Introduzione
La nazionale è soprannominata l'Italia asiatica e si è qualificata al Mondiale viaggiando fino a quattromila chilometri per trasferta negli ultimi due anni. Tra i predecessori in panchina c'è anche l'hombre vertical Hector Cuper, ex Ct dell'Uzbekistan e anche ex allenatore dello stesso Cannavaro all'Inter. Non solo Shomurodov: in rosa brilla un talentino del City e attenzione anche alla piccola star Fayzullayev. I rigori sono il loro incubo e nel campionato nazionale uzbeko ci aveva giocato anche un ex Pallone d'Oro. Clamoroso il "caso" del 2006 nelle qualificazioni verso il Mondiale che sarebbe stato il Mondiale di Fabio Cannavaro: escono agli spareggi in una partita giocata tre volte e ripetuta per un grave errore tecnico dell'arbitro
Quello che devi sapere
Tra i predecessori di Cannavaro anche l'hombre vertical Hector Cuper
Partiamo dalle basi: l'Uzbekistan è una nazionale relativamente giovane che fa il suo esordio internazionale appena trent'anni fa: 1992, dopo la dissoluzione del blocco sovietico. Esordio contro il Tagikistan con un pareggio 2-2, vittoria più larga un 15-0 contro la Mongolia nel 1998 e ko peggiore un 8-1 incassato dal Giappone nel 2000. In estate giocherà il primo Mondiale della sua storia e lo farà con un esperto del campo Mondiale: Fabio Cannavaro, vent'anni esatti dopo il suo trionfo tutto azzurro con l'Italia.
Tra i predecessori di Cannavaro c'è anche quell'Hector Cuper che lo aveva allenato per una stagione abbondante all'Inter. El hombre vertical, autentico globetrotter delle panchine, è passato pure dall'Uzbekistan, oltreché da Georgia, Siria, Egitto e Repubblica democratica del Congo. I due si erano sfidati proprio quando Cuper guidava l'Uzbekistan e Cannavaro sedeva sulla panchina della Cina: vittoria 1-0 di Cuper con gol di Shomurodov. Curiosità bonus: tra gli ex Ct dell'Uzbekistan ci sono anche allenatori brasiliani, inglesi (Bob Houghton) e tedeschi (Hans-Jürgen Gede).
L'Eldor-ado Shomurodov
Il giocatore più noto - anche e soprattutto se pensiamo al calcio italiano - è Eldor Shomurodov: ex Genoa, Roma, Spezia e Cagliari da 19 gol in Serie A e oggi in Turchia in forza all'Istanbul Basaksehir allenato da Nuri Sahin (comunque in prestito dalla Roma). È lui il miglior bomber all time della sua nazionale con la bellezza di 43 centri in 86 partite e una media perfetta di una rete ogni due match.
Non l'unico uzbeko ex del campionato italiano: prima di lui aveva giocato da noi anche Ilyas Zeytullaev. Una meteora che solo i più fanatici delle statistiche e degli album Panini ricorderanno: appena due partite in A, ma di tutto rispetto. Una contro l'Inter e l'altra contro la Juventus di Fabio Cannavaro.
C'è anche Khusanov del City
Abdukodir Khusanov, valutazione di mercato di 35 milioni, è il giocatore più prezioso e - probabilmente - forte della nazionale uzbeka. Guardiola se lo è portato a Manchester nel gennaio del 2025 sborsando 40 milioni al Lens. Difensore centrale schierato anche come terzino destro da Pep, fin qui sta entrando lentamente nelle rotazioni del City con una quindicina di gettoni raccolti.
L'altro astro nascente: Abbosbek Fayzullayev
Perché, se è pur vero che quello del 2026 sarà il loro primo Mondiale, e che in Coppa d'Asia l'Uzbekistan non è mai finita sul podio, ci sono altre nazionali uzbeke che stanno stupendo, e non poco. Nel 2023 è arrivata l'affermazione del Paese nella Coppa d'Asia Under 20, con un talentino su tutti: Abbosbek Fayzullayev, appunto, MVP di quel torneo. Ma, di recente, l'Uzbekistan si era preso anche il torneo U23 (nel 2018) e quello U17 (nel 2025), ben figurando anche nel Mondiale U17 del 2023 (Inghilterra eliminata agli ottavi come stella polare) e staccando pure un pass per le Olimpiadi del 2024.
Tornando a Fayzullayev: compagno di club di Shomurodov nel Basaksehir, è un centrocampista offensivo con talento e fiuto del gol. È stato anche nominato "Giovane giocatore dell’anno in Asia" e la FIFA lo ha inserito nell'elenco dei giovani talenti asiatici da tenere d'occhio. Lo faremo.
Quando sfiorarono i Mondiali giocando tre volte la stessa partita
L'anno di questa strana storia non è affatto casuale in questo incrocio di destini, ma il 2006: l'anno del Mondiale di Fabio Cannavaro. In Asia si stanno giocando le qualificazioni e l'ultimo turno di spareggio (che non prevedeva l'accesso diretto al Mondiale ma il pass per i playoff interzona) mette una contro l'altra Uzbekistan e Bahrein. In programma un match di andata più ritorno, ma le partite giocate saranno tre.
Il "caso" si crea nella prima gara terminata, sul campo, 1-0 per l'Uzbekistan, ma fatta rigiocare dalla FIFA per un "grave errore tecnico" dell'arbitro giapponese Yoshida. La cronaca: l'Uzbekistan sta già vincendo 1-0 quando riesce a trovare il gol del raddoppio su rigore, non fosse che il fischietto nipponico nota l'ingresso in area anticipato di un calciatore uzbeko e annulla la rete. Il punto? Invece di far ripetere il tiro, come da prassi, assegna una punizione in favore del Bahrein cancellando, di fatto, il penalty. Come se non fosse mai stato assegnato. Da qui la protesta uzbeka, che chiede un 3-0 a tavolino, finendo però per subire una clamorosa beffa quando la FIFA decise, appunto, per la ripetizione integrale per "grave errore tecnico". Insomma: rigiocare una partita già giocata e già vinta, pur avendo subìto il torto arbitrale. Il "replay" finisce 1-1 (in terra uzbeka), mentre il ritorno si chiude sullo 0-0 col Bahrein che vola allo spareggio grazie alla regola del gol in trasferta. E l'Uzbekistan che viene crudelmente eliminato.
Ai rigori perdono sempre
Altra storia che, in un certo senso, si lega a Fabio Cannavaro, che proprio nei palpitanti minuti dei rigori ha conquistato la sua gioia sportiva più grande. Stando alle statistiche nei grandi tornei l'Uzbekistan ha concluso per quattro volte un match dentro-fuori ai rigori. E quattro volte ha perso. In entrambe le ultime due edizioni della Coppa d'Asia (quarti e ottavi) e pure nell'edizione del 2004. Una lunghissima serie di ben venti tiri costò invece l'eliminazione da un altro spareggio asiatico, quella volta nella corsa verso i Mondiali del 2014: a vincere 9-8 fu la Giordania.
"L'Italia asiatica"
La nazionale uzbeka è soprannominata Oq bo‘rilar, cioè i Lupi Bianchi ma, curiosamente, ha anche un altro soprannome: l'Osiyo Italiyasi, cioè l'Italia asiatica. Origine del soprannome incerta: per lo più dovuta al colore della maglia che strizza l'occhio al bianco, blu e azzurro, tratti distintivi dei nostri; ma anche per uno stile di calcio pragmatico e (con le dovute proporzioni) difensivo. Quello che un tempo si chiamava all'italiana.
Un extraterrestre in Uzbekistan
Ci fu un giorno in cui un Pallone d'Oro, campione del mondo a livello di nazionali e pure vincitore della Champions (ci sono riusciti solo nove giocatori nell'intera storia del calcio), finì a giocare in Uzbekistan. Cioè Rivaldo, detto l'extraterrestre. Nel 2008 vinse anche il titolo di capocannoniere del campioanto nazionale, dando lustro e lanciando un progetto a lungo termine che ha portato, oggi, a una clamorosa qualificazione Mondiale. Tra gli ex famosi anche Luiz Felipe Scolari, il Ct del Brasile campione del mondo 2002 (di Rivaldo) che allenò proprio Rivaldo nel Bunyodkor.
Un percorso di qualificazione… infinito
Sì, ma come ha fatto l'Uzbekistan (ora) di Fabio Cannavaro a volare al Mondiale? Giocando e viaggiando tantissimo. Innanzitutto, va detto, l'allargamento del Mondiale a 48 squadre della FIFA ha fatto il suo, portando da cinque a otto le squadre asiatiche qualificate. L'Uzbekistan si è comunque dovuto rimboccare (e non poco) le maniche giocando ben sedici partite: la prima a novembre 2023, mentre l'ultima del girone che ne ha sancito la qualificazione nel giugno del 2025. Quasi due anni. E con che trasferte: ha sfidato in due diversi gironi l'Iran: siamo sui duemila chilometri di viaggio (quasi come attraversare le strade italiane da nord a sud), più di mille per il "vicino" Turkmenistan e sopra i quattromila chilometri (in alcuni casi quasi cinquemila) per giocare in trasferta contro Hong Kong, Qatar, Emirati Arabi e Corea del Nord. Non c'è che dire, è stato un lungo viaggio.
