasile. Quantomeno, il Belgio difende meglio proprio nella zona in cui il Brasile preferisce attaccare, con la possibilità di appoggiarsi all’eccellente visione di gioco di Alderweireld per capovolgere rapidamente l’azione.

La vera sfida nella sfida sarà quella tra Neymar e Hazard, che condividono un ruolo offensivo molto simile nelle rispettive squadre, precisamente quello di “buco nero”, il trequartista che tagliando in diagonale da sinistra verso il centro fa collassare tutta la difesa avversaria su di sé liberando spazi enormi per gli inserimenti in area di rigore. Nella sfida tra i due migliori attacchi, i due numeri dieci hanno l’opportunità irripetibile di lasciare un segno indelebile nella storia dei Mondiali. È arrivato quel momento della cerimonia.