Luciano Spalletti analizza il match con la Moldavia e ripercorre quanto accaduto in questi ultimi giorni: "Anche stasera non si è fatta una buona gara. C'è la necessità di sterzare, io sono il responsabile e dunque è giusto sia finita così. Sono dispiaciuto di non aver dato una mano a questi ragazzi, bisogna ritrovare entusiasmo e ci riusciranno. Non sono riuscito a sopperire a delle carenze, ma nessuno avrebbe saputo farlo"
Un addio con una vittoria ma comunque amaro per Luciano Spalletti che nonostante il successo per 2-0 sulla Moldavia non ha visto la scintilla tanto attesa dai suoi giocatori che giocano una gara sottotono ma fanno valere il miglior tasso tecnico al cospetto degli avversari che spesso hanno messo in difficoltà l'Italia: "Non è stata fatta una buona prestazione perché in ogni caso ci siamo arrivati con il fiato corto a questa convocazione - dice - Non è possibile che su 25 giocatori ce ne siano 18 che stanno mezzi e mezzi, poi c'eravamo informati bene con i dottori, però effettivamente il logorio del campionato gli ha lasciato un po' di ruggine e anche stasera non siamo stati bravi a far viaggiare la palla, anche dopo che ci abbiamo messo mano". Sull'abbraccio di Raspadori: "Lui abbraccia tutti perché vuole bene a tutti e perché è intelligente ed è un campione e ha questa qualità di dare sempre il massimo, è uno di quelli che ha portato a casa più fritto di tutti nei comportamenti, gli dico bravo e lo ringrazio per la disponibilità".
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"Occorre entusiasmo: lo ritroveranno"
Tanto rammarico per dover lasciare in questo modo: "E' andata così, è giusto così, ci sono stati dei risultati che ci sono andati male, ci poteva essere un altro calendario, ma poi quello che metti nelle partite è quello che sei, poteva capitarci un altro calendario ma anche quello che si è fatto stasera non basta, bisogna sterzare, per cui come sempre io sono il responsabile, io ho scelto questi giocatori". Un esperienza che comunque ha dato tanto: "Per me è stato il massimo, il fatto che siamo rimasti vicini tra di noi nonostante la prestazione, c'era volontà di aiutarci e essere amici e sarà così anche in futuro". Al successore: "Non lascio una grande Italia, ognuno di noi ha un modo di pensare e lavorare, è da ricreare un po' di entusiasmo, la maglia dell'Italia ci deve fare vibrare, quando ce la si ha addosso deve bruciare se non la si veste bene -prosegue - Bisogna riuscire a ritrovare l'atteggiamento giusto e sono convinto che ci riusciranno, i ragazzi hanno creduto in me e io non gli ho dato una grandissima mano, però poi ci sono state delle motivazioni a cui non ho saputo sopperire e probabilmente anche altri non avrebbero saputo farlo. Quello che esprime il campionato? Non si può fare diversamente, ci sono tante partite, gli stranieri sono tanti, il numero dei convocabili è ridotto, se poi ci sono quelli che non giocano nel grande club, quelli che non giocano le coppe europee, altri che sono da svezzare..."
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