Riviviamo i momenti più belli nella storia del Mondiale Under 20, che quest'anno si giocherà in Polonia dal 23 maggio al 15 giugno
Quella che si giocherà in Polonia dal 23 maggio al 15 giugno sarà la 22.esima edizione dei Mondiali Under-20. La prima fu organizzata in Tunisia nel 1977, vinse l’URSS e a essere premiato come miglior giocatore fu Volodymyr Bezsonov. Da allora i Mondiali U-20 hanno messo in vetrina alcuni dei migliori giocatori del pianeta, ma hanno anche dato gloria a molti talenti incapaci poi di mantenersi all’altezza delle aspettative. Qui sotto ho scelto dieci storie da ricordare tra le tante prodotte dalla competizione nei suoi 40 anni di storia.
Il terzo posto dell’Italia due anni fa
L’Italia ha partecipato soltanto a 7 delle 22 edizioni dei Mondiali Under-20, includendo anche la qualificazione al prossimo torneo che si giocherà in Polonia. A livello di U-20 non abbiamo insomma una grande tradizione, ma grazie ai secondi posti agli Europei Under-19 del 2016 e di un anno fa gli azzurrini saranno presenti per la prima volta a due edizioni consecutive dei Mondiali. E proprio a due anni fa, nell’ultimo torneo giocato in Corea del Sud, risale il miglior risultato dell’Italia, un terzo posto arrivato dopo un percorso al di sopra delle aspettative interrotto solo in semifinale dall’Inghilterra, che ha poi vinto il titolo.
Superata senza brillare la fase a gironi, l’Italia compì due imprese agli ottavi e ai quarti, battendo prima la Francia, una delle squadre più forti del torneo, e poi lo Zambia per 3-2, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Pezzella. In semifinale gli azzurrini furono sconfitti 3-1 dall’Inghilterra e poi, nella finale per il terzo posto, superarono l’Uruguay ai rigori. A dominare la scena era stato Riccardo Orsolini, miglior marcatore del torneo con 5 gol, ma per arrivare fino al terzo posto erano state altrettanto decisive le parate di Zaccagno, il carisma di Mandragora, la sensibilità di Dimarco sui calci piazzati e il prezioso riferimento offensivo dato da Favilli.
La prima stella: Maradona
Tra agosto e settembre del 1979 Diego Armando Maradona non aveva nemmeno 19 anni ma non era certo uno sconosciuto, anzi giocava già in Nazionale e incantava il campionato argentino con la maglia dell’Argentinos Juniors. Per la seconda edizione dei Mondiali Under-20, organizzati in Giappone nel 1979, Maradona andò comunque a rinforzare la selezione argentina U-20 e vinse il primo titolo con la maglia albiceleste.
Il dieci fu ovviamente il trascinatore della squadra, segnò in tutte le partite, tranne che nella seconda sfida della fase a gironi contro la Iugoslavia, con 6 gol fu il secondo miglior marcatore del torneo dopo il compagno Ramón Díaz e vinse il premio come miglior giocatore. Nel rapporto tecnico della FIFA sulla competizione di Maradona si dice che «ha portato le abilità tecniche a una nuova dimensione», che «il suo controllo di palla e le sue corse hanno lasciato stupefatti gli spettatori e confuso i suoi avversari» e che la sua abilità nei passaggi era «brillante nel tempismo e nella precisione dei lanci lunghi, per raggiungere un compagno che scattava davanti». Già ai tempi era insomma piuttosto chiara la sensazione di trovarsi di fronte a un giocatore che non aveva nulla di normale.
L’unico Mondiale vinto da Messi
A 26 anni di distanza da Maradona, nel 2005 a infiammare il Mondiale U-20 fu Leo Messi, capocannoniere con 6 gol e miglior giocatore di quell’edizione. Quando fu convocato per giocare il torneo Messi aveva solo 18 anni ma aveva già esordito e segnato il primo gol con la maglia del Barcellona. Iniziò il Mondiale dalla panchina e l’Argentina perse all’esordio contro gli Stati Uniti, fu promosso titolare a partire dalla seconda partita e da lì in poi l’Albiceleste le vinse tutte. Messi regalò diversi momenti in cui diventava semplicemente ingiocabile, come ad esempio nel gol segnato ai quarti alla Spagna (al minuto 2:18 del video qui sopra), in cui raccolse col destro un tentativo di rinvio di Molinero e girandosi unì col secondo tocco al volo di sinistro il controllo e il dribbling per saltare Robusté, aprendosi lo specchio della porta. Segnò un gol al Brasile in semifinale e in finale fu decisivo segnando entrambi i rigori che fissarono il 2-1 sulla Nigeria. Il torneo U-20 del 2005 resta a oggi l’unico Mondiale vinto da Messi con l’Argentina.
Il trionfo di Pogba
Nel 2013 la Francia poteva contare su una squadra di alto livello, in cui, oltre a Pogba, spiccavano Thauvin, Kondogbia, Digne, Veretout, Umtiti e Zouma, il più giovane tra i convocati francesi. La stella era però Pogba, che pur segnando un solo gol su rigore vinse il premio di miglior giocatore, dominando il centrocampo in coppia con Kondogbia, occupandosi più del compagno di fare da collegamento con gli attaccanti. Sicuramente è una forzatura dire che il trionfo a livello Under-20 del 2013 ha preparato il terreno per il titolo mondiale vinto in Russia un anno fa, ma ben quattro giocatori campioni del mondo U-20 nel 2013, ovvero Pogba, Umtiti, Thauvin e Areola, hanno fatto parte della rosa che ha vinto il Mondiale cinque anni dopo.
Il sorprendente Ghana del 2009
Il Ghana è la nazione africana che vanta i migliori risultati ai Mondiali U-20, avendo collezionato due secondi posti, all’esordio nel 1993 e poi nel 2001, un terzo posto nel 2013 e una semifinale nel 1997. Il punto più alto è però ovviamente la vittoria del 2009, in cui a mettersi in mostra fu soprattutto Dominic Adiyiah, capocannoniere con 8 gol e miglior giocatore del torneo. Il successo al Mondiale U-20 gli fece strappare un ingaggio dal Milan, col quale però non ha nemmeno esordito, e presto Adiyiah rivelò di essere piuttosto lontano dal tipo di talento lasciato immaginare durante il Mondiale. Di recente è finito a giocare in Thailandia, ma nel 2010 fu uno dei campioni del mondo U-20 a entrare nella rosa del Ghana per i Mondiali in Sudafrica, in cui le “Stelle nere” si spinsero fino ai quarti. Adiyiah ebbe un ruolo marginale, un contributo più importante lo diedero invece il terzino destro Inkoom, il difensore centrale Mensah e la vera stella della squadra, André Ayew. Il trionfo del 2009 del Ghana è il primo e finora unico titolo di una nazione africana ai Mondiali U-20.
La talentuosa Iugoslavia del 1987
Nonostante lo scarso supporto dei club e l’assenza di diversi giocatori per il servizio militare, nel 1987 la selezione U-20 iugoslava era particolarmente ricca di talento. C’era ad esempio Mijatovic, autore nel 1998 del gol decisivo per il Real Madrid nella finale di Champions League contro la Juventus. A dominare fu però soprattutto la parte croata della squadra, la più determinante per la conquista del titolo mondiale. Suker fu il secondo miglior marcatore con 6 gol, Prosinecki fu premiato come miglior giocatore, Boban brillò a centrocampo e in finale segnò il gol del vantaggio della Iugoslavia e il rigore decisivo dopo l’1-1 con cui si erano chiusi i tempi supplementari. Suker, Prosinecki e Boban, oltre a Stimac e Jarni fecero poi parte del gruppo croato che nel 1998 arrivò terzo ai Mondiali.
La generazione d’oro portoghese
Due anni dopo il successo del 1989, il Portogallo si ripeté nel torneo organizzato in casa nel 1991, vinto in finale ai rigori contro il Brasile davanti a 127 mila spettatori, il record di presenze per una partita dei Mondiali U-20. I campioni del mondo del 1991 in Portogallo erano considerati la generazione d’oro: ne facevano parte João Pinto e il portiere Brassard, gli unici due giocatori presenti sia nel 1989 che nel 1991 e, insieme ad Agüero, gli unici campioni del mondo U-20 per due edizioni consecutive, ma soprattutto Luís Figo, che giocava col numero 3, e Rui Costa, che sulle spalle aveva invece il 5. A essere premiato come miglior giocatore del torneo fu però Emílio Peixe, la cui carriera è stata decisamente meno luminosa di quella dei suoi due compagni.
La generazione d’oro non riuscì a trascinare al successo il Portogallo nei grandi tornei internazionali degli anni successivi, anche se Figo e Rui Costa furono tra i protagonisti nella delusione più grande per la nazionale lusitana, la sconfitta in finale contro la Grecia nell’Europeo giocato in casa nel 2004.
Saviola immarcabile nel 2001
Il record di gol segnati in un’edizione dei Mondiali U-20 appartiene a Javier Saviola, che nel 2001 segnò 11 gol in 6 partite guadagnandosi, oltre al titolo di capocannoniere, anche il premio come miglior giocatore. Saviola trascinò l’Argentina al suo quarto titolo mondiale U-20 con due triplette, una all’Egitto nella fase a gironi e l’altra ai quarti contro la Francia, due doppiette, alla Giamaica e in semifinale contro il Paraguay, e un gol in finale al Ghana.
A quei tempi Saviola aveva già vinto un campionato di Apertura e uno di Clausura con il River Plate e aveva tolto a Maradona il record come capocannoniere più giovane del campionato argentino. Era insomma uno dei talenti più luminosi del pianeta e le prestazioni nel Mondiale U-20 giocato in casa avevano dato ancora più forza a questa sensazione. Oggi Saviola è ricordato come uno dei tanti argentini che non è stato all’altezza delle aspettative ma ha comunque avuto una buona carriera, vestendo tre delle maglie più prestigiose d'Europa, quelle del Barcellona, del Real Madrid e del Benfica.
I 6 gol Adaílton alla Corea del Sud
Segnare sei gol in una partita, anche a livello giovanile e contro un avversario sconfitto per 10-3, non è mai semplice. Adaílton, che ha passato buona parte della sua carriera in Italia, giocando per il Parma, il Verona, il Genoa e il Bologna, ci riuscì nel 1997, nella sfida della fase a gironi tra il Brasile e la Corea del Sud. L’attaccante brasiliano distribuì i suoi primi 4 gol in 9 minuti del primo tempo, tra il 30’ e il 39’, e dopo l’intervallo trovò la porta altre due volte stabilendo il record di gol segnati da un giocatore in una partita dei Mondiali U-20.
Quel Brasile segnò altri 10 gol al Belgio agli ottavi, ma uscì ai quarti contro l’Argentina, che poi vinse il titolo. Adaílton fu il capocannoniere del torneo con 10 gol, davanti a Trezeguet, Riquelme, Zalayeta, Owen e Henry, e la sua prestazione contro la Corea del Sud va ricordata come una delle più stupefacenti nella storia dei Mondiali U-20.
L’MVP più assurdo: Ismail Matar
Nel 2003 il Mondiale fu organizzato dagli Emirati Arabi, che ebbe così modo di partecipare per la seconda volta al torneo con la propria selezione U-20, dopo l’esordio nel 1997. A vincere fu il Brasile, che sconfisse in finale la Spagna. A sfidarsi in finale c’erano due dei giocatori più forti della nostra epoca, Dani Alves, che allora veniva chiamato semplicemente Daniel, e Andrés Iniesta, ma a vincere il premio come miglior giocatore fu invece Ismail Matar, il numero 10 della nazionale emiratina, autore di un solo gol, ma decisivo per superare gli ottavi contro l’Australia e arrivare ai quarti, il miglior risultato mai raggiunto dalla selezione U-20 degli Emirati. Oggi Matar continua a giocare con l’Al-Wahda, il club al quale ha legato quasi tutta la sua carriera, ed è il capitano della Nazionale emiratina, con la quale ha collezionato 120 presenze e 34 gol.