Mondiali 2018 Russia: Francia-Belgio, le chiavi della sfida

Mondiali

Federico Aquè

La sfida tra la stabilità di Deschamps e il trasformismo di Martínez, i temi tattici più importanti e i giocatori che potrebbero decidere la prima semifinale di Russia 2018

FRANCIA-BELGIO LIVE

Il Belgio è l’unica squadra ad aver vinto tutte le partite giocate finora. Chiuso il girone al primo posto a punteggio pieno, agli ottavi ha eliminato il Giappone (seppur all’ultimo secondo, e partendo da un parziale di 0-2) e ai quarti ha superato il Brasile, finora la vittoria più prestigiosa della sua storia recente, per il valore dell’avversario, ritenuto da molti il principale favorito per il titolo mondiale, e la posta in palio. La squadra di Martínez ha smentito in parte la narrativa di Nazionale di grande talento ma inconsistente che circolava a suo riguardo da ormai qualche anno. Adesso, contro la Francia in semifinale, ha addirittura la possibilità di scrivere la pagina più importante della sua storia.

La Nazionale di Deschamps, dopo aver battuto l’Argentina agli ottavi, ha invece eliminato l’altra sudamericana rimasta in corsa insieme al Brasile fino ai quarti, cioè l’Uruguay, che però ha pagato l’assenza per infortunio di Cavani. I “Bleus” hanno rischiato solo sui calci piazzati battuti dagli uruguaiani (Lloris ha compiuto una parata strepitosa su Cáceres), che però hanno creato pochissimo. La vittoria della Francia, arrivata grazie a un colpo di testa di Varane da una punizione laterale e a un grave errore di Muslera su un tiro da fuori area di Griezmann, non è stata in questo senso convincente come quella del Belgio.

La prevedibilità della Francia e il trasformismo del Belgio

Durante la classica conferenza stampa alla vigilia della sfida, Didier Deschamps ha detto di aver preparato quattro tipi di partite diverse. Il CT francese è sembrato in questo modo voler rispondere a chi contrappone la prevedibilità della Francia con il trasformismo del Belgio, che ha battuto Giappone e Brasile anche adattandosi ai suoi avversari.

Dopo aver sperimentato all’esordio contro l’Australia, Deschamps ha dato stabilità trovando subito la sua formazione ideale e ripetendo anche gli stessi cambi durante le partite. La Francia ha comunque mostrato di saper alternare stili di gioco diversi, senza averne uno che la inquadra in maniera chiara. Sono più che altro le svariate qualità e l'intelligenza dei suoi giocatori a permetterle di adattarsi a contesti diversi. Gli spazi lasciati dall’Argentina hanno esaltato la sua capacità di risalire il campo in pochi secondi e fatto fare una grande figura a Mbappé. La necessità di controllare la palla e il ritmo della gara contro la solidità difensiva dell’Uruguay, invece, ha fatto emergere il senso per il gioco di Griezmann, la cui prestazione è stata decisiva al di là del gol e dell’assist su punizione per Varane.

Mbappé è il giocatore che ha tentato più dribbling nella fase a eliminazione diretta del Mondiale.

Il rientro di Matuidi dopo il turno di squalifica scontato contro l’Uruguay non fa intravedere nessuna sorpresa nella formazione titolare. Con la sua capacità di sdoppiarsi tra il ruolo di mezzala e quello di esterno sinistro, il centrocampista della Juventus è l’equilibratore che riduce gli spazi da coprire a Kanté e toglie responsabilità difensive sulla fascia opposta a Mbappé, che può così stare più avanzato e preoccuparsi di intervenire solo dopo che il pallone è stato recuperato.

Prevedere la formazione del Belgio è invece più complicato, non solo per la flessibilità di Martínez ma anche per la squalifica Meunier, che si è rivelato uno dei giocatori più in forma della rosa. Al suo posto potrebbe giocare un esterno offensivo come Ferreira Carrasco o magari un difensore centrale adattato a terzino, ad esempio Alderweireld, con l’inserimento di Vermaelen in mezzo alla difesa.

È una decisione molto delicata, perché inciderà in maniera profonda sull’atteggiamento difensivo del Belgio. Per controllare il tridente del Brasile, Martínez ha infatti rinunciato alla difesa a 3 scelta per gran parte della sua gestione per difendersi con una linea a 4.

Il CT del Belgio aveva oltretutto previsto adattamenti specifici per contenere gli attacchi brasiliani, tradizionalmente sbilanciati sulla fascia sinistra. Fellaini aveva aiutato Witsel a coprire il centro per limitare l’influenza di Coutinho e Neymar. Chadli, partendo dalla posizione di mezzala sinistra, accorciava la squadra orizzontalmente e sullo sviluppo dell'azione verdeoro forniva supporto al terzino, Vertonghen. La Francia, però, al contrario del Brasile accumula i giocatori di maggiore talento (Pogba, Mbappé e Griezmann) sulla fascia destra, lasciando più libera quella sinistra, e sarà quindi interessante vedere quali saranno le contromosse di Martínez questa volta.

Chi può fare la differenza

Se c’è una caratteristica che accomuna Francia e Belgio è quella di avere entrambe giocatori devastanti in contropiede, soprattutto se gli spazi si allungano. L’equilibrio nelle transizioni potrebbe essere quindi il tema dominante che deciderà la partita.

Il Belgio ha approfittato alla grande dell’assenza di Casemiro contro il Brasile, avanzando De Bruyne in una posizione centrale che gli permetteva di gestire le ripartenze e allargando Lukaku e Hazard per farli correre negli spazi lasciati dai terzini. La Francia può però contare su Kanté, uno dei migliori centrocampisti al mondo nel coprire spazi di campo enormi e proteggere la difesa. Non è detto, quindi, che la strategia che ha permesso di battere il Brasile sia essere altrettanto efficace contro i “Bleus”.

Il piano di Martínez all’opera nell’azione del 2-0 di De Bruyne.

Ovviamente tutto non si ridurrà a una sfida a chi manterrà maggiore equilibrio e limiterà le ripartenze avversarie. Sia la Francia che il Belgio possono contare su talenti di livello assoluto in grado di gestire possessi più manovrati e trovare soluzioni anche contro difese chiuse. Nel Belgio, ovviamente, le responsabilità offensive ricadranno su Hazard e De Bruyne, entrambi eccezionali in maniera diversa contro il Brasile, ma anche in misura minore su Fellaini, che col suo dominio aereo fornisce un’alternativa al gioco palla a terra. Nella Francia, invece, molto ruota attorno al triangolo formato da Pogba, Griezmann e Mbappé: è soprattutto la combinazione delle loro qualità a permettere alla squadra di adattarsi alla situazione e risolvere i problemi posti dagli avversari.

Francia e Belgio si sono incontrate per l’ultima volta in un Mondiale nel 1986, quando si sfidarono da semifinaliste perdenti nella finale per il terzo posto. Vinsero i francesi per 4-2 dopo i tempi supplementari. Stavolta a una delle due toccherà invece giocare la finale più importante.