Croazia-Brasile, Livakovic colpisce ancora: chi è l'eroe dei rigori

IL PROFILO
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Era già diventato il terzo portiere di sempre a pararne tre in una serie (col Giappone), ora è anche il terzo a quota quattro in un singolo Mondiale. Gioca nella Dinamo Zagabria, ha sfidato il Milan in Champions (ma Giroud gli ha segnato due volte su due dal dischetto) e ha imparato il mestiere da Subasic, l'eroe coi guantoni del 2018. Chi è Livakovic: l'uomo coi rigori nel destino fin dall'esordio in nazionale

LA CROAZIA VINCE ANCORA AI RIGORI, BRASILE OUT

Ha ventisette anni, gioca nella Dinamo Zagabria e, proprio come cantava David Bowie, è diventato l'eroe, ma non solo per un giorno. Perché gli Heroes coi guantoni, in Croazia, non sono certo una novità e lui, dopo i tre rigori neutralizzati col Giappone, si è ripetuto anche col fortissimo Brasile. Undici parate nei centoventi minuti, tanto per iniziare, sono record al Mondiale 2022 (dato Squawka), così come ora è suo il primato di parate per un portiere croato in una partita di Coppa del mondo (dato Opta); perché i rigori, prima di vincerli, bisogna arrivare a giocarli. La lotteria lui la ama tanto: questa volta ne ha respinto "solo" uno, quello a Rodrygo, il primo: ma l'aspetto psicologico, ormai, è un fattore che sta tutto dalla parte della Croazia. Segnano Casemiro e Pedro, poi Marquinhos manda sul palo. È una scena già vista. Quella di un film che, alla fine, dice sempre Croazia: tutti di corsa ad abbracciare l'uomo in verde.

Ma chi è Dominik Livakovic?

Classe 1995, un metro e ottantotto di altezza, ben distribuiti per il lungo sui metri di porta. Cresciuto nell'NK Zagabria e passato alla ben più celebre Dinamo nel 2016: dal 2018 vince ininterrottamente il campionato da titolare. Nel 2020-21 era lui a difendere idealmente i pali della "Squadra della stagione" dell'Europa League, dove la corsa della Dinamo si era fermata ai quarti. Sempre in Europa, ma nell'anomala stagione attuale interrotta dai Mondiali invernali, ha invece sfidato il Milan due volte nei gironi di Champions, fronteggiando due rigori di Giroud, uno all'andata e uno al ritorno. Gol e gol.

L'esordio in nazionale (in amichevole) andando ai rigori

E dire che il rapporto coi rigori di Livakovic non sembrava idilliaco. Partiamo dalla media, buona ma non ottima: in carriera (dati Transfermarkt), contando solo quelli all'interno di novanta o centoventi minuti, ne ha sventati 14 su 54, cioè il 25,9%. Per intenderci, un clamoroso para rigori come Samir Handanovic vanta quella del 34,7. Ma il destino, quello sì, sembrava scritto. Nel 2017 esordisce in nazionale: sarà quella la sua unica presenza prima di diventare vice campione del mondo nel 2018 come terzo portiere della spedizione in Russia. La sua prima volta con la maglia a scacchi (che del portiere non lo è) era solo un'amichevole col Cile che, curiosamente, finì comunque con dei calci di rigore per decretare la vincitrice, pur senza nulla in palio. Risultato? Non ne para neanche uno e trionfano i sudamericani.

I record condivisi (con Subasic e non solo)

Quindi il Mondiale, dove fa il terzo alle spalle di Lovre Kalinic e, soprattutto, del titolare di pali Danijel Subasic, quando l'eroe era stato lui. Livakovic, con la sua prova da supereroe contro il Giappone, era già diventato il terzo portiere nella storia dei Mondiali a parare tre rigori in una serie, dopo il portoghese Ricardo (nei quarti del 2006 contro l'Inghilterra) e proprio Danijel Subasic, contro la Danimarca nel 2018. Non solo, col rigore parato a Rodrygo col Brasile, il ventisettenne di Zara, Dalmazia, è anche diventato il terzo portiere a pararne quattro (sempre considerando le serie al termine dei supplementari) in una singola edizione, dopo Goycochea nel 1990 (che noi italiani ricordiamo bene) e il solito Subasic nel 2018. Ricordate? Un film già visto, tutto croato. Anche nel Mondiale di Russia la squadra di Dalic superò sia ottavi che quarti ai rigori (Danimarca prima e i padroni di casa poi), anche quella volta Subasic ne parò tre agli ottavi e uno ai quarti, anche quella volta il primo. Esattamente come Livakovic. Tutto torna.