Mondiali 2018 Russia, storia e ascesa del fenomeno Mbappé: l'enfant prodige campione del mondo

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Marco Salami

(Foto L'Equipe e Twitter @KMbappe)

Una camera piena di poster e una luce speciale negli occhi pensando al calcio. In meno di cinque anni Mbappé è diventato il fenomeno che ha portato la Francia sul tetto del mondo. Vita, record, gol e miracoli dell'enfant prodige del calcio francese

LA FRANCIA È CAMPIONE DEL MONDO

PELÉ INCORONA MBAPPÉ - "IL MIO FUTURO? RESTO AL PSG"

E dire che qualche anno fa Mbappé era soltanto Kylian, un ragazzino come tanti con una camera piena di poster e la voglia di sognare in grande. Dai quattordici ai diciannove di tempo ce n’è poco. Giusto quello per crescere e diventare grande. E forte, anzi, fortissimo. Perché di anni ne sono passati “appena” cinque, ma il mondo di Mbappé si è capovolto. Sì, grazie a una delle più brillanti e fulminee ascese che il calcio Mondiale ricordi. Dalla Francia di questo ne sono molto lieti. Perché lui prima ha affondato l’Argentina di Messi. Come se niente fosse. Segnando in quella fase a eliminazione diretta dove Leo (ma neanche CR7) era mai riuscito a centrare il bersaglio grosso. Poi la finalissima, e un gol anche al Perù nei gironi. Il 4-1 alla Croazia ha chiuso i giochi e portato la coppa nelle sue mani. Come quelle tenute in braccio dai suoi idoli appesi alla parete, Cristiano Ronaldo su tutti, con cui scattò anche una foto a Valdebebas nel lontano 2012. Il campione e il ragazzino. Come passa il tempo… sopratutto ora che Kylian ha in mano la coppa, quella coppa. Riceve i compimenti da tutto il mondo (compreso Pelé!) e il suo sogno si è realizzato prima di quanto mai avrebbe immaginato.

La foto con CR7

In quei giorni Kylian deve certamente aver visto l’Europa. In quei viaggi che sono ora la normalità per lui come qualsiasi altro calciatore di un top club che salta da una grande città all’altra in Champions League. Una volta erano però solo dei semplici provini. Quelli di un undicenne nato qualche mese dopo il primo Mondiale di sempre vinto della Francia, e da capitano per il suo allenatore Didì. Siamo nel dicembre del 1998. A Bondy. Cinquantamila abitanti nel nord della Francia. Lì Kylian nasce e tira i primi calci al pallone, sufficienti perché mezza Europa si accorga di lui. In viaggio lo porta lo zio Pierre. A Londra Mbappé si scatta anche una foto con la maglietta numero 10 del Chelsea, quando sta per scendere in campo nell’amichevole contro i pari età del Charlton. Tutto vano. Il francese certamente incanta ma nel club temono le ripercussioni della Fifa per acquisti degli under 16. L’altra opportunità prende forma allora a Madrid, proprio dove a Valdebebas incontra CR7 e timidamente chiede foto più autografo a quel portoghese che un tempo sembrava irraggiungibile. Ma anche nei blancos l’affare non si chiude. “Kylian ha scelto la famiglia” - si capisce leggendo tra le righe dell’intervista di papà Wilfried a L’Equipe di qualche anno fa. L’accademia di Clairefontaine è la sua soluzione definitiva. E quindi la Francia, vicino ai suoi cari. Scartato l’estero, anche se quelle di Londra e Madrid non saranno certo occasioni perse, per una carriera supersonica che presto prenderà comunque il volo.

Con Ronaldo da giovane promessa del calcio (Foto As.com)

Il più giovane a… (tutti i suoi record)

Al Monaco Mbappé ci arriva dunque nel 2013. Proprio dall’accademia Clairefontaine fino alle giovanili, e poi in prima squadra, dove inizia a macinare quei record su record che sono un po’ il suo timbro personalizzato. Precoce, e tremendamente forte, Mbappé brucia praticamente qualsiasi tappa come brucia il campo nei suoi scatti. Sì, chi “azzarda” il paragone non sbaglia. A vederlo sembra davvero devastante come il primo Ronaldo. Un treno in corsa col pallone incollato al piede e che vede la porta come pochi. Fenomenale come Il Fenomeno, anche se in molti giurano di vederci anche e sopratutto i movimenti di Henry. Sarà forse per la carnagione simile. La nazionalità. Una (non) pettinatura identica o per le lunghe leve. Fatto sta che Titì entra di diritto nella sua biografia da ragazzo prodigio. Nel dicembre del 2015 Kylian esordisce infatti in Ligue diventando il più giovane di sempre a vestire la maglia del club del Principato. A 17 anni e 62 giorni inizia a segnare, infrangendo il precedente record del club proprio di Henry. Il primo anno è già un successo. Ma è nel 2017 che arriva il titolo. Subito. Pronti e via, battendo anche il Psg dei miliardari. 44 partite e 26 gol in stagione sono i suoi numeri. Il più giovane di sempre (strano!) a toccare la doppia cifra in Ligue 1. Una stagione mozzafiato che in Champions porta fino alla semifinale, persa, contro la Juve. A cui però segna e diventa ancora una vola “il più giovane a…”. Questa volta di tutta la competizione più prestigiosa d’Europa: …a segnare in una semifinale. E i suoi numeri ormai non stupiscono più. 

Con Henry dopo la semifinale contro il Belgio (Foto Getty)

Parigi nel destino

Poi arriva la grande chiamata del Psg. La sua linea è sempre chiara: la Francia prima di tutto. E anche così è entrato nel cuore dei suoi tifosi come vera star del Mondiale insieme a Griezmann e Pogba. Al-Khelaifi per lui mette mano al portafoglio illimitato, e stacca un assegno da 145 milioni più 35 di bonus. Solo il secondo più caro di sempre dietro a Neymar. Pazienza, i record che contano davvero per Kylian sono sul campo. Perché in fondo lui è ancora il ragazzino a braccia incrociate e con una scintilla negli occhi pensando al pallone. Nella testa solo vincere. E diventare grande. “Stanotte? No, non dormo. Di solito mi addormento facilmente ma questa volta c’è da festeggiare”. Sì, per davvero. Da Mosca per poi tornare a Parigi, in trionfo. Lungo gli Champs-Elysées da vero fuoriclasse. In quella città che sente ormai come sua e tra quella gente che lo idolatra come pochi. Nel settembre del 2017 l’esordio con la maglia del Psg è, tanto per cambiare, da sogno. Gol più assist al Metz. E a fine stagione le reti saranno 21. Più 4. Quelle in Russia. Dove contro la Croazia diventa solo il secondo teenager di sempre a timbrare il cartellino in finale. Un club esclusivo che vanta solo un altro membro, tale Pelé. “Benvenuto Kylian, è bello avere compagnia” - scritto su Twitter da un dio del calcio che sembra aver puntato il dito sicuramente su un proprio discepolo. Forse addirittura un erede. Lui, Mbappé, che somiglia tanto a Donatello delle tartarughe ninja e che in campo sembra correre su un motorino. Classe da vendere a metà tra il primo Ronaldo brasiliano e Henry. Francese più giovane di sempre a vincere un Mondiale e stella da copertina. Ora sui poster di tutti i bambini e di tutti i ragazzini ci sarà lui. Che lo ammirano incantanti con lo stesso sguardo sognante che aveva Kylian alla loro età. Un enfant prodige che sembra già diventato il più forte di tutti.